Tappa finale della rassegna omaggio ad Alessandro Benvenuti al Teatro Menotti con lo spettacolo “Un comico fatto di sangue”, ultima rappresentazione del progetto dopo “Chi è di scena” e “Panico ma rosa”.
Questo terzo spettacolo è scritto con la collaborazione della moglie, Chiara Grazzini. Un’analisi di una vita familiare, coppia, figli e anche qualche animale.
La trama di “Un comico fatto di sangue”
Tramite l’introduzione/spiegazione che Alessandro Benvenuti fa all’inizio, sappiamo che è una narrazione che copre un arco di tempo che va dal 2000 al 2015 e che è divisa in 5 parti. Tre parti in cui racconta Benvenuti e altre 2 parti, di lettura, che rappresentano l’apporto della moglie Chiara.
Benvenuti ci srotola così una sorta di biografia della sua famiglia, che a ben guardare e la storia di molte nostre famiglie.
Gli entusiasmi iniziali della coppia che si trasformano e l’abitudine che subentra, le figlie, il loro crescere da piccoli e teneri frugoletti a giovani misteriose adolescenti, gli animali domestici che possono diventare i tiranni di famiglia.
I due intermezzi di lettura, rappresentano il punto di vista del lato femminile della coppia, su questo evolversi della famiglia.
Il cast di “Un comico fatto di sangue”
Alessandro Benvenuti: ancora una volta tiene il palco da solo per un ora e dieci.
Una cascata di parole, Alessandro Benvenuti non ti concede pause, devi sempre rincorrerlo.
Da voce a tutti i componenti della famiglia; ci mostra i momenti di affetto, ma soprattutto le indifferenze e gli egoismi che ci accomunano tutti.
Produzione Arca Azzurra Teatro
Scritto e diretto da Alessandro Benvenuti
Collaborazione drammaturgica di Chiara Grazzini
Teatro Menotti
“Un comico fatto di sangue“
dal 4/04/2022 al 5/05/2022
Sito web: www.teatromenotti.org
INFORMAZIONI BIGLIETTERIA
0282873611
biglietteria@teatromenotti.org
La nostra recensione
Come sempre il linguaggio e il modo di narrazione di Alessandro Benvenuti risulta estremamente comico e nello stesso tempo crudamente vero.
In questa sua famiglia credo che ognuno di noi, a tratti, possa riconoscersi.
Alzi la mano chi non si è ritrovato all’improvviso senza parole di fronte a figli adolescenti. Oppure chi non si è sentito in colpa o inadeguato di fronte ad un colloquio con un professore di un nostro figliolo.
Qui Benvenuti si permette, e ci permette, di dire finalmente quello che in quei momenti ci è passato per la testa, ma non si poteva dire.
Ancora una volta la dimostrazione che recitare e mettere in scena è opera curativa dei propri momenti di vita reali.
Scoprire che anche la propria vita può diventare momenti di comicità.
Grande eleganze e delicatezza nel saper far diventare un momento finale di "ripresa" di qualcuno del pubblico, che aveva disturbato la perfomance con l'uso prolungato del cellulare, in un'occasione di espressione della grande passione teatrale e in una occasione di educare il pubblico.