Recensioni Spettacoli e Opere Teatrali

Se sentendo il titolo Barbablù, pensate alle fiabe e ad uno spettacolo per bambini, avete sbagliato indirizzo! Barbablù è una favola antica, ma profondamente attuale, che tragicamente richiama fatti odierni di cronaca nera.E’ un monologo che racconta la storia del cattivo per eccellenza. E’ lui stesso, Barbablù che si racconta, racconta i suoi sette amori vissuti, sette donne, sette vite, sette fiori (perché ognuna di loro porta il nome di un fiore) del prato della vita che egli distrugge, uccide, fino all’ultima, l’unica per cui vale la pena fermarsi.

Se si parla di Don Chisciotte, tutti noi abbiamo una serie di immagini che ci vengono alla mente: un povero pazzo, illuso, innamorato della cavalleria che confonde immagini quotidiane con mostri ed avversari immaginari. Ecco questo Donchisci@tte, lo dice già quella @ al posto della O non è il Don Chisciotte dell’immaginario comune, non è neanche una semplice trasposizione nella realtà attuale moderna, ma è una riscrittura.

Due figlie, tre valigie, con la regia di Marco Vaccari (anche attore e direttore del Teatro San Babila), è tratta dalla pièce teatrale di Claude Magnier che Marco Vaccari ha messo in scena con laCompagnia Teatro San Babila in maniera alternativa rispetto alle versioni cinematografiche del 1967 e del 1991.
Se i due film sono infatti definiti dalla naturalezza tipica del cinema, Marco Vaccari ha voluto caratterizzare con esagerazione i diversi personaggi rendendoli quasi delle maschere. Inoltre è stato aggiunto un prologo comico che introduce lo spettatore alla trama.

Si apre il sipario: in scena un solo cilindro di tende bianche dove vengono proiettate delle ombre. Il teatro delle ombre è un’antica forma di spettacolo popolare, realizzato proiettando figure articolate su uno schermo opaco, semitrasparente, illuminato posteriormente per creare l’illusione di immagini in movimento. Queste ombre raccontano in breve la prima vita di Mattia Pascal e le sue costrizioni.Improvvisamente si squarcia il tendone ed esce Mattia un po’ frastornato: è proprio in quel momento che incomincia la sua seconda vita. Mattia pensa in un primo momento di voler tornare in paese, ma poi si accorge di essere libero e di poter condurre un’altra vita. Inizia a girare il mondo e cerca poi una “fissa dimora”.

Rumori fuori scena, la commedia metateatrale ormai divenuta un classico del teatro contemporaneo, è in scena fino al 10 novembre nella magica cornice del Piccolo Teatro Strehler a Milano. La regia è di Valerio Binasco, la produzione è firmata Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e la splendida scenografia è di Margherita Palli.

Paolo Sassanelli, Valentina Banci, Olivia Magnani e Daniele Natali sono rispettivamente: i due uomini un giornalista e il suo editore e le due donne le loro mogli. Le due coppie partono per un viaggio nel Gabon: un viaggio di lavoro ma anche una vacanza a cavallo di capodanno, un atteso periodo di svago dalla frenesia di Roma.

To be or not to bop è il titolo dell’autobiografia di Dizzy Gillespie, grande trombettista, band leader e compositore originario di Cheraw(North Caroline).
Secondo il racconto dello stesso autore il titolo nasce da un fatto accaduto a Gillespie nel 1989 a Londra, mentre passeggiava per Hyde Park incontra una ragazza che aveva allestito un banchetto che vendeva piccoli busti di Shakespear con la scritta To be or no to be, Dizzy le suggerisce di correggere la dicitura con “To be or not to bop” – “Se non sei te stesso non puoi essere bop”, è più o meno la traduzione di questo gioco di parole, alludendo al linguaggio innovativo del jazz detto “Be Bop, ideato da Gillespie insieme a Charlie Parker, Bud Powel e Kenny Clarke

Testo di Gianni Clementi, autore che giunge solo negli anni 80 a scrivere per lo spettacolo.
Predilige la tragedia, ma ha scritto numerose commedie teatrali di successo in scena nei teatri italiani e stranieri. Le signorine sono Addolorata e Rosaria due sorelle, zitelle, con una lieve malformazione fisica, napoletane. Sono proprietarie di una merceria che attraversa qualche problema economico a causa della concorrenza di commercianti più moderni e a buon mercato.

