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REVOLUTIONARY ROAD al Teatro Litta: il corpo si e ci racconta la società di oggi. Intervista a Fabrizio Visconti.
Scuro Chiaro

REVOLUTIONARY ROAD al Teatro Litta: il corpo si e ci racconta la società di oggi. Intervista a Fabrizio Visconti.

Revolutionary road

Se nella letteratura americana moderna ci vuole qualcos’altro per fare un capolavoro, non saprei dire cosa.

Tennessee Williams

Da Giovedì 12 a Domenica 22 Gennaio 2023 presso il Teatro Litta di Milano sarà in scena REVOLUTIONARY ROAD di Renato Gabrielli tratto dal romanzo di Richard Yates e con la regia di Fabio Visconti.

Revolutionary Road (di cui ricordiamo anche la versione cinematografica con Leonardo Di Caprio) esplora, alternando i punti di vista di LEI, LUI e NOI, gli umanissimi slanci, meschinità, successi illusori e prevedibili disfatte di personaggi che ambiscono a essere felici, ma rimangono invischiati nelle menzogne che raccontano a sé stessi e agli altri pur di tirare avanti.

Oltre allo stile letterario, la potenza del testo è segnata dalla sua capacità di leggere in maniera profetica il nascere e lo svilupparsi della Società Globalizzata, il prepararsi del conflitto tra Individuo Sociale e Individuo Reale.

La tematica del romanzo è quanto di più urgente si possa vivere nella nostra società odierna, raccontata con parole di 60 anni fa.

La sinossi di “Revolutionary Road”

LEI e LUI. Belli, intelligenti, piuttosto colti, innamorati. Una casa “carina” e accogliente. Un lavoro noioso ma sicuro per LUI. Blandi impegni domestici per LEI, che ha tempo per coltivare come hobby la sua antica passione d’attrice. 

Revolutionary Road
Il cast di Revolutionary Road in un momento dello spettacolo

Ma LEI e LUI vogliono, o almeno sognano, altro. Si ritengono entrambi superiori all’ambiente mediocre e piccolo borghese che li circonda e imprigiona; e questo senso di superiorità, chissà quanto fondato, li tiene uniti e segretamente complici. Finché…

Fabrizio Visconti, regista di “Revolutionary Road”, ci racconta lo spettacolo.

Revolutionary Road potrebbe essere una seduta psicologica per ognuno di noi…
In qualche modo direi di sì. La vicenda è ambientata in un momento specifico e la storia lo è altrettanto ma le tematiche toccate riguardano davvero tutti.
Tutto nasce nell’America dei primi anni ’60 e raccontato nel meraviglio romanzo di Richard Yates. È la storia di una coppia che si ritiene un po’ superiore alla media dal punto di vista intellettivo e di visione della vita e anche per le loro ambizioni artistiche e intellettuali. Vivono in un sobborgo di New York con casette e praticelli tutti uguali dove la massificazione arriva alla massima potenza e immaginano appena possibile di poter trascorre una vita lontano da quella realtà così mediocre, fare la valigia e andare a Parigi a vivere da bohemien.
Non sarà proprio così e anzi saremo difronte alla storia di una disillusione che sarà motivo di crisi sia per la coppia che per i singoli protagonisti.

Quello che fa moto riflettere è che si tratta di una storia 60 anni fa ma che sembra scritta ieri.
La cosa incredibile è la capacità di Yates di leggere la realtà così in anticipo, era appena iniziata la creazione di un immaginario di massaggia per l’uomo che per la donna e lui già aveva capito gli effetti che questo avrebbe avuto sulle persone.
Diciamo che ha avuto la “premonizione” di vedere cosa ci sarebbe capitato oggi con il mondo social, con i nostri profili virtuali dove è tutto bellissimo sempre e comunque.

Nelle tue note di regia dici che se oggi l’autore avesse visto la “pandemia dei social” sarebbe stato molto più cruento e crudele.
Sì perchè ha intuito il problema ma, vedere quello che sta succedendo oggi, è devastante. Ti rendi conto di quanto ci siamo regalati ad un’immagine creata da altri per renderci perfetti oggetti di consumo a discapito di quelle che possono essere anche solo le percezioni dei nostri reali desideri e della nostra identità. Siamo indottrinati, senza quasi saperlo, e costruiamo delle convinzioni che crediamo siano nostre e non lo sono.

Revolutionary Road
Un altro momento dello spettacolo

Nel tuo lavoro registico l’ambientazione, le luci e la musica sono tre elementi che uniscono ma anche destabilizzano sotto un certo punto di vista.
Sì, questo è un lavoro che è cresciuto un po’ alla volta. La prima ricerca visiva è avvenuta intorno all’immaginario di quell’ America quindi Opper, Gregory Crewdson un fotografo straordinario che ritrae il sogno americano concludendolo in due luoghi specifici ovvero la casa e la macchina, contraddicendoli.
Noi siamo partiti da qui per poi cercare di creare una situazione sintetica a livello ambientale con pochi elementi dato che in teatro devi andare per associazioni di idee. Con le luci e con la musica abbiamo invece cercato di raccontare quello che c’è dietro alla pura immagine, quello che appare sereno non lo è poi così tanto nella realtà.

Entrando in questo testo che metterete in scena, studiandolo, riflettendoci come sicuramente avrai fatto… quale potrebbe essere un piccolo consiglio che puoi lasciare ai nostri lettori per salvarsi da questa società che ci schiaccia?
Quello che suggerisce Yates è una ricetta molto semplice ma non immediata come applicazione. Secondo lui bisogna smettere di raccontarsi cose che non sono, ovvero bisogna prendere coscienza di chi si è. Non ci sono supereroi ma “eroi del quotidiano”, gente che combatte con il mostro della società che ti impone, ti costruisce, ti indirizza.

Il cast artistico e tecnico di “Revolutionary Road”

Attori: Rossella Rapisarda, Stefano Annoni, Daniele Gaggianesi  

Regia e Disegno Luci: Fabrizio Visconti  

Scene: Marco Muzzolon
Costumi: Mirella Salvischiani 

Musiche originali: Marco Pagani  

Aiuto regia: Camilla Violante Scheller 

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Un progetto La Gare con il sostegno di Regione Lombardia – Progetto NEXT 2019 – produzione Eccentrici Dadarò.

La traduzione di Adriana dell’Orto è concessa su licenza di minimum fax. c) minimum fax, 2003, 2009, 2017  
Copyright © Richard Yates, 1961, 1989 All rights reserved

Info e biglietti

Teatro Litta

Da giovedì a sabato ore 20.30 – domenica 16,30

intero 25,00€ – convenzioni 20,00€, ridotto Arcobaleno (per chi porta in cassa un oggetto arcobaleno) 20,00€, Under 30 e Over 65 – 15,00€, scuole di teatro e Università 15,00€, ridotto bicicletta € 15,00, ridotto DVA 12,50€, scuole MTM, Paolo Grassi, Piccolo Teatro 10,00€, tagliando Esselunga di colore ROSSO, prevendita 1,80€

Durata dello spettacolo: 90 minuti 

Info e prenotazioni biglietteria@mtmteatro.it – 02.86.45.45.45
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Abbonamenti: MTM La cura e l’artificio, MTM La cura e l’artificio Over 65, MTM Carta Regalo x2, MTM Carta Regalo x4.

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