“La Divina Commedia” uno spettacolo che cattura gli spettatori dall’inizio alla fine, un’esperienza multisensoriale che si vive raramente, musica, luci, videoproiezioni, voci, corpi, spiritualità.
Tutto questo è “La Divina Commedia”!
La fantasia dantesca asseconda le suggestioni e la visione registica di Andrea Ortis. Le emozionanti musiche orchestrali di Marco Frisina sorreggono i testi suggestivi di Gianmario Pagano e Andrea Ortis. Tutto si svolge su un palco modulare automatico con sollevamento di piani e con la presenza di elementi scenici costruiti su disegno di Lara Carissimi, con la presenza di proiezioni di ultima generazione animate in 3D. Non mancano coreografie acrobatiche dirette da Massimiliano Volpini e un suggestivo allestimento luci su disegno di Valerio Tiberi.
La trama di “La Divina Commedia”
Lo spettacolo sceglie alcuni momenti dell’inferno, del Purgatorio e del Paradiso per descrivere il percorso di Dante che è un viaggio su binari distinti e paralleli: da una parte cammina dentro se stesso alla ricerca nostalgica del proprio esistere, dall’altra naviga tra la dannazione e il proprio limite, condotto tra vizi, perversioni e peccati.
All’inizio dello spettacolo, Dante si ritrova solo nel bosco, assalito da dubbi e incertezze.
Il suo cammino viene interrotto bruscamente dall’incontro con alcune bestie feroci.
È Virgilio, consegnato alla scena da un’apparizione carica di mistero a prendere per mano Dante, conducendolo con fermezza e protezione paterne, all’interno del viaggio fino alle pendici del Monte del Purgatorio.
Insieme vengono traghettati da Caronte, uomo grottesco e folle che ridicolizza le anime che porta verso gli inferi. La sua enorme barca in scena è immersa in una palude dai riflessi color petrolio.
Dante conoscerà Francesca, costretta a vivere nella tempesta infernale abbracciata all’amato Paolo. Sono all’inferno perché traditori, morti d’amore.
Segue il terrificante passaggio attraverso la Città di Dite, in cui l’aggressione didemoni infernali, volanti o striscianti, minaccia l’avanzata di Dante.
Sempre al fianco del suo amato Maestro Virgilio, Dante arriva alla foresta dei suicidi, che allo spettatore appare pietrificata, lugubre. Qui avviene l’incontro con Pier delle Vigne, accusato in vita di tradimento, suicidatosi perché non poteva sopportare questo disonore, si presenta a Dante come uomo-albero, figura mutante immobilizzata nel tronco. Solo Dante riuscirà ad animarlo, anche se perpoco, dandogli la possibilità di raccontare col canto la propria pena.
Poco dopo incontrerà sul proprio cammino Ulisse. Il loro incontro sarà reso inscena da contenuti visual animati in 3D.
È il ghiaccio a chiudere il cerchio del passaggio infernale: Dante incontra qui Ugolino.
Dopo le immagini scure, opprimenti, dalle forti tinte emotive del primo atto, con il secondo Dante si ritrova immerso in uno scenario diverso, più chiaro, quasi rarefatto: il Purgatorio.
Sulla spiaggia del Purgatorio incontra Catone, che con il proprio racconto canta la forza morale di chi si batté in difesa della propria libertà.
Tra sfumature cangianti e paesaggi carichi di magia, Dante si imbatte in una processione di anime in preghiera nel Purgatorio, tra cui vi è Pia de’ Tolomei, uccisa dal marito.
Dante respira la speranza di queste anime di arrivare presto in Paradiso e incontra l’Angelo della Penitenza che permette il passaggio attraverso la Porta del Purgatorio.
Così Dante e Virgilio incontrano gli amici poeti Guido Guinizzelli e Arnaut Daniel.
A illuminare come un faro nella notte il percorso, le brevi apparizioni di Beatrice danno la fiducia a Dante.
