Ricomincio da Rai 3: le discriminazioni e la resilienza
#RicomincioDaRai3
Ricomincio da Rai 3 torna con la seconda puntata che sembra dedicata soprattutto alle discriminazioni e ai diversi modi di resistere.
Siamo ancora nel Teatro Sistina di Roma, palco disadorno, sala deserta ad eccezione dei ragazzi allievi del teatro stesso, seduti, opportunamente distanziati, sui famosi “bauli” che sono stati protagonisti anche di manifestazioni di piazza.
Sempre con la presenza di Stefano Massini e Andrea Delogu che accompagnano e traghettano da una forma all’altra di spettacolo, spesso punteggiato dalla musica di Paolo Jannacci.
PRONTI…PARTITI
Ricomincio da Rai 3 questa volta inizia così, quasi all’improvviso, senza sigla, senza presentazione.
Entra sul palco Stefano Massini, accompagnato da Paolo Jannacci.
“Il teatro è una cosa di fantasia d’immaginazione…una cosa teatrale è una cosa che nella vita vera non accadrebbe mai…No, il teatro molte volte è inferiore alla realtà…”
Questo è il prologo per elencare una serie di giustificazioni realmente fornite da persone comuni alle forze dell’ordine per giustificare di essere fuori casa, fuori comune…nel periodo del lockdown.
A dimostrazione che come sempre la realtà supera la fantasia e che il teatro a volte è più vero della vita.
Solo dopo questo breve decalogo denuncia si parte con una presentazione dei partecipanti della serata e poi via a capofitto nei diversi momenti di teatro.
Ricomincio da Rai 3 anche in questa occasione presenta nomi e brani di grande spessore.
Si comincia con Luca Zingaretti che con una poesia di Roberto Lerici “Mio padre è morto partigiano” offre contemporaneamente un omaggio al grande Gigi Proietti, era infatti un suo cavallo di battaglia, e un ricordo di come è nata la sua passione per il teatro.
Ci lascia al termine del suo intervento un importante motivo per ricominciare a far vivere il teatro:
“Il teatro è un luogo di condivisione e condividere è il sale della vita”
E’ il momento di Claudio Bisio in collegamento dal teatro Gustavo Modena di Genova insieme a Giorgio Gallione, anche lui ci reciterà un brano tratto da “La mia vita raccontata male” di Francesco Piccolo.
Serena Autieri ci porta nel mondo del Caffe Chantant e della canzone napoletana con alcuni brani da “La sciantosa” di Vincenzo Innocenzo.
Questa opera è un omaggio a Elvira Donnarumma, cantante napoletana dei primi del ‘900 che ebbe il coraggio di opporsi e dire no ad un contratto con la Germania durante la guerra.
E’ la volta di Ascanio Celestini, un autorevole rappresentante del teatro di narrazione i cui spettacoli nascono sempre da approfondite indagini, con un brano sulla morte dell’anarchico Pinelli.
Importante per Celestini, l’approfondimento e la narrazione perché come dichiara:
“Abbiamo perso le parole per dire le cose”
“Ci siamo persi tante parole. Una volta non si diceva empatia ma solidarietà. Abbiamo perso questa parola e tante altre”
Per dare forza alll’intento della trasmissione che è anche quello di sottolineare e denunciare alcune storture od ingiustizie Stefano Massini con Lillo, accompagnati da Paolo Jannacci, cantano una sorta di riscrittura di Quelli che… per sottolineare la cruda realtà della pandemia che ha colpito tutti le fasce anagrafiche e sociali in opposizione alla superficialità e negazionismo persistente di altri.
Questo serve da introduzione al collegamento con Alessandro Gasmann da Napoli per parlare e sottolineare come il mondo dello spettacolo non sia solo fatto dalle persone che appaiono, che sono sopra il palco, ma anche da tutto un mondo di operatori (elettricisti, falegnami, tecnici di luci, del suono, sarti, visagisti, truccatori, ecc…).
Sottolinea come siano tutti una squadra, dove l’uno non può esistere senza gli altri.
Lo fa in un modo non lacrimevole o con piaggeria, ma ricordando proprio che i suoi inizi, nonostante la parentela importante, sono stati come tecnico …degli effetti speciali, diciamo così!
