Recensioni Spettacoli e Opere Teatrali

I me ciamava per nome: 44.787 è un testo teatrale di Renato Sarti (anche regista dello spettacolo) del 1995 proposto per il Cinquantenario della Liberazione. Il testo raccoglie dati, cifre e testimonianze di cosa è stata la guerra per la zona triestina, nella quale si trova la Risiera di San Sabba: centro nazista di deportazione e di uccisione di coloro i quali non erano ritenuti degni di vivere.

Una simpatica ed originale fusione tra l’opera di Goldoni, Gli Innamorati e il genere cinematografico del Musicarello.
Genere che si è sviluppato negli anni sessanta per supportare ed incrementare le vendite dei dischi di cantanti allora in voga.
Si tratta di un divertente miscuglio tra il linguaggio aulico strettamente teatrale e il linguaggio più immediato ed altrettanto potente della canzone.

Fino al 2 febbraio al Teatro Studio Melato è in scena L’isola di Arlecchino, uno spettacolo con la regia di Stefano De Luca ispirato ad una storia vera. Nel 2005 il cargo Cp Valour che portava tutti gli oggetti di scena, i costumi e le scenografie di Arlecchino, servitore di due padroni (reduce dalla tourneè negli USA) naufragò sulle rive delle isole Azzorre. Un tragico finale per una così importante parte di storia non solo del Piccolo Teatro ma del Teatro in generale.

Uno spettacolo che non ti lascia il tempo di respirare!
Le continue direi ancor meglio incessanti risate ti travolgono dal primo minuto con l’uscita sul palco dello strepitoso Baz che auto applaudendosi e complimentandosi con se stesso ti travolge.
Battute a non finire, tempi comici a dir poco perfetti e una mimica facciale che “ti spettina”.

Il Giardino delle Ciliegie (2012), adattamento en travesti del capolavoro checoviano, è il primo lavoro Nina’s ispirato a un grande classico teatrale. Tutta la vicenda è affidata a un coro di figure femminili, perse in un mondo sospeso tra vaudeville e melodramma e dominate da un sentimento indefinibile e struggente.

Tratto dall’opera di Gabardini – Churchill, il vizio della democrazia, lo spettacolo di Paola Rota ci presenta l’uomo e il politico a confronto, le grandezze del politico e le debolezze, le sofferenze dell’uomo.
Un uomo che è un icona, in un certo qual modo è il Novecento, è l’Europa; si può dire che con le sue scelte politiche ha salvato l’umanità dall’autodistruzione.

Mario Perrotta continua il suo lavoro sulla famiglia, affiancato questa volta dallo psicanalista Massimo Recalcati che da tempo si dedica alle relazioni familiari. Dopo In nome del padre, questa volta ad essere indagata è la figura della madre attraverso la sottile ed ironica analisi di differenze, distanze e incredibili somiglianze tra due madri di generazioni diverse

Entrare in sala e avere un momento di incertezza e spiazzamento!
Nella sala non ci sono le solite file di poltroncine, o meglio ci sono, ma solo nella seconda parte della sala, mentre nella parte sotto il palco ci sono tavoli apparecchiati e le maschere ti accompagnano ai tavoli come in un ristorante!

Antonio Provasio forse non a tutti dice qualche cosa, ma se vi dico la Teresa dei Legnanesi, ecco che avete capito di chi stiamo parlando.
Qui però Antonio Provasio indossa, forse per la prima volta sul palco, gli abiti da uomo.
Antonio immagina di essere nel suo camerino poco prima di ricevere un premio prestigioso (niente po’ po’ di meno che l’Ambrogino d‘oro) ed intanto racconta di uno spettacolo che vorrebbe portare in scena che parli dei tempi della sua giovinezza, ricordando la Milano dei cortili; ricordando come erano i giochi ed i rapporti con i coetanei, piuttosto che con gli adulti.

Equazioni di fisica quantistica come poesie! Questo in qualche modo l’argomento di questo spettacolo. L’autore del libro da cui si ispira così come del testo teatrale è Marco Malvaldi. Si, Malvaldi, l’autore dei gialli del Bar Lume, ma non solo di libri Giallo/Storici, come “Odore di chiuso”, “Misura d’uomo” o “Buchi nella sabbia”

Era l’8 dicembre 1949 quando, nell’oratorio di Legnarello, prese il via questa favola “con i piedi per terra”, fatta di lavoro di giorno e di evasione sul palcoscenico la sera e nei weekend, interpreti della tradizione teatrale italiana. Alla vigilia di questa data indimenticabile, a conclusione di un anno in cui è stato celebrato lo straordinario traguardo di 70 anni di teatro, Regione Lombardia ha realizzato un libro fotografico, grazie alla disponibilità anche degli archivi privati delle famiglie Musazzi e Barlocco.