Siamo in un paese che ha fatto dell’oblio lo sport nazionale e della memoria storica un optional.
Renato Sarti
Renato Sarti, con cui avevamo avuto una lunga chiacchierata in occasione del suo spettacolo “La molto tragica storia di Piramo e Tisbe che muoiono per amore” riporta in scena dal 24 al 29 Gennaio 2023 al Teatro della Cooperativa un suo lavoro senza tempo ovvero “Matilde e il tram per San Vittore, spettacolo inserito nella Rassegna “Invito a Teatro” e tratto dal libro di Giuseppe Valota “Dalla fabbrica ai lager“.
La sinossi dello spettacolo
In seguito agli scioperi − i più grandi nell’Europa occupata dai nazisti – che durante la Seconda Guerra Mondiale paralizzarono i maggiori stabilimenti a nord di Milano, centinaia di lavoratori di Sesto San Giovanni e dei comuni limitrofi furono arrestati e deportati nei lager. Uomini sottratti ai propri affetti, costretti a vestirsi rapidamente per poi sparire. Madri, mogli, sorelle e figlie si precipitavano inutilmente al carcere di San Vittore e in altri luoghi di detenzione di Milano alla loro disperata ricerca.
Scritto da Renato Sarti, il testo nasce dalle testimonianze raccolte da Giuseppe Valota, presidente dell’ANED di Sesto San Giovanni e Monza, recentemente scomparso, figlio di un deportato che perse la vita a Mauthausen.
Matilde e il tram per San Vittore mette in luce il non eroismo di migliaia di persone che si opposero al fascismo e al nazismo, pagando un caro prezzo. Lo fa attraverso le voci di quelle donne che si ritrovarono improvvisamente costrette a gestire da sole un quotidiano di fame e miseria, nel terrore della guerra e dei bombardamenti. Nel dopoguerra per molte di loro incominciò un periodo d’attesa ancor più terribile. Dei 570 deportati delle grandi fabbriche, 223 non fecero ritorno e 10 morirono per le malattie contratte nel lager. Sia per le mogli, le sorelle, le madri e le figlie di quegli uomini che non tornarono, sia per quelle che ebbero la fortuna di riabbracciare il proprio marito, fratello, padre e figlio, la vita non fu mai più quella di prima.
Quattro chiacchiere con Renato Sarti.
“Matilde e il tram per San Vittore” è un tuo lavoro del 2018 e torna in scena al Teatro della Cooperativa.
Sì, torniamo con una nuova versione con due attrici storiche del nostro teatro che sono Rossana Mola e Marta Marangoni.
Con questo lavoro tocchi una parte di storia che spesso magari non si considera, sopratutto dal pubblico dei più giovani che non sa che si poteva finire deportati anche per uno sciopero...
Sì, ma secondo me il problema principale è anche un altro. Giusto quello che dici tu e io spesso dico che i ragazzi sanno “niente, poco o male” del loro recente passato, ma non è colpa loro poiché sono l’implacabile specchio del fallimento quasi totale delle due generazioni che li hanno preceduti in un paese che ha fatto dell’oblio lo sport nazionale e della memoria storica un optional.
E! molto forte questo tuo pensiero. Pensare di essere in una bolla di oblio è difficilmente accettabile.
Considera che io nel mio percorso curricolare di scuola non ho mai studiato la seconda guerra mondiale, cosa che ora per fortuna accade.
C’è il Giorno della Memoria, che tutti chiamo “giornata” come fossa una scampagnata, una pizzata e invece è IL GIORNO che ha contribuito molto, nonostante dei difetti tipo che è stata istituita 60 anni dopo, che si sposta tutto fuori dal territorio nazionale e che ci dimentichiamo appositamente o volutamente della deportazione politica. Si ricorda l’aspetto raziale, che è importantissimo (mai vorrei che trapelasse da queste mie parole che non bisogna parlare della Shoache che è stata qualcosa di orribile) ma mai dimenticarsi dell’aspetto politico.
Con “Matilde e il tram per San Vittore” decidi di toccare proprio questa tematica.
Sì esatto, si parla della deportazione politica degli operai che dopo grandi scioperi del ’43 e ’44, che vengono magnificati dalla Pravda e dal New York Times in prima pagina per il coraggio degli italiani che hanno fatto i più grandi scioperi sotto il giogo nazista in Europa, vengono poi assolutamente dimenticati.
L’Aned non viene invitata a manifestazioni, viene spesso dimenticata… ed è quella che nel dopo guerra ha contribuito a fare in modo che i deportati politici venissero riconosciuti come tali, lavorando per loro procurando sussidi, ricordi, libri.
In questo tuo spettacolo dando voce alla donne metti in luce il mondo del “non eroismo” che in Italia non ha mai molto seguito dato che siamo sempre alla ricerca invece del mondo degli eroi.
