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VINCENZO INCENZO: “Il dizionario del cuore è oggi la più grande trasgressione”. “Comizi d’amore” è il suo nuovo album live. Intervista esclusiva. 
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VINCENZO INCENZO: “Il dizionario del cuore è oggi la più grande trasgressione”. “Comizi d’amore” è il suo nuovo album live. Intervista esclusiva. 

Vincenzo Incenzo

La canzone portata alla sua essenza fa capire tutto di se stessa e la riscopri in una luce nuova.

Vincenzo Incenzo

Vincenzo Incenzo torna dal suo amatissimo pubblico con COMIZI D’AMORE” (Verba Manent, distribuzione Artist First), il primo album live in acustico del cantautore, scrittore, regista e autore per i più grandi artisti italiani.

La cover di " Comizi d'Amore"
La cover di “Comizi d’Amore!

Il singoloComizi d’amore è l’inedito-manifesto pensato per pianoforte ed archi, una dedica appassionata e struggente d’amore e di impegno civile.

Scopriamo nel dettaglio ” Comizi d’amore”.

Comizi d’amore, celebra la grande produzione dell’artista, toccando sia il percorso autoriale (che lo ha visto firmare canzoni per Renato Zero, Lucio Dalla, Antonello Venditti, Sergio Endrigo, Michele Zarrillo, Franco Califano, Patty Pravo, Ornella Vanoni, PFM, Tosca e tanti altri) che quello cantautorale. 
Allo stesso tempo, il disco è il diario sonoro degli ultimi concerti che Vincenzo Incenzo ha tenuto in Italia, sia da solo con pianoforte e voce che con Jurij Ricotti (chitarre), Gianfranco Mauto (tastiere), Minji Kim (soprano) e con gli interventi agli archi di Enrico Renzi e Gennaro Della Monica.

L’artista deve sempre rompere la linea; la mia provocazione è, nell’epoca del suono plastificato e dell’autotune, un album live quasi interamente piano e voce.

Vincenzo Incenzo

Il titolo dell’inedito e del disco si rifà all’omonimo documentario di Pier Paolo Pasolini (a cui nell’album è dedicato il brano “Pierpaolo”, scritto da Vincenzo Incenzo per Franco Califano).

La Tracklist di “Comizi d’amore”.

Questa è la tracklist di “Comizi d’amore”: 
Comizi d’amore” (inedito), “Con che cuore”, “L’elefante e la farfalla”, “Benvenuta”, “La mia canzone per te”, “Altre emozioni”, “Ciao Repubblica”, “Je suis”, “Il primo giorno dell’estate”, “Un’altra Italia”, “Dal paese reale”, “L’impossibile vivere”, “L’acrobata”, “La canzone che sta passando”, “L’amore ha un nome solo”, “Pierpaolo”, “Non è vero”, “La tua rivoluzione”, “Rispondimi”, “Cinque giorni”.

Conosciamo meglio Vincenzo Incenzo.

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Quattro chiacchiere con Vincenzo Incenzo

“Comizi d’amore” ovvero un album di canzoni “nude” e trovo questo sia davvero affrontare una grande sfida e andare contro corrente, convieni?
Sono assolutamente d’accordo. L’ho fatto in maniera probabilmente incosciente ma con quel pizzico di razionalità che mi è rimasta penso che sottrarre le canzoni al tempo, al loro vestito di stagione dato dagli arrangiamenti e quant’altro e riportarle al momento in cui sono state concepite gli dia una sorta di piccola eternità.
È un disco, questo, che fa capire bene lo scheletro della canzoni, suonandole così si capisce lo spirito e l’attitudine di una composizione e può anche essere, in qualche modo, una sorta di piccolo sostegno per gli autori a venire.

