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Lucy Aiston, un workshop da vera Regina!
Scuro Chiaro

Lucy Aiston, un workshop da vera Regina!

Lucy Aiston

Continua l’avventura con gli amici di TAB (The Artist Bridge) che anche ieri hanno organizzato un workshop di danza.
Settimana scorsa Phil Mennell ci ha portato nel magico mondo di “Aladdin” , ieri invece il nostro Giorgio Camandona (che ricordiamo essere anche colui che ha portato “Italy Bares” in Italia), insieme a Mauro Simone, Martina Ciabatti e Phil Mennel, ci conducono mano nella mano nel mondo del musical “SIX“.

La nostra maestra d’eccezione per questo workshop è Lucy Aiston, lei è Anna Bolena nel musical “SIX”.

La lezione

Partiamo come sempre con un riscaldamento sui brani “Don’t Play“, “Peaches” e “Like I Love You“. Isolazioni, stretching e una piccola coreografia sono i punti cardine di questo momento introduttivo alla coreografia che tutti aspettiamo.

Piccola introduzione al personaggio “è stata lasciata perché è brutta ma sa di essere quella che ha avuto la sorte migliore tra le mogli” e si parte con la coreografia! La sezione è il ritornello, e Lucy ci dice che il suo personaggio è ispirato a Rihanna!
La coreografia è costruita un po’ sulle parole e un po’ sui conteggi… la cosa si fa impegnativa!
Si balla su “Get Down“, brano del musical “SIX”, una coreografia veloce e piena di personalità e stile.
Come sempre grande energia e attenzione da parte di Lucy che spiega più volte i passaggi con e senza musica, supportata sempre dalla magnifica Martina che traduce tutto per noi.
Si prova si riprova e si arriva alla fine anche di questa coreografia, due minuti di pausa e poi si passa alle domande a Lucy…

Lucy Aiston
Lucy Aiston la maestra d’eccezione per questo workshop.

Lucy Aiston risponde a:

In Anna Bolena come sei riuscita a rendere tuo questo personaggio, a farlo diverso rispetto agli altri performer?
Io ho un accento, io sono di Newcastle, e in realtà è molto più forte di come sto parlando con voi. Se uso il mio accento parlo molto veloce quindi adesso non lo sto usando. La mia Anna Bolena è di Newcastle quindi quando canto metto il mio accento. E’ una cosa che succede molto spesso Inghilterra, ci sono molti accenti regionali, quello del Galles o della Scozia e negli spettacoli usano il tuo accento. Facendo “SIX” ho anche scoperto che Anna Bolena era molto intelligente è una ballerina suona vari strumenti e, quando guardi il musical, forse sembra un po’ pazza ma in realtà è estremamente intelligente. Sa quello che sta facendo, è molto ironica, a volte dice delle cose un po’ stupide, quando le chiedono “Che cosa fa più male di un cuore spaccato?” Anna Bolena dice “Una testa!” perché lei ovviamente è stata decapitata.

In “SIX” il cast è piccolo rispetto ad altri spettacoli quindi com’è lavorare in un ensemble dove ci sono solo sei persone o poco più?
Io in realtà ero molto nervosa perché ho un sacco di miei amici sono maschi, non ho mai avuto tante amiche femmine e qui invece ero circondata da donne. In realtà è un cast meraviglioso le ragazze sono dolcissime tutte molto gentili, ci aiutavamo. Nel cast siamo sei ragazze ovviamente e poi ci sono due swing e anche due extra swing. Loro sono solo in prova ma non vengono con te sulla nave, sono pronte nel caso ce ne sia bisogno. A Londra hanno sei ragazze e quattro swing. Anche il mio team creativo erano tutte donne ed è una cosa ovviamente molto bella. Nella storia sono sempre stati gli uomini ad avere il controllo, invece “SIX” è un musical dove il controllo è in mano alle donne e tutto questo crea una dinamica molto diversa ma decisamente difficile! Lo spettacolo sono 75 minuti e praticamente sei sempre sul palco a parte per 20 secondi… hai solo il tempo per bere e tornare sul palco, questa è la parte difficile perché non puoi respirare, sei sempre in scena ma ovviamente se sei con un gruppo di ragazze che non sono carine sarebbe tutto molto più difficile ma io sono stata fortunata.