Sempre per sottolineare come nelle diverse epoche, vi siano sempre state categorie discriminate e considerate meno, se non addirittura non importanti abbiamo Valeria Solarino e Giulio Scarpati che recitano un brano da “Una giornata particolare (il 6 maggio 1938 quando Hitler venne in visita a Roma)
“A un ignorante gli si può fare quello che vuoi
Perché non c’è rispetto”
Per sottolineare maggiormente come a tutt’oggi certe attività e certi lavoratori non siano ritenuti strettamente necessari si intrattengono con Stefano Massini e Andrea Delogu con uno scambio di battute.
Nuovamente un autore attore narratore Davide Enia con un monologo tratto da “L’abisso”: lo spettacolo basato sul suo libro “Appunti per un naufragio”.
Qui abbiamo un momento di grandissimo impatto, un emozione che coinvolge tutti: i giovani allievi in sala, Andrea Delogu, lo stesso Davide Enia sono scossi da queste parole.
Oltre ad essere la narrazione di tragedie che ogni giorno si compiono nelle nostre acque, è tragico in qualche modo il dilemma che anche la malattia del Covid ha posto:
“Ogni vita è sacra ma chi salvi per primo quando affondano due, quattro, cinque persone contemporaneamente?
Si salva chi ha bisogno. Stop.”
Subito dopo, per continuare su questo filone dei migranti abbiamo l’Orchestra Multietnica di Arezzo con Amanda Sandrelli e Dario Brunori.
Segue un monologo ispirato a La Tana di Franz Kafka e recitato da Luigi Lo Cascio sul tema della paura. Tema che sicuramente ci è stato compagno in questi mesi e che come dice lo stesso Lo Cascio ci definisce molto di più delle cose che ci piacciono.
Abbiamo ancora un paio di momenti, prima della chiusura.
Uno è una storia di donne, come nella puntata precedente, raccontata da Andrea Delogu, su “Alice che sorride sempre”, storia di una donna con una malattia grave che richiede numerosi interventi, ma che a causa dell’emergenza sanitaria, è costretta a rimanere in attesa per un tempo indefinito.
Infine un tocco di comicità con Lillo e Greg che recitano una sequenza di audizioni, in omaggio a David Cross.
Infine in chiusura un omaggio alla danza, anche in questo caso, come nella puntata con Virgilio Sieni, una danzatrice molto particolare.
Si tratta di Chiara Bersani, performer, vincitrice del premio Ubu nel 2018 come migliore attrice under 35, affetta da osteogenesi imperfetta.
Si esibisce in “Gentle Unicorn”, spettacolo pluripremiato.
Chiara Bersani ha saputo trasformare il suo corpo in un mezzo di espressione potente
“Il tema è quanto tempo ci concediamo per guardare un’altra persona, e andare più in profondità”
CONCLUSIONE
“All’improvviso la vulnerabilità è qualcosa che riguarda tutti e tutte, e questa potrebbe essere una buona occasione per rivedere questa distanza tra forti e fragili” (Chiara Bersani)
Ricomincio da Rai 3 oltre ad offrire degli assaggi di vari mondi dello spettacolo in questa puntata in particolare, ha mostrato come questo vasto mondo di rappresentazioni, non siano solo forme di distrazione e divertimento, ma rappresentino in realtà il modo che ha l’uomo per avere una visione meta del mondo e dei misteri della vita, per riuscire ad elaborare i significati ultimi dell’esistenza.
I due conduttori Andrea Delogu e Stefano Massini, hanno trovato una modalità più spontanea e familiare di introdurre e legare i diversi ospiti.
In particolare è affascinante osservare Andrea Delogu, molto bravo l’operatore alla camera a riprenderla in diversi momenti, che è uno specchio perfetto delle reazioni, delle emozioni che i diversi performer suscitano dal palco con i loro lavori.
Ricomincio da Rai 3 credo abbia anche il pregio di creare una tensione, un desiderio di scoprire sempre più i mille uomini e donne dello spettacolo che ancora non conosciamo e di poter al più presto tornare a vederli nel loro ambiente naturale: sul palco, dal vivo.
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