“La notte dell’Innominato” – Piccolo Teatro Strehler.
Riprende la stagione anche al Piccolo Teatro e, tra le tante proposte, con uno spettacolo che era stato già in programmazione per il 2020, ma poi sospeso, come per tutti, a causa della pandemia.
Così, come lo spettacolo con Tullio Solenghi, Orlando Furioso, aveva esplorato il Rinascimento italiano, in questo caso si riprende un altro grande autore italiano dell’800, anche se non precisamente un autore di teatro.
Parliamo ovviamente, come si arguisce dal titolo di Alessandro Manzoni.
“La notte dell’Innominato” ripropone due famosi capitoli (il 21° e il 22°) dei “Promessi sposi“.
Capitoli che trattano la vicenda di questo misterioso personaggio, tanto misterioso che non se ne può neppure citare il nome, al secolo l’Innominato.
La trama di “La notte dell’Innominato”
La storia è ben nota: Lucia rapita dai bravi dell’Innominato viene condotta nel suo castello.
Il terrore, la purezza e la disperazione di Lucia colpiscono l’animo prima di tutto del Nibbio, che l’ha materialmente rapita.
L’Innominato, che già si arrovellava e si angustiava per questa impresa che reputa ignobile, sente l’urgenza di incontrare Lucia.
Questo incontro non fa altro che acuire i suoi dubbi ed i suoi tormenti.
Così nella sua stanza/prigione Lucia si angoscia e si dispera fino a che trova una sorta di pace nella preghiera, nell’affidarsi alla Madonna facendo voto di verginità.
Anche per l’Innominato, nella sua stanza, la notte non sarà tranquilla e non potrà godere del beneficio del sonno.
Infatti la sua mente è affollata da mille pensieri, ricordi di malefatte, di omicidi che vengono a chiedergli conto. Si dibatte di fronte alle sue azioni, deve fare i conti con la sua mancanza di fede, con il suo orgoglio. Il desiderio di porre fine a questo tormento ed allo stesso tempo il terrore di affrontare la fine e un’altra vita di cui ancora si interroga se esista o meno.
Al termine di una notte priva di sonno e tormentata al giungere dell’alba sente le campane festose per l’arrivo del cardinale Federigo Borromeo.
La risoluta decisione di recarsi in visita a questo personaggio così famoso per la sua bontà, deciso a dirgli, a raccontargli, a chiedergli… oppure no, desideroso anche solo di ascoltare che cosa ha da dirgli.
S’incontrano infine questi due personaggi ed è la svolta, l’improvvisa resa e rinascita dell’Innominato.
Ambientato in camere oscure, dove si aggirano nere figure, incappucciate o con nere ali, immagini dei neri ed angosciosi pensieri del truce Innominato, vediamo e sentiamo narrare anche l’autore, Alessandro Manzoni, in quelle parti che descrivono, preparano agli eventi e ai dialoghi.
La scena è costruita ed abitata anche da videoproiezioni che integrano e animano la narrazione, figure di dannati, di reprobi, di personaggi sofferenti e torturati.
Sono gigantografie animate di opere d’arte tra cui celebri quadri dipinti da Bosch e Bruegel.
Anche la musica è tragica e tormentata andando a costruire un ansia crescente.
Il cast di “La notte dell’Innominato”
Daniele Salvo (regia e adattamento)
Eros Pagni (Innominato): un Innominato contenuto, scarno di gesti e parco di movimenti. Affida tutto alla voce il compito di esprime il dubbio, il timore, la paura quasi, il ribrezzo per le sue azioni, la titubanza mista ad orgoglio nel mostrarsi nel suo intimo al Cardinale. Ed infine la pace e la leggerezza raggiunta nelle frasi finali.
Gianluigi Fogacci (A.Manzoni/Cardinal Federigo Borromeo), Valentina Violo (Lucia), Simone Ciampi (Nibbio/Vecchia serva di Lucia).
Scene Alessandro Chiti, costumi Daniele Gelsi, luci Cesare Agoni.
Musiche Patrizio Maria D’Artista.
Videoproiezioni a cura di Michele Salvezza.
Il trailer musicale di “La notte dell’Innominato”
Piccolo Teatro Strehler
La notte dell’Innominato
dal 19/10/2021 al 31/10/2021
Sito web: https://www.piccoloteatro.org
INFORMAZIONI BIGLIETTERIA
Biglietteria del Teatro Strehler
l.go Greppi 1 (M2 Lanza)
da lunedì a sabato, dalle 12.30 alle 18;
domenica e festivi, chiuso
La nostra recensione
Le videoproiezioni e la musica, elementi fondamentali per rendere e comunicare l'angoscia opprimente, i tormenti dell'animo, la disperazione che opprime.
Con Alessandro Manzoni a scrivere queste parole e con degli attori così eccezionali, non poteva che essere meravigliosamente drammatico.
Dopo il periodo che abbiamo attraversato è catartico portare in scena le angosce e i dubbi che appartengono ad ogni uomo o donna. Ognuno di noi vorrebbe trovare sul suo cammino una voce, un cuore come quello del Cardinale Federigo Borromeo che ci accolga.