“Sani! Teatro fra parentesi” – Piccolo Teatro Strehler.
Va in scena dal 16 novembre fino al 5 dicembre il nuovo spettacolo di Marco Paolini nato in brevi tempi all’inizio dell’estate del 2020 e andato in scena per poco tempo e a pochi spettatori per volta e distanziati.
In seguito al secondo arresto dell’inverno del 2021 ha subito alcuni cambiamenti e finalmente dopo un debutto ad ottobre, Marco Paolini torna al Teatro Strehler.
Con Sani! Teatro fra parentesi, Marco Paolini torna, dopo il suo ultimo spettacolo “Nel tempo degli Dei: il calzolaio di Ulisse” di cui vi abbiamo parlato ormai circa un anno fa, al teatro di narrazione che maggiormente gli è consono.
La trama di “Sani! Teatro fra parentesi”
Sani!
Sani è il modo con cui ci si saluta nella valle del Piave. Sani, viene dal latino salus, vuol dire salute: è un augurio, ma anche un invito, “restate sani”.
La lunga narrazione, dura un’ora e mezza, raccoglie episodi autobiografici di Marco Paolini e alcuni fatti, momenti storici che hanno segnato il ventesimo secolo.
Così si comincia dall’incontro di Paolini con Carmelo Bene, si parla del vertice tra Reagan e Gorbačëv, del vertice di Reykjavík a Höfði, in Islanda, e ancora degli incontri di Paolini con le popolazioni di Gemona durante gli aiuti portati per il terremoto del ’76 in Friuli, altri ricordi di attori che sono stati per lui maestri o comunque fonte di approfondimento come Poli e Giorgio Gaber.
Si giunge infine a parlare anche dei tempi nostri di migranti di pandemia dalla quale ancora non siamo completamente fuori.
Tutta la narrazione segue ovviamente un filo rosso che ci conduce attraverso questi racconti a ritrovare, riscoprire il sentirsi parte di una comunità. La necessità di non poter più rimandare ad altri, a chi sta sopra noi, il compito di iniziare la svolta, il cambiamento. La necessità di cominciare, di dare inizio ad una nuova condivisione.
Il bisogno di gettare lo sguardo ed il cuore oltre cercando magari di “descrivere una cattedrale a chi non vede”. L’ispirazione di questo nasce da un racconto di Carver.
L’ultimo racconto è una descrizione di una cattedrale ancora oggi incompleta, la Sagrada Familia, raccontando il suo evolversi nel tempo e ripensando e illustrando lo slancio nel vuoto e nel futuro operato da Gaudì nel progettare un qualche cosa che, per allora, non era progettabile.
Il cast di “Sani! Teatro fra parentesi”
Marco Paolini: Chi non conosce la particolare forma di raccontare di Paolini?
Come lui stesso ha detto, questo spettacolo è una sorta di proseguimento dei suoi Album.
Un po’ si racconta e anche quando racconta di eventi della storia, questi sono comunque legati ai suoi momenti, ai suoi spettacoli.
Così si commuove ricordando incontri con paesani di Gemona, durante il terremoto del ’76.
Oppure ci fa sorridere intanto che racconta del suo incontro con Carmelo Bene mettendolo un po’ in ridicolo.
Ci trasmette il suo stupore di fronte all’immagine di questa Sagrada Familia come simbolo di quello che vorrebbe per ognuno: saper vedere un futuro e giocarsi il tutto per tutto per realizzarlo, pur sapendo che quasi certamente non se ne vedranno i frutti.
Musiche originali composte ed eseguite da: Saba Anglana e Lorenzo Monguzzi.
Saba Anglana attrice e cantautrice nata a Mogadiscio da padre italiano e madre somala, da alcuni anni collabora con Marco Paolini, portando le sue radici africane nelle musiche che commentano e legano i racconti di Marco Paolini.
Lorenzo Monguzzi chitarrista, cantante, cantautore, compositore. Anche lui collaboratore da diversi anni di Paolini.
La combinazione di questi due musicisti da luogo a delle musiche molto particolari, una mescolanza di canti folk americani e nenie tribali.
Luciaio Michele Mescalchin.
Fonico Piero Chinello.
Direzione tecnica Marco Busetto.
Produzione Michela Signori, JOLEFILM.
Il trailer di “Sani! Teatro fra parentesi”
Piccolo Teatro Strehler
Sani! Teatro fra parentesi
dal 16/11/2021 al 5/12/2021
Sito web: https://www.piccoloteatro.org
INFORMAZIONI BIGLIETTERIA
Biglietteria del Teatro Strehler
l.go Greppi 1 (M2 Lanza)
da lunedì a sabato, dalle 12.30 alle 18;
domenica e festivi, chiuso
La nostra recensione
Toccanti alcuni momenti come un ricordo del terremoto del 1976 o il ricordo di Giorgio Gaber.
Bel commento musicale con musiche tra il folk americano e canti tribali africani.
Un bell'invito a tornare a scoprire la bellezza, la necessità di sentirsi insieme, parte atttiva e viva di una comunità.