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Mercurio – Sogni, allucinazioni, ossessioni. La nostra recensione
Scuro Chiaro

Mercurio – Sogni, allucinazioni, ossessioni. La nostra recensione

Mercurio

Mercurio”Teatro Litta

Progetto e regia di Corrado D’Elia tratto da un romanzo di Amèlie Nothomb, qui puoi trovare la nostra intervista a tutto il cast.

Si tratta in questo caso di un opera a più voci, al contrario di quello a cui di solito ci ha abituati Corrado D’Elia, monologhi scritti e diretti da lui, come l’ultimo, in ordine di tempo, “Io Steve Jobs”.

Un’opera un po’ misteriosa, questo Mercurio, enigmatica, dove le cose mutano e non sempre sono come sembrano.

La trama di “Mercurio”

Un castello su un’isola deserta.
Una stanza con broccati e velluti. Pareti tappezzate da cornici dall’interno vuoto, oscurato.

Una giovane infermiera, chiamata dal padrone del castello, un vecchio capitano di marina in pensione.
Avrà il compito di accudire e curare la giovane pupilla(?), figliastra(?) o amante(?) affetta da una misteriosa malattia.

Soprattutto, ce ne accorgiamo ben presto, con il volto sfregiato da un terribile incendio, da cui il Capitano l’ha salvata, (così lei dice).
Per questo motivo indossa sempre una maschera, per nascondere il suo volto e per questo motivo non esce mai dal castello.

La giovane infermiera, Françoise, è li per curarla, con la precisa indicazione di non porre domande all’infuori di quello che è il suo compito.

Ben presto però tra l’infermiera Françoise e la giovane Hazel si instaura un rapporto di simpatia e di amicizia.

Questo inevitabilmente scatenerà delle domande, dei dubbi.
Chi è veramente vittima, chi carnefice, chi carceriere, chi recluso.
Quali sono le verità?

Quale sarà il finale?
O forse, meglio, i finali?

Il cast di “Mercurio”

Chiara Salvucci e Giovanna Rossi
Chiara Salvucci e Giovanna Rossi in “Mercurio”.

Chiara Salvucci (Hazel): la giovane pupilla del Capitano. Si ritiene un mostro, sfigurata dal fuoco. Porta sempre questa maschera e non ha la forza il coraggio di guardarsi allo specchio. Tanto che il Capitano ha eliminato qualsiasi specchio nel castello (tranne uno misterioso custodito nella sua stanza). Sente di dover essere riconoscente al Capitano per averla salvata, per amarla nonostante la sua mostruosità.
Nello stesso tempo c’è in lei un sentimento di odio, di rabbia, perché si sente reclusa, osservata, costretta ad un rapporto, ad una relazione che la opprime.

Giovanna Rossi (Françoise): un’infermiera, una dipendente venuta da fuori. Inizialmente indifferente, un lavoro come un altro, ma forse ha anche degli interessi personali, delle mire segrete.
Ed, infine, non può fare a meno di sentirsi toccata dalle vicende di Hazel, deve cercare di capire, di salvarla, liberarla.

Gianni Quillico
Gianni Quillico interpreta il Capitano.

Gianni Quillico (il Capitano): per tutta la durata dello spettacolo è una voce, una voce che dialoga con Françoise, l’infermiera, dandole ordini, gratificandola con approvazioni, proponendo la sua verità, costringendo.
Solo nell’ultima scena comparirà di persona.

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Assistente alla regia: Luca Ligato
Scenografia: Giovanna Angeli
Costumi: Stefania Di Martino
Tecnico luci: Christian Laface
Tecnico audio: Gabriele Copes

Teatro Litta MTM di Milano

Mercurio

dal 8/03/2022 al 20/03/2022

INFORMAZIONI BIGLIETTERIA
Teatro Litta
Corso Magenta 24
02.86.45.45.45 – biglietteria@mtmteatro.it


La nostra recensione


Si tratta di uno spettacolo che richiede un certo tempo per incamerarlo ed elaborarlo.
Giocato su quell’eterno dualismo che accompagna ognuno di noi.
Giocato sull’immagine, su come mi vedo e come mi vedono gli altri.
Giocato sulla manipolazione e ricatto morale/affettivo: Hazel si sente debitrice verso il Capitano perché l’ha salvata, perché la ama anche se lei è un mostro.
A proposito è veramente sfigurata? O è Hazel che si sente tale? O è il Capitano che glielo lascia credere?
Non vuole uscire nel mondo perché teme il suo sguardo giudicante? Perché le hanno fatto credere che non potrà incontrare sguardi amichevoli? O in fondo alla fine ama questo suo stare nella “tana” protetta?
In questo particolare aspetto ho ritrovato il rispecchiarsi di tante situazioni attuali, dopo due anni di chiusura, di pochi o niente contatti.

Anche Françoise non è un personaggio lineare.
Svolge solo un lavoro come un altro? Ma poi sembra avere degli interessi personali, sembra mentire sia alla sua paziente che al suo datore di lavoro.
Poi sembra prendere le parti di Hazel, prende la sua difesa, vorrebbe salvarla, portarla nel mondo.

Mi ha ricordato molto le tematiche di “Così è se vi pare” di Pirandello ed anche per certi aspetti, come quello di lasciar o far credere all’altro realtà diverse, il film “Shutter Island“.

Pro

Perché ognuno di noi almeno una volta nella vita ha indossato una maschera, si è creato una sua verità, è rimasto prigioniero di un immagine che si era costruito

I giochi di luce, gli ambienti abbastanza oscuri, la musica insistente e ripetitiva, i dialoghi spezzati, realizzano bene il senso un po' onirico, un po' allucinatorio, sicuramente oppressivo del testo

Contro

Le voci che dicono, sussurrano rumorosamente parole senza senso (solo verso la fine si comprenderà che sono parole pronunciate all'incontrario), accompagnate da un , sembra, frullare d'ali. risultano a mio parere, incomprensibili ed abbastanza inutili.

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