Questo tuo lavoro è stato anche l’occasione per fare un viaggio nella grande storia della musica italiana che ti vede come autore e cantautore. Io riassumerei tutto questo in una tua bellissima frase che si trova in “Comizi d’amore “ovvero “il dizionario immenso del mio cuore”. È forse questa la ricetta per fare davvero questo mestiere?
Non vorrei che questa frase apparisse presuntuosa. Io credo che il cuore ha un suo dizionario a prescindere da chi lo governa e lo porta con se.
La riscoperta della nostra interiorità va assolutamente rivalutata, c’è un atteggiamento troppo di superficialità inquietante in questo periodo nell’inseguire i modelli dominanti.
Si fa tanta ricerca esteriore ma poca interiore. Si va a cercare cosa si sente in Inghilterra, in America, si cerca il suono nuovo e quello che più adatto al mercato radiofonico perché altrimenti non vieni passato…
Questo porta a perdere un po’ l’ascolto di quello che c’è all’interno di noi stessi.
Questo disco se ne frega un po’ di tutto e si sottrate alle logiche di mercato e della discografia e opera questo tipo di ricerca all’interno di questo “dizionario” che non è di moda o forse lo è assolutamente di più!

Altro tocco di “profonda trasgressione” è legato alla scelta del titolo che si rifà a un documentario di Pier Paolo Pasolini.
Io trovo che in questa definizione “Comizi d’amore” ci si a tutto quello che a me interessa raccontare nelle canzoni, la parte sociale che appartiene alla gente e alla strada e poi c’è la nostra sfera più intima, la parte meno confessata di noi stessi.
Questi sono i due binari su cui io mi muovo da sempre. Mi è sempre piaciuto raccontare i sentimenti intimi ma anche quello che c’è attorno alle persone.

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Hai parlato di uno “scheletro” essenziale delle canzoni ma ascoltando “Comizi d’amore” si può pensare anche ad una poesia che viaggia anche senza la parte musicale. Una poetica così forte che va oltre l’essere il testo di una canzone. C’è questo intento nella tua scrittura?
Nelle prime esecuzioni live di questo brano io quasi non suonavo, sentivo il pianoforte come qualcosa di invasivo, lasciavo la parola molto libera.
Dell’autonomia del testo me ne sono accorto anche quando ho fatto il video, infatti nel primo ho voluto proiettare semplicemente le parole perché qualsiasi interferenza narrativa era un disturbo.
Solo nel successivo ho aggiunto le riprese dell’esecuzione della canzone in bianco e nero senza aggiungere altro.
Penso che il brano offra tutte le immagini necessarie per crearsi un proprio film interiore senza dover aggiungere altro e questo è il mio percorso, quello di “sottrarre” e andare alla radice delle cose.

Si affianca al tuo splendido percorso cantautorale, l’essere autore per una quantità di artisti che possono senza dubbio farci affermare che hai fatto e stai facendo un grande viaggio nella storia della musica italiana. Come hai scelto i brani della track list di “Comizi d’amore”?
È stato complicato e sono rimaste fuori molte canzoni purtroppo.
Mi ha fermato soltanto il minutaggio del Cd, sono arrivato oltre la linea di guardia che è 78 minuti.
Non trovavo bello fare un “Comizi d’ amore – 2” ma nei live mi piace l’idea di inserire brani non presenti nel cd che possano alternarsi.

Prossimi impegni dove ti potremo ascoltare?
Cominciamo l’8 luglio in una cornice bellissima a Cortona nei concerti del Sacro che ha quest’anno un cartellone davvero molto interessante.
Poi andrò a Palermo e a Napoli e chiuderò a Roma a settembre.

Un artista con la tua esperienza se dovesse dare qualche consiglio ai giovani interpreti ma anche a questa miriade di ragazzi che si butta nel mondo della composizione, cosa direbbe?
Il consiglio che do sempre anche durante i miei seminari di scrittura è quello odi coltivare la propria differenza, di non guardare cosa sembra funzionare al momento.
L’artista è quello che rompe la linea della continuità e non si inserisce nel tracciato segnato da altri.
Quelli che fanno la differenza sono quelli che improvvisamente invertono la rotta.
Serve avere un’identità talmente prepotente da apparire magari anche illogica, irrazionale, fiori tempo, fuori moda ma che c’è.
La sfida poi finale è sul live che è il banco di prova necessario e inappellabile.

Il visual video di “Comizi d’amore” di Vincenzo Incenzo.

In questo visual video Vincenzo Incenzo ha voluto rendere protagoniste le parole, proiettandole senza interferenze narrative di altro genere, come ci racconta lui stesso .
Così: “Il cielo della Colombia si è offerto come lo sfondo ideale. Un piano sequenza unico, senza interruzioni, risultato magicamente della stessa durata del brano”
(V. Incenzo).

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