Un libro ti può cambiare la vita!
Manuela Salvi
Cris, il nuovo romanzo di Manuela Salvi uscito il 17 marzo per Fandango Libri.
E’ la storia di un 19enne alla ricerca di se stesso che per la prima volta, dopo una vita trascorsa seguendo un copione stabilito da altri, decide di sceneggiare da solo la propria vita.
Un ragazzo che ha tutto, a parte la libertà. Una fuga improvvisata e disperata dalla famiglia opprimente. Un’attrazione complicata per due persone che diventano presto “casa”.
Una storia tra romanzo e realtà
Manuela Salvi, tra le più importanti scrittrici italiane per il genere Young Adult, ci ricorda così come, a volte, l’infelicità sia solo interpretare il ruolo sbagliato.
La famiglia di Lorenzo è una famiglia tipicamente italiana: padre, madre, sorella tredicenne e lui, Lorenzo, diciannovenne fresco di maturità. Ha tutto ciò che un ragazzo della sua età possa desiderare: voti ottimi, ammissione all’università, bellezza, intelligenza. Ha proprio tutto. A parte la libertà.
Nella macchina che lo porta in vacanza con la sua famiglia, l’ennesima vacanza obbligata di cui non ha deciso nulla, in un posto che odia, Lorenzo sente montare la rabbia per una vita che sembra non appartenergli affatto e che gli scivola tra le dita un minuto alla volta. Ogni cosa è stata, fino a quel momento, stabilita da altri.
In sosta all’autogrill, Lorenzo guarda le macchine che scorrono in basso, sotto la struttura a ponte sospesa sull’autostrada, in cerca di una soluzione. Quando esce dal bagno, su quella struttura a ponte prende la direzione opposta, scappa e dall’altro lato dell’autogrill pensa a un modo per sparire. In un attimo è dentro un motoscafo issato su un camion, con il cuore a mille e lo zaino con i suoi pochi averi stretto al petto. Il camion parte, Lorenzo si allontana dalla sua vita di prima.
Qui parte la sua avventura a Riccione, dove subito di trasforma in Cris, ragazzo senza fissa dimora con un’enorme voglia di scoprire la vita, con i nuovi amici Lori e Pepe, con un nuovo lavoro in un night, con una nuova pelle e nuovi desideri, che passano per il corpo, il sesso e l’amore. Che vita è quella che ci hanno disegnato addosso e che succede quando decidiamo noi di prendere la matita e disegnare nuove strade? Un romanzo divertente e diretto, dove la libertà è la tappa ultima di un viaggio dentro sé stessi.
Conosciamo meglio Manuela Salvi
Classe 1975, Manuela Salvi è scrittrice per ragazzi e traduttrice. Ha pubblicato 25 libri con i più grandi editori italiani (tra cui Nei panni di Zaf, In vacanza senza i miei, Cosa c’è più importante di uno scooter?). E’ stata tradotta in Francia, Germania, Spagna e Inghilterra. Nel 2012 ha fondato l’ICWA, l’associazione italiana degli scrittori per bambini e ragazzi. Nel 2017 il suo romanzo Girl Detached è stato tra le nomination per le Carnegie Medal, il più alto riconoscimento inglese del settore. Ha un dottorato in letteratura per ragazzi e scrittura creativa conseguito alla Roehampton University di Londra nel 2020. L’argomento centrale del suo lavoro è la diversità e la censura, sociale e editoriale, che ne scaturisce.
Quattro chiacchiere con Manuela Salvi
Nel tuo nuovo romanzo “Cris ” tocchi un argomento importantissimo ovvero la libertà e in particolare tratti dei problemi che spesso sorgono tra figli e genitori. Come mai questa scelta?
Mi sembra un tema estremamente attuale, è un fenomeno che osservo da più di 10 anni. Come professionista dell’editoria per ragazzi sono interessata all’infanzia e all’adolescenza anche come fenomeno sociale e per questo mi informo, leggo articoli, saggi e osservo molto anche i comportamenti. Ho notato un cambiamento direi epocale tra genitori e figli che mi genera ansia.
Io sono stata una ragazzina molto libera anche se i miei genitori mi hanno dato tante regole e tanti paletti ma la mia generazione (sono del ’75) negli anni ’90 se l’è ampiamente spassata. Subito dopo è iniziata un’inversione di tendenza in cui i genitori moderni sono diventati più opprimenti, invadenti e ingerenti.
Io sono sempre dalla parte dei bambini e dei ragazzi e mi immedesimo tantissimo. Ho quindi cercato di capire come può un ragazzo di oggi trovare la sua dimensione se la presenza della famiglia è così esagerata.
Quindi Cris è un po’ il prototipo di questa generazione che, stretta nella morsa della famiglia ideale, a un certo punto implode e scopre un altro mondo.
Durante un incontro con Galimberti, lui enfatizzava molto che la seconda causa di morte tra gli under 20 è il suicidio per mancanza di senso della vita, come se fossero totalmente apatici e senza motivazioni per vivere.
Questo mi ha colpito molto perchè se sei prigioniero della tua famiglia, se non hai la possibilità di fare nulla che sia già stato stabilito da un adulto di riferimento è facile poi nell’adolescenza implodere.
Così nasce un personaggio come Cris, che forse nella realtà non vedremo mai perchè ha una grande forza d’animo, una grande consapevolezza di quello che si sente però mi sembrava necessaria una narrazione alternativa.
Cris fugge dalla “gabbia dorata” della famiglia per bene e si trova a lavorare in un night, a scoprire l’amore, il sesso… senza farsi mancare nulla.
Si considera che tutto questo io lo chiamo “esperienze anni ’90”. Ho riportato un po’ la somma di esperienze personali, cose che ho fatto e che ho visto fare.
Racchiude un po’ tutta una mentalità che purtroppo si sta perdendo e che aveva portato anche innovazione nella cultura giovanile.
Bisogna restituire un po’ di adrenalina a una generazione che non la conosce e una vita senza questo, per me, non ha ragione di esistere!
Quindi Cris si rivolge di più ai ragazzi o alle famiglie facendo capire che bisogna un po’ mollare la corda?
Io mi rivolgo ai ragazzi è a loro misura e sospetto che non piacerà alle mamme…
Quando e come mai hai deciso di diventare una scrittrice per ragazzi?
Da sempre. Quando ero piccola dicevo che da grande avrei scritto libri per bambini e ragazzi perchè per me sono stati una fonte inesauribile di porte su altri mondi, di alternative di idee…
Per me lo scrittore per bambini era la persona più potente del mondo perchè poteva raggiungere l’immaginazione e la sensibilità dei più piccoli che per me era una cosa fantastica.
Tocchi sempre, anche scrivendo per bambini, tematiche molto importanti come la diversità, il sociale…
Si, perché secondo me l’infanzia è un’età bellissima dove però bisogna sopravvivere. Nel senso che si è esposti alle “angherie” degli adulti che pretendono di sapere quello che è meglio per te e si approfittano a volte del fatto che il bambino non ha esperienza o non ha le parole per esprimere quello che sente o che è.
Quindi per me l’infanzia, anche l’adolescenza, sono periodi delicatissimi dove si ha bisogno di adulti come mentori che permettano però di avere visioni differenti.
Dopo “Cris” stai già lavorando a qualcosa di nuovo?
Si ho un paio di idee, mi piacerebbe continuare con la Fandango con cui mi sono trovata molto bene e quindi vedremo….