Qual è la differenza fra essere in un musicall tradizionale o in un musical pop come “SIX” a livello di tecnica vocale?
“SIX” è quasi tutto cantato, c’è un po’ di dialogo ma tanto, tantissimo cantato. E’ difficile perché sono canzoni pop c’è un sacco di belting, mixing e devi trovare il modo più salutare per farlo. Io, per esempio, non ero abituata a sostenere questo tipo di canto e ovviamente quando sei in un gruppo devi anche essere capace di mettere un po’ meno energia perché comunque sei in un canto corale. Io non ho mai studiato tanto pop però penso che sia una cosa importante, ho un insegnante privato con cui lo faccio. Se avete la possibilità studiate sia musical che canto pop, ci sono talmente tanti spettacoli pop! Adesso ci sono le audizioni per “Moulin Rouge” e devi fare un sacco di audizioni ed è tutto canto pop. Musical e pop sono tecniche diverse quindi bisogna imparare a gestirle.

Com’è lavorare su una nave?
Su questa ho fatto pochi spettacoli per colpa del COVID, in realtà abbiamo aperto e poi chiuso pochi giorni dopo. Io preferisco fare gli spettacoli sulla nave, quando mi sono diplomata ho avuto un’operazione alla gamba e non ho potuto ballare quindi sono andata a lavorare su una nave semplicemente come cantante e non in un musical, dovevo semplicemente cantare, non mi è piaciuto tantissimo…
A volte si ha una brutta reputazione a lavorare su una nave. Io ho fatto sulla nave lo stesso spettacolo del West End dove non c’era alcuna differenza, anzi il nostro palco era più grande! Non c’è assolutamente nessuna differenza ma fai un sacco di soldi in più, la paga è molto meglio sulle navi che nel West end e in più vedi anche il mondo! Quindi lo raccomando. Molto dipende anche dall’esperienza che vivi sulla nave, quando ho fatto “SIX” l’ho adorato, per quel poco tempo che sono stata a bordo.
Io lo consiglio sempre, soprattutto se c’è un musical che vi piace o se vi piace semplicemente cantare, o se vuoi fare il vocalist o il ballerino, è un’esperienza che comunque ti fa guadagnare anche molto.

Quanto durano le prove e come funzionano?
Normalmente quattro settimane di prova ma, per qualche ragione, hanno deciso con il mio cast di provare a farlo in tre settimane e ve lo dico, non lo potete fare in tre settimane! Noi lo abbiamo fatto ma perché eravamo in sala prova sei giorni su sette a settimana, dalla mattina alla sera. Quando finivamo andavamo tutti in palestra a ripassare il materiale perché non è possibile farlo in tre settimane! Infatti poi hanno cambiato idea hanno capito che farlo in tre settimane era troppo dura.
I primi tre giorni impari tutto ciò che riguarda le regine, la storia, impari i riferimenti pop. C’è anche una lip sync Battle! Devi scegliere la tua canzone pop e io scelto una canzone Jesse James, una mia amica scelto un rap di Nicki Minaj ed è stato molto divertente!
Questo esercizio serve per rompere le barriere e anche per diventare un po’ più “pop star” devi sentirti come una regina, devi dimenticarti delle tue insicurezze.
Poi si inizia dall’inizio si impara la parte vocale, la coreografia e poi le metti insieme, poi impari le scene e il giorno dopo fa il recap di tutto quello che hai fatto il giorno prima e vai avanti. Poi c’è la prova costume e poi di solito, quando si arriva sulla nave, ci sono da fare le prove tecniche perché di solito sulla nave in “SIX” hai i monitor nelle cuffie e devi fare il sound check. Poi bisogna abituarsi perché sulla nave a volte c’è il mare mosso e la nave si muove e tu hai i tacchi molto alti e quindi è un po’ difficle stare in piedi soprattutto quando il palco e le quinte si muovono.

