Teatro

Dopo il grande successo della passata edizione torna Hors: dal 2 al 5 ottobre 2019 il Teatro Litta e La Cavallerizza, diventeranno la casa del teatro indipendente milanese e non solo. Questa edizione sarà dedicata ad indagare la relazione padri/figli, volendo porre il focus non solo sull’aspetto sociale del tema ma anche sulle possibilità di conflitto nel passaggio generazionale in ambito artistico e culturale.

Fra il 1953 e il ’54 Elsa Schiaparelli, fra le più grandi stiliste di tutti i tempi, decide di concludere il proprio itinerario artistico e professionale, pubblicando un’autobiografia che già nel titolo ne riassume l’intensità: Schocking life. Nata a Roma, in una famiglia colta e ricca di talenti, protagonista di quella rivoluzione del costume che avrebbe ispirato molte generazioni future, amica e collaboratrice di Dalì, Cocteau, Aragon, Ray, Clair, Duchamps, Sartre, ha vestito Katharine Hepburn, Lauren Bacall, Greta Garbo, Marlene Dietrich, Mae West. Più vicina all’arte che all’artigianato la Schiaparelli chiese alle donne di osare, di essere creative e uniche. Le invitò a conoscere se stesse, allontanandosi dai condizionamenti esterni, ad avere coraggio.

Dopo essere stato presentato a Genova sotto forma di reading nell’ottobre 2018, IL GRIGIO di Giorgio Gaber e Alessandro Luporini nell’adattamento di Giorgio Gallione prodotto dal Teatro Nazionale di Genova si presenta ora nella sua forma di spettacolo compiuto, protagonista Elio, storico leader delle Storie Tese, sempre più frequentatore di palcoscenici anche teatrali.

Riparte alla grande la stagione teatrale del Teatro Martinitt con Una bugia tira l’altra, un testo che è un adattamento di una commedia (Se devi dire una bugia dilla grossa) di Ray Cooney, rappresentata in tutto il mondo e vincitrice del Premio Lawrence Olivier come miglior commedia dell’anno a Londra.
Commedia degli errori o meglio delle menzogne e dei fraintendimenti.
La situazione è molto comune: un uomo in vista, un onorevole che anziché svolgere il proprio dovere e presenziare ad una seduta alla camera, ne approfitta per un incontro galante con un segretaria di collega di un partito della parte avversa.

La cena di cui si parla è Il cenacolo di Leonardo Da Vinci, dipinto tra il 1495 e i 1498 su una parete del refettorio della Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano.
Lo spettacolo, che ha per protagonisti il colore di Leonardo e la voce della Bergamasco, si muove dalle atmosfere in bianco e nero della storia, della guerra e dei documenti ufficiali, ai colori accesi e vividi del Cenacolo e delle emozioni più vere di Fernanda Wittgens.

Con i Benvenuti al Piccolo, lo spettacolo che, da oltre quindici anni, accompagna i giovani spettatori ‘dietro le quinte’ del teatro, prende il via la stagione dedicata ai bambini e ai ragazzi, alle famiglie, alle scuole, realizzata grazie alla partnership con UBI Banca. Come sempre, sono previsti due cicli, uno nella prima parte della stagione, a ottobre, l’altro nella seconda parte, a marzo: durante la settimana, al mattino, sono programmate le visite per le scuole, mentre i weekend (sabato pomeriggio e domenica mattina) sono aperti alle famiglie.

Cos’è una famiglia? Quali sono le vere radici di essa?
Amore Altrove ci porta alla scoperta di un microcosmo, una famiglia unita da equilibri fragili e imperfetti e da un unico e insostituibile ingrediente… l’Amore.
Anita e Carlo, quasi ex marito e moglie, hanno due figli, Sara e Tommaso, rispettivamente fidanzati con Mattia e Luca. A completare il quadro familiare ci sono Lucrezia, madre insopportabile di Anita e Biagio, amico e futuro socio di Carlo.
Tanti sono i temi trattati in modo tanto ironico quanto riflessivo. Lo spaccio di droghe, l’amore che va oltre pregiudizi sociali, la bellezza della letteratura, l’omosessualità e molto altro.

Al Piccolo Teatro Grassi (via Rovello 2), dal 2 al 6 ottobre, va in scena La parola giusta con Lella Costa e la regia di Gabriele Vacis, su drammaturgia di Marco Archetti. Lo spettacolo, una coproduzione Piccolo Teatro di Milano e Centro Teatrale Bresciano, è parte di “La stagione inquieta della Repubblica”, progetto di memoria sul quinquennio 1969-1974. Nel 2019, infatti, ricorrono il 45° anniversario della strage di Piazza della Loggia e il 50° anniversario di Piazza Fontana. Il ricordo dei due eventi si fa occasione per una lettura del passato recente che ripercorre la fitta e intricata catena di eventi, circostanze politiche, sociali e culturali nella quale maturò la strategia dell’eversione e della lotta armata.