Una solenne processione introduce il momento emozionante in cui Beatrice, diventa luce che rischiara e guarisce dalle tenebre, simbolo di quell’Amore unica chiave di felicità.
Sarà proprio Beatrice a distrarlo nel momento in cui Virgilio lo lascerà affinché continui da solo il viaggio.
Da solo Dante approda dunque nel paradiso, in cui la stravagante e leggiadra figura di Matelda lo conduce al fatidico incontro con l’amata.
Dante incontra Beatrice, solo nell’incontro con la donna e con l’amore, Dante – o meglio – l’uomo, ritrova se stesso e trova Dio.
Il cast di “La Divina Commedia”
Dante: Antonello Angiolillo.
Un volto molto conosciuto nel mondo del musical e del teatro, un artista molto versatile, una voce profonda e coinvolgente.
Teatino (quindi abruzzese), ha studiato classica all’Accademia Nazionale di Roma, danza moderna, canto, recitazione e tip tap in Italia e a New York. È molto curioso e attivo, non sa stare con le mani in mano: è karateka, arciere, tiratore, sub e climber; suona il pianoforte e la chitarra.
Nello spettacolo interpreta un Dante che risulta essere meno il poeta e più l’uomo, con i suoi dubbi e le sue paure, le sue sensazioni… nei numerosi incontri esprime molte emozioni diverse dall’isterismo, alla disperazione, dal tormento alla pena, all’empatia. Interpretazione magistrale, trasporta il pubblico dall’abisso alla redenzione. Fa sentire che anche i dannati sono persone che meritano compassione e a tratti comprensione.
Virgilio: Andrea Ortis.
E’ anche regista di questa opera musical e nel ruolo di Virgilio offre una recitazione solenne: i suoi interventi sia parlati che cantati incantano e soprattutto rivelano una profonda conoscenza del testo di Dante che è svelata in molte delle intense sfumature che Ortis ha adottato per rappresentare il grande poeta. Regista, attore, autore, la sua eclettica personalità artistica lo porta negli anni ad un continuo studio ed approfondimento sul corpo e la parola. L’arte di strada, il teatro sperimentale e quello di ricerca sono piattaforme creative sulle quali, dal 1998 ad oggi, testa e saggia lessici teatrali e nuove forme espressive.
Beatrice: Myriam Somma.
E’ cantante e attrice. Dopo il suo esordio in un coro polifonico scopre il musical che le permette di coniugare il teatro e il canto, sue grandi passioni. Si perfeziona in canto con Elisabeth Howard, Brunella Platania, Marcello Sindici, Robert Steiner, Stuart Linsday, Lala McCallan e Marco Manca, affinando le tecniche jazz, folk, pop e rock. Sempre più affascinata dal teatro musicale, si dedica anche allo studio del “belting”, della recitazione e della interpretazione scenica.
La sua è una Beatrice eterea, una luce che appare a illuminare come un faro nella notte il percorso di Dante per rinforzare la sua fiducia, ha una voce angelica, un soprano incredibile.
Catone: Brian Boccuni.
Un altro volto molto conosciuto a chi ama il teatro ed il musical, attore,cantante e ballerino versatile, un artista a 360 gradi.
Brian Boccuni nasce a Taranto e all’età di soli 16 anni viene scritturato nell’Opera Popolare “Ottocento” di Franco Battiato. Si forma poi alla “Bernstein School of Musical Theater” di Shawna Farrell. Tra le sue interpretazioni migliori: Bob Crewe nel pluripremiato spettacolo “Jersey Boys” prodotto dal Teatro Nuovo di Milano, in tournée anche a Parigi, Mr.Andrews, protagonista di “Titanic The Musical” prodotto dalla Bsmt Production, Dottor Fine/Dottor Madden nella versione Italiana di “Next to Normal, protagonista in “Non si uccidono così anche i cavalli?” regia di Giancarlo Fares.