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Quanto l’aspetto fisico o il carattere del candidato contano durante un’audizione tra due persone che hanno lo stesso le stesse capacità?
Io penso che in realtà l’apparenza sia a volte molto importante. In “SIX”, per esempio, non avranno mai tre ragazze che sono more perché vogliono sei ragazze diverse quindi l’apparenza importa in questo senso. L’ultima volta, quando ho tenuto il lavoro, era la quinta volta che facevo il provino e pensavo non mi volessero perché mi avevano già detto no cinque volte, arrivavo sempre nelle finali poi mi eliminavano. Ecco perché vi dico che dovete sempre essere voi stessi, la prima volta io cercavo di essere qualcun altro, la seconda stavo cercando con tutta la mia energia (forse anche troppa) di avere la parte. Per esempio per “Mouline Rouge”, la scorsa settimana, sono arrivata fino alla finale e poi non ho avuto il ruolo però ho pensato “Ho fatto del mio meglio? Questo è il massimo che posso fare?” dovete sapere di avere dato il massimo solo così potete andare avanti. Quando ho parlato con il regista di “SIX” gli ho chiesto cosa avessi fatto di diverso rispetto alle altre volte, e lui mi ha detto che semplicemente questa volta ero giusta. Quando c’è un cast devono mettere insieme le altezze, i look, vogliono sei persone completamente diverse quindi la personalità è importante ma la scelta poi è tra te e un’altra persona, sempre se siete entrambi talentuosi, magari vorranno stavolta un italiano uno scozzese o magari una more invece che una bionda… sono dettagli. A volte ci sono spettacoli in cui tutto dipende anche dalla taglia del costume che hanno, puoi essere la migliore per questo spettacolo ma se non vogliono pagare per l’aggiustamento del costume la decisione si può basare sulla taglia… Quando insegno lo dico sempre, dovete credere in voi stessi, non fatevi condizionare, siete la migliore persona che potete essere, potete sempre pignorare ma sono a volte i fattori più piccoli che fanno scegliere tra due persone, fattori che sono fuori dal vostro controllo.

Quindi per fare l’audizione per “SIX” non serve avere una pronuncia perfetta?
Io penso che per alcuni spettacoli sia importante noxnavere un accento ma per “SIX” no. Quando sono andata io a fare l’audizione mi hanno chiesto di cantare col mio accento!
In realtà in “SIX” sono molto aperti ad accenti o fisicità diverse, in realtà anche transgender sono accettati, tutti possono fare l’audizione ovviamente si deve capire quello che stai dicendo quindi non fatevi spaventare dal vostro accento è quello che vi rende unici.Per esempio Martina è una delle cantanti più incredibile che abbia mai conosciuto e nonostante lei sia italiana ha lavorato un sacco! Scaramouche per esempio non è italiana ma Martina l’ha fatta perfettamente, Martina può essere vista per ruoli dove l’accento è necessario quindi siate voi stessi usate quello che siete, io di solito detestavo il mio accento e adesso lo uso un sacco.

Se vuoi partecipare anche tu

Continuano, anche settimana prossima, gli appuntamenti con gli amici di TAB. Il prossimo appuntamento è domenica 18 Aprile con “Thriller Live’ Workshop – Simone “Sinck” Moncada“. Se vuoi partecipare puoi iscriverti a questo indirizzo: https://bookwhen.com/it/theartistbridge.

Ringraziamo come sempre Giorgio Camandona, Mauro Simone, Martina Ciabatti e Phil Mennel per questo meraviglioso viaggio con artisti Internazionali.

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