Quello di cui racconto in Matilde era un eroismo quotidiano di donne che dovevano sbarcare il lunario, avevano figli e anziani in casa, malati, geloni, freddo, mancanza di cibo, la paura dei bombardamenti…
Improvvisamente si trovavano a affrontare questo clima terribile di guerra senza gli uomini che gli venivano portati via da un giorno all’altro.
Questa Matilde che prende il tram verso San Vittore è un emblema di quel periodo?
Sì, alcuni sapevano che i loro cari potevano essere li, altri non sapevano dove cercarli rimanendo nell’incubo di non sapere dove finivano.
Matilde ha 11 anni, una nonna malandata, l’altra abita a Bari, una zia… prima viene a sapere che il papà e morto e va con la mamma a trovarlo all’obitorio. Poi la mamma viene arrestata e lei rimane sola a casa e se ne va da Sesto San Giovanni, a Monza, a Milano con i tram (che poverina sbaglia) fino a che arriva a San Vittore dove viene a sapere che la mamma è stata arrestata.
Lei diventa così l’emblema di questo coraggio, di questa forza, di questo eroismo quotidiano.
Tu con il Teatro della Cooperativa porti da sempre avanti questo percorso di sensibilizzazione verso questi argomenti. Quanto, secondo te tutto, questo sta arrivando sopratutto al pubblico delle nuove generazioni per renderli più consapevoli di questo passato troppo dimenticato?
Il 27 Gennaio è un giorno fondamentale, stabilito il 20 luglio del 2000, purtroppo però si unisce ai difetti di cui abbiamo già parlato, il fatto che se tu hai una piantina da curare amorevolmente come quella della libertà e della democrazia non puoi irrorarla di 100 litri d’acqua in un giorno perché muore.. ma diciamo anche meglio questo rispetto a quello che avevamo prima!
Adesso con film, filmati, fiction, video, Mattarella, scuole, Liliana Segre… se ne parla di più attorno a questi giorni. Certo quindi che qualcosa si è fatto ma forse bisognerebbe avere un progetto più cadenzato, più studiato che faccia si che durante l’anno se ne parli di queste cose e nella dovuta maniera. Dovrebbe far parte del percorso di studi dei ragazzi delle medie inferiori e superiori e magari coinvolgere ad esempio l’Aned nella formazione questi studenti.
Il cast di “Matilde e il Tram per San Vittore”
Testo e regia Renato Sarti
con
Rossana Mola e Marta Marangoni
scena e costumi Carlo Sala | musiche Carlo Boccadoro | luci Claudio De Pace
progetto audio Luca De Marinis
drammaturgia Marco Di Stefano
produzione Teatro della Cooperativa | con il sostegno di ANED
e sostenuto da NEXT ed. 2017/18, progetto di Regione Lombardia in collaborazione con Fondazione Cariplo con il patrocinio di ANPI, Istituto Nazionale Ferruccio Parri e ISEC e dei Comuni di Albiate, Bresso, Cinisello Balsamo, Monza e Muggiò
Info e biglietti
via privata Hermada 8 – Milano
info e prenotazioni – Tel. 02 6420761
info@teatrodellacooperativa.it – www.teatrodellacooperativa.it
BIGLIETTERIA
da martedì a venerdì 15.00 – 19.00
sabato 18.00 – 20.00 (nei giorni di replica)
domenica 15.00 – 16.30 (nei giorni di replica)
Il ritiro dei biglietti potrà essere effettuato fino a 30 minuti prima dell’inizio dello spettacolo
I biglietti sono acquistabili anche online sul circuito Vivaticket
ORARI SPETTACOLI
(salvo diverse indicazioni)
martedì, mercoledì, venerdì e sabato ore 20:00
giovedì ore 19:30
domenica ore 17:00
lunedì riposo
BIGLIETTI
intero 18€ – riduzioni convenzionati 15€ – under 27 10€ – over 65 9€
giovedì biglietto unico 10€
diritto di prenotazione 1€ (non applicato agli abbonamenti e ai biglietti acquistati online)
ALTRE RIDUZIONI
gruppi (10 o più) 12€
Vieni a Teatro/Agis 12€ (martedì-mercoledì-domenica) 15€ (venerdì-sabato)
A Teatro in bicicletta 8€ mostrando in cassa un dispositivo di protezione (caschetto o luce segnaletica led)
scuole di teatro 10€ con tessera della scuola
precari, disoccupati e cassintegrati 9€
disabili 9€ + accompagnatore (se obbligatorio) omaggio
Abitare e UniAbita 9€
COME RAGGIUNGERCI
MM3 Maciachini / MM2 Lanza + tram 4 (fermata Niguarda Centro)
MM5 Cà Granda + autobus 42, 52
autobus 42, 51, 52, 83, 166, 172
BikeMi 313 (V.le F. Testi), 315 (Cà Granda), 322 (M5 Cà Granda)