Dopo cinque anni dedicati al mercato internazionale, Silvia Olari torna protagonista del panorama musicale italiano con un nuovo singolo dal titolo “Iride” accompagnato dalla sua versione inglese “No more tears to cry”.
Il grande ritorno di Silvia Olari tra Italia e Europa.
Silvia Olari, conosciuta dal grande pubblico grazie alla partecipazione all’ottava edizione di “Amici di Maria De Filippi”, è tornata a lavorare per questo progetto con Bjorn Johansson, autore e compositore svedese, già produttore del suo precedente album “There is something about you”. La sua etichetta, la Music Shack Records, collabora con diversi artisti emergenti di tutto il mondo.
Iride è stato registrato in Italia ma la sua produzione è divisa tra Francia e Svezia: nato dall’idea musicale di Bjorn Johansson, Linda Dale e dell’autore francese Frans Janousek, il testo è stato completamente rielaborato ed adattato alla musica, nella versione italiana, da Silvia Olari.
“Iride”: un amore che non sboccia tra sonorità pop rock e soul.
Nel brano, di genere pop rock ma dalle sfumature soul, Silvia Olari racconta un rapporto che non riesce a decollare e lascia quella sete di totalità dietro a un’incomprensione, visibile già dagli sguardi.
Nella versione inglese, “No more tears to cry”, la tematica è la medesima, vista con un’ottica di maggiore sofferenza e meno legata alla metafora degli occhi.
Le due versioni sono volontariamente e strettamente collegate: i fan italiani e quelli stranieri ascolteranno questo brano e “leggeranno” lo stesso messaggio.
Conosciamo meglio Silvia Olari
Nata a Parma il 17 luglio 1988, Silvia Olari si avvicina al mondo della musica all’età di 8 anni studiando pianoforte e canto moderno. La svolta della sua carriera avviene nel 2008, dopo la partecipazione a numerosi concorsi, piazzamenti di rilievo in tanti Festival e borse di studio di elevato valore musicale: Silvia entra nel cast dell’ottava edizione di Amici di Maria De Filippi.
Da quell’esperienza nasce il suo primo EP, dal titolo “Silvia Olari” prodotto con la major Warner Music. Nel 2010 Warner Music distribuisce anche l’album “Libera da”, con il singolo “Inaccettabile” che raggiunge 550.000 ascolti sul sito ufficiale della Rai nel periodo di Sanremo.
Nel 2011 viene introdotta da Enzo Iacchetti nel progetto discografico benefico “Acqua di Natale” (in un cd con Claudio Baglioni, Mina, Lucio Dalla…), futuro disco d’oro. A seguire apre i concerti di Riccardo Fogli, degli Stadio e di Silvia Mezzanotte. Nel 2013, dopo gli ottimi successi ottenuti con il suo nuovo singolo “Niente di me”, si esibisce in prima serata su Raiuno durante “Una Notte per Caruso”.
Nel 2017 firma un contratto discografico con l’etichetta svedese Music Shack Records: il suo primo singolo internazionale “Lost in Yourself” (top 20 Itunes tra i titoli RnB più scaricati in Italia) e il nuovo singolo italiano “Fuori di testa” (etichetta Beat Sound Milano) anticipano l’uscita dell’album “There is something about you” (23 marzo 2018).
Quattro chiacchiere con Silvia Olari
Dopo 5 anni di mercato internazionale, torni con un brano in doppia versione. Hai sentito la necessità, il desiderio di cantare in italiano?
Sicuramente entrambe le cose. Sono 5 anni che non pubblicavo niente per il mercato italiano perchè mi sono dedicata a quello internazionale. E’ uscito un album nel 2018 che è prodotto dalla stessa etichetta e la stessa squadra che produce “Iride”.
Sentivo il bisogno di tornare a esprimermi nella mia lingua, sono l’autrice del testo e quindi ne sono molto felice.
Torniamo a “Iride” dove si parla di un amore che non va. Ci racconti di te in questo brano? Da dove nasce l’ispirazione?
C’è una forte parte autobiografica legata a esperienze che ho vissuto anche a livello di espressione e stato d’animo. Non riesco a scrivere non mettendo gran parte di me e credo che questo sia positivo, non riesco a prendere le distanze.
“Iride” è un immagine che ha preso forma durante la scrittura come specchio dell’anima e come veicolo per poter leggere l’altra persona e trovi… il deserto.
Il testo parla delle lotte interne e delle contraddizioni di ognuno di noi, ma non manca la voglia di rivalsa che ci deve dare la forza di uscire da quello che non ci fa star bene.
Sei tornata all’italiano ma tieni con “Iride” una doppia versione del brano. Come mai questa decisione?
E’ una cosa che ho voluto assolutamente io. Il mio produttore svedese Bjorn Johansson, con cui ho un bellissimo rapporto di stima e fiducia, mi ha proposto un uscita in italiano nonostante il pezzo fosse uscito anche in inglese ed è la prima che faccio con questa etichetta, le precedenti erano con altre produzioni.
Ho voluto fare un’uscita simultanea sia perché mi piace tanto anche la versione inglese sia perché volevo dare continuità all’album del 2018.
Questo brano in entrambe le versioni io lo definisco un “evoluzione” di Silvia ma con un filo conduttore che la lega al passato.
In ultimo mi dispiaceva sacrificare la versione inglese per quella italiana.
Come mai hai deciso di lavorare con un’etichetta non italiana?
E’ un’esperienza molto positiva sopratutto legata alla fiducia che la produzione ha non solo nel talento dell’artista ma anche nelle scelte, si decide insieme.
Questa collaborazione nasce da un incontro casuale perchè quando ho preso contatti con il produttore vivevo a Londra. Sono andata fuori dall’Italia perché cercavo stimoli nuovi dato che mi trovavo in um momento di ” difficoltà di orientamento”.
Da li ha preso corpo questo progetto che è uscito nel 2018 ma su cui abbiamo iniziato a lavorare nel 2015.
Parliamo della tua partecipazione ad Amici 8 di qualche anno fa e molto diverso da quello attuale. Cosa ti ha lasciato di bello e non questa esperienza?
Trovare qualcosa di non bello è difficile trovarlo, sopratutto dopo tanti anni. Amici è un’esperienza talmente forte che, per quanto mi riguarda essendo una persona molto sensibile, la metabolizzi con il tempo soprattuto come nel mio caso quando ti ritrovi a non essere la vincitrice assoluta che fu Alessandra Amoroso.
Eravamo nel culmine di questo format e quell’anno abbiamo firmato contratti discografici con le major in sei cantanti (è tantissimo) cosa che ora non capita più!
Penso di aver potuto prendere il meglio di questa esperienza.
Il brutto è non essere arrivata alla finalissima e mi sarebbe piaciuto tantissimo. Ho anche dovuto scontrarmi con molti pregiudizi, con delle “discrete” cattiverie arrivate dai mie compagni di avventura…
Devo anche dire però che queste “battaglie” mi sono servite tantissimo e mi hanno molto fortificata anche nell’accettazione delle critiche.
Dopo “Iride” cosa arriverà di nuovo?
Qualcosina già bolle in pentola ma con la produzione vogliamo al momento concentrarci su questa uscita che riteniamo molto forte e siamo piacevolmente sorpresi dal successo che sta ottenendo.