Torna in scena, per il Cinquecentenario leonardesco, la lettura scenica con Sonia Bergamasco e la regia di Marco Rampoldi. Tratto dagli scritti originali di Fernanda Wittgens, testimonia l’infaticabile impegno della studiosa nella salvaguardia dei monumenti milanesi dai bombardamenti della Seconda Guerra mondiale.

La stagione di prosa propone, con uno sguardo contemporaneo, un percorso attraverso le voci del Novecento. Tra gli altri, Mauro Avogadro mette in scena i racconti di Dino Buzzati; Maria Amelia Monti interpreta Natalia Ginzburg; Elena Arvigo dà voce al carteggio tra Luigi Pirandello e Marta Abba; Lucia Poli omaggia Alberto Savinio; Andrea Renzi si immerge tra le pagine di Raffaele La Capria; Marina Massironi rilegge il romanzo ‘Sorelle’ di Lidia Ravera e Marco Parodi riallestisce lo storico recital di Laura Betti che debuttò proprio al Gerolamo nel 1960. A scrittori, artisti e intellettuali si affiancano grandi personaggi letterari, da ‘Anna Karenina’ nell’adattamento di Valter Malosti, con Irene Ivaldi, alle fragili figure femminili di Katherine Mansfield interpretate da Anna Della Rosa e Federica Castellini.

Torna dal 13 al 22 settembre l’appuntamento con Tramedautore – Festival Internazionale delle Drammaturgie, giunto alla sua diciannovesima edizione, ideato e organizzato da Outis – Centro Nazionale di Drammaturgia Contemporanea, per indagare la contemporaneità e le sue criticità attraverso diversi sguardi e linguaggi, verbali e non verbali.

Con una speciale dedica ai 50 anni dall’allunaggio, sottolineata da una precisa scelta grafica che si ispira alla conquista dello spazio, luogo/non-luogo in cui tutto è possibile, il progetto artistico territoriale diffuso, organizzato dall’Associazione Culturale Milano Off, è giunto alla sua terza edizione, confermando la prestigiosa collaborazione con Avignon Le Off ed entrando di diritto nella World Fringe Community.

Il Memoriale della Shoah di Milano, per il quinto anno consecutivo, nella ricorrenza del 76° anniversario dell’8 settembre 1943 e dell’inizio della Resistenza armata contro il nazifascismo, ospita un evento straordinario a ricordo del tragico destino di quanti partirono dai sotterranei della Stazione Centrale di Milano, per mai più fare ritorno. Nato da un’idea di Stefania Consenti (dal libro Luoghi della Memoria di Milano della stessa autrice) e messo in scena da CastagnaRavelli, con la regia di Paolo Castagna, lo spettacolo, itinerante, conduce il pubblico negli ambienti della Stazione Centrale, dove centinaia di persone, caricate su vagoni merci e stipate in spazi ristretti, furono avviate a un destino di morte, nei campi di concentramento e sterminio.

I protagonisti della settima edizione: Marco Albino Ferrari, Franco Michieli, Pablo Trincia, Roberto Maroni, Roberto Morgese, Davide Giacalone, Mario Botta, Alice Basso e Annarita Briganti, Eraldo Pecci, Bruno Gambarotta, Benedetta Alciato e i parenti delle vittime del ponte Morandi, Billy Costacurta e Marco Cattaneo, Benito Mazzi ed Enrico Rizzi, Gino Cervi e Marina Coppi, Simona Sparaco, Arianna Porcelli Safonov.

Mangiare e amare, cantare e digerire: questi sono in verità i quattro atti di questa opera buffa che si chiama vita e che svanisce come la schiuma d’una bottiglia di champagne». Si ispira alla filosofia espressa in questo celebre motto da Gioachino Rossini la sua commedia in due atti più esotica e farsesca, L’Italiana in Algeri, con cui il Teatro Comunale di Bologna prosegue per la sesta volta il progetto “Opera Next”

Al via al Teatro degli Arcimboldi Milano Opera & Ballet, nuovo Festival dedicato all’opera lirica ideato e diretto artisticamente dal M° Carlo Pesta. “Un progetto internazionale che, partito da Locano, quest’anno è stato esteso a Ginevra, Asti, Arenzano e, grazie alla collaborazione con il Teatro degli Arcimboldi, a Milano”, spiega il Direttore Artistico.

Quando avevo 20 anni sono entrata a lavorare in teatro.
In realtà non avevo una reale consapevolezza di cosa volesse dire e di cosa io potessi fare.
Erano anni molto diversi da quelli che stiamo vivendo. Ero appena uscita dalla scuola superiore di comunicazione di Milano e quello che mi interessava era il mondo delle relazioni e il linguaggio applicato alla comunicazione nel suo complesso.
Non ero e non sono un’artista ma quello che mi affascinava e mi affascina ancora oggi degli artisti è la loro passione, la loro dedizione e la loro forza nel voler a tutti i costi mantenere viva una riflessione costante sul reale.
Il teatro è una pratica che si traduce in un tempo e questo tempo è parte integrante della vita di noi esseri umani. Il tempo dedicato al teatro, lavorando sempre nell’ambito della comunicazione e delle relazioni con il pubblico, con le aziende e con le istituzioni, ha significato per me una scelta di vita.