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Luca Gaudiano: chi è il vincitore delle Nuove Proposte di Sanremo 2021 (VIDEO dell’intervista con Dejavu)
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Luca Gaudiano: chi è il vincitore delle Nuove Proposte di Sanremo 2021 (VIDEO dell’intervista con Dejavu)

Luca Gaudiano vincitore a Sanremo 2021

La 71esima edizione del Festival di Sanremo si è distinta per la sua apertura alla musica indie e a giovani artisti da poco esplosi come fenomeni sui social. Nella categoria Nuove Proposte abbiamo invece potuto ascoltare brani interessantissimi (spesso anche più di quelli dei Big..). Tra i finalisti delle Nuove Proposte sia nomi nuovi alla scena pop e alla TV italiana, sia nomi già noti e conosciuti grazie ai talent o a Spotify.

L’artista vincitore tra le Nuove Proposte è stato Gaudiano, che si è esibito con il suo brano Polvere da sparo.

Chi è Gaudiano?

Gaudiano, all’anagrafe Luca Gaudiano, è un cantautore e performer italiano classe ’91 che ha da pochissimi mesi esordito nel pop con i suoi primi singoli “Le cose inutili” e “Acqua per occhi rossi”. I due brani fanno parte di un 45 giri digitale che prevede quindi un Lato A ed un Lato B.

Partecipa ad AmaSanremo con il suo singolo Polvere da Sparo, e supera le selezioni davanti ai giudici Piero Pelù, Luca Barbarossa, Morgan e Beatrice Venezi, fino alla finale di Sanremo Giovani del 17 dicembre. Qui viene selezionato tra le 8 Nuove Proposte del Festival di Sanremo 2021.
Si esibisce al Festival sul palco dell’Ariston e raggiunge il gradino più alto del podio conquistando l’ambito premio in palio per le Nuove Proposte!

Il brano Polvere da sparo è un successo anche sul web, tanto che conta ad oggi più di 700.000 stream su Spotify e più di 400.000 visualizzazioni il video della sua esibizione a Sanremo sul canale Youtube della Rai.

Accanto alla scrittura e al cantautorato, Luca ha studiato e lavorato nel musical: è stato nel cast di importanti titoli tra cui American Idiot, il più recente Ghost e tanti altri.

La nostra intervista a Gaudiano

Durante la fase di selezione di AmaSanremo abbiamo intervistato Gaudiano, che allora concorreva per un posto tra le Nuove Proposte e ancora non sapeva che avrebbe vinto l’ambitissimo (e meritatissimo) premio.

Quando la musica è arrivata nel tuo percorso?

La musica è arrivata nella mia vita da subito: nella mia famiglia c’è sempre stata una predisposizione ad avere un atteggiamento favorevole al discorso musica. Ho avuto la fortuna di ascoltarne tanta e di tanti tipi, sia il cantautorato italiano che la scena hip-hop del Nord Italia.
È entrata attivamente nella mia vita quando mio padre mi regalò una chitarra acustica, e la volevo tanto perché desideravo avere un’appendice che mi permettesse di fare musica. E da allora fino agli ultimi anni ho creato una mia identità.

Il tuo processo di scrittura è stato interrotto dal periodo di lockdown o avere più tempo ti ha permesso di mettere a frutto la tua creatività?

I miei brani di esordio (usciti il 25 di settembre) sono usciti con la formula del 45 giri in digitale: un omaggio al supporto fisico, ci siamo immaginati una cosa che per antonomasia è tangibile – il vinile – ma in digitale. Quei due brani sono stati scritti in lockdown. Dilatandosi il tempo, ci ha dato la possibilità di osservarci e conoscerci meglio. Mi sono soffermato sull’osservare come cambiava la qualità dei rapporti umani.
Polvere da sparo invece l’ho scritta prima del lockdown, fa riferimento alla perdita di mio padre: avvenuta a marzo 2019. In maniera immediatamente successiva a questo evento ho scritto Polvere da sparo: è stato per me un periodo di grande riflessione e introspezione.

Come arriva per te l’ispirazione?

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Un po’ perché la cerchi: senti che c’è la necessità di mandare un messaggio. Avverti una sofferenza di malcontento comune, avvertire che anche intorno c’è qualcosa che non va: secondo me sta lì la sensibilità. E questa sensazione va anche ricercata e sfruttata per far fruttare al meglio la propria sensibilità.
Polvere da sparo è arrivata di getto, nel tempo di un viaggio Foggia-Milano in treno. Altre volte c’è invece bisogno di un po’ di ricerca, devi essere bravo a farti portare dalle tue sensazioni.

Quanto il tuo percorso nel teatro ha influito sul tuo percorso da cantautore?

Ho sempre cercato di tenere distinte le due figure artistiche, perché nella discografia si è sempre fatto fatica a riconoscere una certa attitudine anche semplicemente a stare sul palco. Ci si dimentica che quello che può essere un palcoscenico di un concerto, è sempre un palcoscenico.
Sicuramente quello che posso portarmi dal teatro è la serenità dello stare sul palco: è adrenalinico ma non è mai ansiogeno. È una situazione con cui ho già familiarizzato. Riesco a divertirmi.

Per ascoltare l’intervista intera guarda qui il video IGTV della diretta.

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