Tra risate e discussioni Renato Mannehimer e il grande Corrado Tedeschi ci intrattengono nell’attesa che si rivela vana. Corrado Tedeschi, attore e conduttore, non ha bisogno di presentazioni: è una figura ormai affermata sulla scena teatrale italiana; Renato Mannheimer, sociologo, saggista e sondaggista, è invece un volto nuovo per il palcoscenico.

Le notti bianche, il racconto pubblicato da Dostoevskij nel 1848 e ambientato a Pietroburgo, vede protagonista un uomo, un sognatore. Una notte incontra Nastica, giovane donna in attesa di un uomo o almeno di una sua lettera, di un suo cenno.
Il sognatore e Nastica iniziano un dialogo che si svolge lungo quattro notti: i due parlano di amore, di amicizia, di sogni, di stelle, di vita e di solitudine.

Tratto da una commedia di Éric Assous, autore, sceneggiatore e regista, autore di 80 pièces radiofoniche e di numerose opere teatrali, oltre che di sceneggiature per cinema e televisione. La vita va a gonfie vele per Séverine, direttrice di una grande casa editrice parigina, fino al giorno in cui ricompare improvvisamente elemosinando un impiego Jean-Pierre, il suo ex marito, che l’aveva abbandonata vent’anni prima per una giovane modella.

Il berretto a sonagli è una commedia, scritta da Pirandello nel 1916, che vede protagonisti la verità e la vergogna.
La verità, sacra ma profanata per amor dell’apparenza, è la massima ribellione della moglie del Cavalier Fiorica. La donna è disposta a lasciare il suo paese, la sua casa e la sua famiglia pur di poter vivere senza finzione.
La vergogna è il sentimento intorno a lei più diffuso, da sua madre alla donna di servizio: tutti provano vergogna nell’ammettere e nel veder riconosciuto pubblicamente ciò che tutti già conoscono, la relazione adultera che il Cavalier Fiorica intrattiene con la moglie del Ciampa.

La serata del 13 giugno al Teatro Parenti è andato in scena per la prima volta a Milano “Senza Parlare” un lavoro che nasce dalla raccolta di testimonianze di genitori con figli con disabilità che per patologie diverse non permette loro di parlare, pur avendo conoscenza del linguaggio e capacità intellettive per esprimere non solo bisogni primari, ma anche pensieri più elaborati.

Nella magia e nell’intimità del Teatro Studio Melato va in scena Matilde e il Tram per San Vittore.
Una storia che parla di donne, di mogli, di sorelle, di figlie, di madri. Siamo tra il 1943 e il 1945, quando iniziano i primi grandi scioperi che aprono una stagione di clandestinità, paura, deportazioni e dolore.
Arianna Scommegna, Debora Villa e Rossana Mola e raccontano la vita milanese in tempo di guerra.

Entri e il sipario è aperto.
Sul palco un campo di grano, una sedia, un cielo blu. In sala frinire di grilli, o cicale(?).Così, come entri e ti accomodi, già cominci ad entrare nel mondo, nel anima di Vincent.
Buio, stacco musicale un po’ violento, aggressivo, luce …ed eccolo Corrado D’Elia/Vincent seduto sulla sedia. E inizia il viaggio.
Viaggio nella vita di Vincent, ma anche viaggio nel suo animo, nelle sue emozioni, nel suo percorso nel arte, nei suoi quadri che sono tappe della sua vita.