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UTOYA – Pazzia? Terrorismo? Strage politica?
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UTOYA – Pazzia? Terrorismo? Strage politica?

Utoya al teatro della Cooperativa

“Utøya” di Edoardo ErbaTeatro della Cooperativa, parla di un evento quasi dimenticato, di cui si è parlato molto poco e di cui indagando più attentamente si è parlato male, mistificando e nascondendo parti della storia e del contesto.

Serena Sinigaglia, regista di questo spettacolo, spiega come l’idea sia nata dalla lettura del libro “Il silenzio sugli innocenti” di Luca Mariani, giornalista che ha indagato a fondo su questo episodio apparentemente anomalo dell’attentato a Oslo, subito seguito dalla strage di Utøya.

Luca Mariani
Luca Mariani, giornalista, autore dell’inchiesta che ha portato alla stesura del libro “Silenzio sugli innocenti”.

Con l’aiuto dei due attori che ne sono anche gli interpreti (Scommegna e Fabris) e la scrittura in forma teatrale ad opera di Edoardo Erba, nasce questo spettacolo.

La trama di “Utøya”

La storia è la narrazione prima dell’attentato avvenuto con un’autobomba a Oslo il 22 luglio del 2011, immediatamente seguito da un attacco ad opera di un unico uomo, autore anche dell’autobomba, Anders Behring Breivik sull’isola di Utøya dove si svolgeva un campus della sezione giovanile del Partito Laburista norvegese, uccidendo 69 ragazzi e ferendone 110.

Utoya
Arianna Scommegna e Matteo Fabris nei panni del professore laburista e sua moglie.

Questa narrazione viene fatta attraverso momenti di tre coppie: un marito e moglie, lui aderente del partito Laburista, che hanno mandato la figlia al campus di Utøya. Vi è però disaccordo, incomprensione e allontanamenti tra i due e l’ansia che la figlia sia coinvolta nella strage, metterà a nudo tutti i loro rancori e insofferenze.
La seconda coppia sono due poliziotti in una stazione di polizia che si trova di fronte ad Utøya, potrebbero intervenire, ma burocrazia e connivenze ritardano all’estremo il loro intervento.
Infine la terza coppia sono fratello e sorella, vivono isolati in una fattoria. Il fratello, che presenta un ritardo mentale è però molto attento ai suoi vicini e ha notato che il contadino di fronte a loro non coltiva nulla pur arrivandogli grosse quantità di fertilizzanti. La sorella però lo controlla e sostiene una politica del quieto vivere, del farsi i fatti propri e non impicciarsi di quelli altrui.
Si scoprirà in seguito che il vicino era proprio l’attentatore.

Il cast di “Utøya”

Arianna Scommegna e Mattia Fabris
Arianna Scommegna e Mattia Fabris due volti, sei personaggi.

Arianna Scommegna e Mattia Fabris: Arianna Scommegna quest’anno l’abbiamo seguita in numerosi spettacoli, l’ultimo dei quali “Non sono nata per condividere odio”, ed abbiamo avuto ampiamente modo di apprezzare le sue capacità interpretative quasi camaleontiche.
Mattia Fabris, che abbiamo recentemente visto in Un alt(r)o Everest, è il suo perfetto compagno, altrettanto abile e camaleontico.

Due attori per sei personaggi!

Mattia Fabris è quindi un padre di fede Laburista, socialista, ma in realtà della media borghesia, un insegnante universitario che sembra interessato solo ai suoi studi. Vorrebbe vedere nella giovane figlia adolescente, nascere un senso di responsabilità, di consapevolezza, per questo l’ha obbligata ad andare al campus della gioventù laburista. L’ansia, il terrore che possa essere rimasta coinvolta ed uccisa ne metterà a nudo tutte le sue ipocrisie, il suo ormai freddo rapporto con la moglie e il suo amore di padre.
È anche il capo del distretto di polizia, maschilista, reazionario, razzista che si nasconde dietro la burocrazia e l’obbedienza cieca agli ordini superiori.
Ed infine è il fratello, un po’ mentalmente ritardato, ma curioso e attento a ciò che gli sta intorno. Avrebbe individuato qualche cosa di sospetto nel vicino, potrebbe fare qualche cosa, ma si adegua ai voleri della sorella.

Scommegna e Fabris
Arianna Scommegna e Matteo Fabris in un momento di Utoya

Arianna Scommegna invece si alterna tra la moglie del professore, scontenta, irritabile, proveniente da una famiglia più tradizionalista, che vorrebbe… qualche cosa di più…
Poi è la poliziotta che deve giostrarsi tra gli impegni familiari, i soprusi maschilisti del suo capo, l’istinto di intervenire dove potrebbe fare qualche cosa di concreto e salvare forse delle vite, ma rintuzzata dal capo, forse vigliacco o/e forse colluso.
Infine è la sorella abitante in una fattoria abbastanza sperduta, preoccupata di mandare avanti le attività, accudire e controllare il fratello disabile e cresciuta secondo i dettami paterni di concedere poca confidenza a chiunque e farsi gli affari propri.

Entrambi i due interpreti, con passione e consumata capacità di mutare passano bruscamente, talora senza quasi neanche una pausa da un personaggio all’altro, da una situazione all’altra.

Regia Serena Sinigaglia
Scene Maria Spazzi
Luci Roberto Innocenti
con la consulenza di Luca Mariani
Co-produzione ATIR Teatro Ringhiera e Teatro Metastasio di Prato
Con il patrocinio della Reale Ambasciata di Norvegia in Italia

Trailer di “Utøya”

Teatro della Cooperativa

Utøya

dal 23/05/2023 al 28/0572023

Info e biglietti

Via privata Hermada, 8
20162 Milano 02.6420761
Sito: www.teatrodellacooperativa.it
info@teatrodellacooperativa.it

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Biglietteria
da martedì a venerdì 15.00 – 19.00
sabato 18.00 – 20.00 (nei giorni di replica)
domenica 15.00 – 16.30 (nei giorni di replica)
Il ritiro dei biglietti potrà essere effettuato fino a 30 minuti prima dell’inizio dello spettacolo. I biglietti sono acquistabili anche online sul circuito Vivaticket

Orari spettacoli (salvo diverse indicazioni):
mercoledì, venerdì e sabato ore 20:00
giovedì ore 19:30
domenica ore 17:00


La nostra recensione


Un’idea originale e intrigante di realizzare quello che sembra un documentario, ma non è un documentario.
Uno spettacolo che intanto rivela come ci sia stata una lettura, un riportare i fatti, in modo distorto, talora anche fazioso.

Utoya
A. Scommegna e M. Fabris in altri due dei loro sei personaggi: fratello e sorella.

Cosicché quello che è stato fatto passare per uno dei tanti, purtroppo, gesti di follia di un singolo individuo, si rivela essere in realtà un attentato, una strage, pianificata con lucidità da lungo tempo e che voleva colpire le giovani unità del socialismo europeo.
Si è trattata dunque di una strage politica.

Ma lo spettacolo oltre a farci intuire che ben altro si nasconde dietro ad un apparente follia di un singolo, ci fa riflettere su le diverse ipocrisie, su uno spirito reazionario e maschilista che da alcune inchieste risulta presente in alta percentuale (circa il 60%) nelle forze dell’ordine, sul razzismo strisciante (a volte neanche tanto strisciante) sempre pronto a rialzare il capo.

Ci fa riflettere su come anche l’atteggiamento di disinteresse e individualismo finisca per essere connivente con questi tipi di mentalità.

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