In “Kiss of the Spider Woman” prodotto dalla Bsmt è protagonista nel ruolo di Valentin. L’ultimo lavoro a cui prende parte è “Balliamo sul Mondo” con la regia di Chiara Noschese e le musiche di Luciano Ligabue, prodotto da On Stage Teatro Nazionale di Milano.
Il suo è un Catone forte, orgoglioso, integerrimo che canta la libertà, la sua voce calda e potente rende il quadro di apertura del secondo atto uno dei migliori dello spettacolo. Le grandi capacità attoriali e vocali emergono prepotentemente.
Pier Delle Vigne/Arnaut Daniel: Antonio Sorrentino.
Nasce a Castellamare di Stabia, è autore e compositore. Laureato in Lingue Straniere, studia canto, danza e recitazione sin da bambino fino a diplomarsi in “Voicecraft”.
La sua interpretazione in Pier Delle Vigne coinvolge lo spettatore, lo porta all’interno del suo strazio, del suo dolore inconsolabile, davvero eccezionale a livello attoriale. Il quadro più emozionante a livello umano.
Sorridente e con un’aurea di fiducia e speranza interpreta anche il poeta Arnaud, sempre con un ottimo risultato.
Pia De’ Tolomei: Mariacarmen Iafigliola.
Accanto ad un percorso di studi tradizionale e una laurea in Letteratura e Storia dell’arte, studia il canto, la danza e la recitazione. Esordisce sul grande palco proprio con Pia De’ Tolomei a soli 21 anni.
Interpreta intensamente la figura di Pia de’ Tolomei, vittima di un lontano femminicidio, con straordinaria poesia restituisce a questa donna, sensibilità, dolcezza, speranza di salvezza quale alternativa a tanta brutalità maschile. Una voce strepitosa ed emozionante.
Ulisse/Guido: Angelo Minoli.
Attore, musicista e cantante, si appassiona a musica e teatro già da adolescente creando la sua prima band ai tempi della scuola e seguendo diversi corsi di recitazione con Mercedes Martini.
Angelo Minoli ha all’attivo un disco prodotto e distribuito, ruoli da protagonista in musical di successo nel panorama italiano, un ruolo in un film internazionale al fianco di J. Depardieu, una web serie della quale è produttore e attore protagonista, un documentario girato in India di prossima uscita, un videomusicale del suo ultimo singolo.
Rende entrambi i suoi due personaggi credibili e intensi, un Ulisse energico, una voce sicura e potente, un Guido Guinizzelli solare, sorridente, speranzoso che strappa finalmente un sorriso anche a Dante. Ha grandi capacità attoriali e vocali.
Completano il cast: Noemi Smorra (Francesca/ Matelda), Antonio Melissa (Caronte/ Ugolino).
Dove possiamo vedere “La Divina Commedia”
In tour fino al 01/04/22 – A Milano dal 4 al 6 febbraio Teatro Arcimboldi.
La nostra recensione
I quadri di Caronte, di Ulisse e di Catone in cui canto, recitazione, danza si fondono perfettamente e coinvolgono al massimo lo spettatore dal più piccolo al più maturo.
L’uso di luci e proiezioni, i versi più celebri scritti con il laser, la scenografia imponente.
Le capacità vocali ed attoriali dei protagonisti, certamente frutto di uno studio continuo, di un lavoro su se stessi per entrare nei personaggi con tale profondità.
Il buio, troppo. Se nell’ inferno è assolutamente adeguata la scelta di restare sempre immersi nelle tenebre, nel purgatorio e soprattutto nel paradiso non c’è l’eplosione di luce che ci si aspetta. Anche il canto finale, commovente ed emozionante, risulta molto scuro ed il colore dominante resta il viola.
I costumi dei ballerini che coprono il viso in alcuni canti dell’inferno. La danza necessita anche dell’espressione del volto per trasmettere le emozioni e con quei costumi, manca questo aspetto.