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“La molto tragica storia di Piramo e Tisbe che muoiono per amore”: la vera tragedia è non andare a vederlo
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“La molto tragica storia di Piramo e Tisbe che muoiono per amore”: la vera tragedia è non andare a vederlo

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La molto tragica storia di Piramo e Tisbe che muoiono per amore” è uno spettacolo teatrale liberamente tratto dalla scena dei comici del “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare. Ad adattare e dirigere l’opera è la mano di Renato Sarti (leggi qui la nostra intervista)con produzione Teatro della Cooperativa.
A Milano va in scena dal 12 al 20 marzo 2022 al Teatro della Cooperativa.

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La compagnia che porta in scena lo spettacolo.

La sinossi de “La molto tragica storia di Piramo e Tisbe che muoiono per amore”

Cinque donne delle pulizie della ditta “La scopata” lavorano al “Polenta e osei”, ristorante nel lombardo, per conto del “cumenda”, il proprietario del locale. Ad insaputa di quest’ultimo, però, il gruppo si sta adoperando per portare in scena a teatro il mito di Piramo e Tisbe.
Da qui lo spettacolo si snoda tramite tre atti in cui la sgangherata squadra, alla quale inaspettatamente si unirà anche el cumenda, prima ancora di vedersela con la loro rappresentazione teatrale dovrà vedersela con i suoi stessi componenti, l’uno più singolare dell’altro.

Il cast de “La molto tragica storia di Piramo e Tisbe che muoiono per amore”

Premessa necessaria: i personaggi sono caricaturali ed a tratti stereotipati ma è una scelta scientemente voluta nella realizzazione dello spettacolo, scelta volta a dare una maggiore vena comica all’opera.

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Federica Fabiani è Mazza Lara.

Federica Fabiani interpreta Mazza Lara detta La Ramazza
Da brava romagnola doc è la più dirompente della combriccola, un treno in corsa al quale difficilmente riesci a star dietro. A tratti nemmeno Mazza sta dietro Mazza.
La presenza scenica di Fabiani regala alla sua Ramazza la meritata potenza, facendola saltare sempre all’occhio dello spettatore.

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Milvys Lopez Homen è Fidelia Castra.

Milvys Lopez Homen interpreta Fidelia Castra
Di che nazionalità potrà mai essere Fidelia? Esatto, islan-cubana. Accompagnata dal suo fido cappello ornato di stella rossa, non si lascia sfuggire nemmeno per sbaglio l’opportunità di una digressione politica, per la gioia delle compagne.
Lopez Homen porta in scena una donna battagliera, forte, sempre pronta a far valere le sue posizioni anche contro la volontà delle compagne, che vorrebbero solo portarsi a casa lo spettacolo.

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Marta Marangoni è Pot-pourri.

Marta Marangoni interpreta Pot-pourri detta Enel
Si capisce fin da subito che è milanese. Non a caso è la protagonista che più vorrebbe portare nella rappresentazione di Piramo e Tisbe un guizzo di modernità non ben accettato dalle altre compagne.
Di solito il milanese non è un personaggio particolarmente simpatico. L’interpretazione di Marangoni va in senso opposto, regalandoci un personaggio fuori dagli schemi che si prende il suo spazio ogni qual volta risultasse necessario.

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Rossana Mola è Lona Spazza.

Rossana Mola interpreta Lona Spazza detta Spazzolona
Pugliese di origini, capogruppo delle inservienti nonché direttrice dello spettacolo nello spettacolo. È un personaggio particolarmente ligio al dovere. Quello teatrale. Per questo risulta colei che più sente il peso di dover eseguire un buon lavoro.
Mola riesce perfettamente in questo, il suo personaggio risulta quello col quale empatizzi più velocemente, sperando che possa trovare pace in un progetto ben riuscito.

Benedetta Monzeglio interpreta Alena Sbarovna detta Sborona
Il più impacciato tra i personaggi, non essendo dotata di particolari doti teatrali, Alena è visivamente a disagio nel recitare una parte di uno spettacolo. Essendo russa, trova conforto nel balletto, che porta a scene alquanto nonsense in giro per lo spettacolo.
Cambio di attrice in corner per Alena, portata in scena da Benedetta Monzeglio, che riesce comunque egregiamente a rappresentare le sfaccettature del suo personaggio.

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Rufin Doh Zéyénouin interpreta El Cumenda
Ivoriano e leghista (!), è il proprietario del “Polenta e osei”. All’apparenza burbero nei confronti delle dipendenti, in realtà nasconde una personalità ben diversa dalle apparenze.
Doh Zéyénouin inscena il tutto mostrando al pubblico un cumenda sognatore, che desidera di più dalla vita. Il monologo d’apertura è suo, facendoci da subito immergere nel mood scanzonato dello spettacolo.

Regia: Renato Sarti
Scene: Carlo Sala
Musiche: Carlo Boccadoro
Canzoni originali: Cochi Ponzoni e Flavio Pirini

Dove vedere “La molto tragica storia di Piramo e Tisbe che muoiono per amore”

“La molto tragica storia di Piramo e Tisbe che muoiono per amore” va in scena a Milano al Teatro della Cooperativa, in via Hermada 8, dal 12 al 20 marzo 2022.

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Per prenotazioni è possibile contattare la biglietteria del teatro:

  • Orari:
    Martedì > venerdì 15.00 > 19.00
    Sabato 18.00 > 19.30 (nei giorni di replica)
    Giovedì 15:00 > 18:45
    Domenica 15:00 > 16:30 (nei giorni di replica)
    Lunedì biglietteria chiusa
  • e-mail: info@teatrodellacooperativa.it
  • Rivenditore online: Vivaticket
  • Telefono: 02 6420761
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La Scooby Gang alle prese con la realizzazione del mito.

La nostra recensione


Partiamo dal presupposto che non sono un profondo conoscitore del mondo shakespeariano da qui questa piece teatrale prende spunto. Per rimanere nel mood dello spettacolo, possiamo quindi dire che sono arrivato in sala vergine di conoscenza.

Già dai primi istanti sono chiari due aspetti fondamentali.
Il primo è l’aver contestualizzato il tutto ai giorni nostri, permettendo così di far sentire chi assiste più coinvolto nello spettacolo.
Il secondo è l’aver voluto mantenere l’aspetto comico che caratterizza lo scritto shakespeariano. E per fortuna è così: i tre atti che compongono la messinscena scorrono che è un piacere senza mai annoiare. La sala era sempre immersa in risate, da quelle più contenute a quelle più sguaiate.

In ciò non può che aiutare l’aspetto caricaturale dei personaggi, derivato in gran parte, e volutamente, dal luogo di origine di ognuno di essi. Avremo quindi ad esempio Pot-pourri, milanese doc, fissata con i suoi workshop di recitazione o Fidelia Castra che, chi lo avrebbe mai detto, ha sempre una parola pronta per difendere il proletariato.
Restando sull’interpretazione degli attori, non posso che ritenermi soddisfatto per come han portato in scena i loro personaggi. Al netto dell’essere una commedia e del fatto che siano figure caricaturali, non è cosa da poco evitare di cadere nell’eccesso o nella banalità. L’interpretazione regge su ogni protagonista, si ha quasi la sensazione che il personaggio sia stato scritto in base alla personalità dell’attrice o dell’attore che lo interpreta.
Degno di nota, il divertimento sul palco di tutti gli attori è tangibile, regalando all’interpretazione ed al pubblico una piacevole sensazione di assistere prima di tutto ad un ritrovo tra amici che se la spassano allegramente.

Fondamentale nota finale, quel che ritengo essere il punto di forza maggiore dell’opera, è l’aver reso la rappresentazione del mito solo un pretesto per portare in scena il vero spettacolo. Per quanto l’ultimo atto sia caratterizzato dai personaggi che danno vita (a modo loro) al mito, il cuore della narrazione risiede nel vedere interagire tra loro i colleghi/amici protagonisti ed il loro barcamenarsi per portare in scena uno spettacolo che possa piacere soprattutto ad ognuna di queste diversissime teste.

Pro

Ogni personaggio riesce ad essere rappresentato in scena egregiamente, non si può non voler bene ad ognuno di loro.

Il cuore dello spettacolo non è la sola rappresentazione del mito, bensì il racconto di come i protagonisti siano arrivati ad inscenarlo. Questo regala al pubblico uno spettacolo unico, personale.

Non si smette di ridere, non ci si annoia mai.

Contro

L’unico contro, se proprio devo trovarlo, è stato il prolungarsi eccessivo di un particolare sketch. Per quanto capisca il perché sia stato reso in questo modo, ritengo si potesse asciugare senza perderne il senso.

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