“L’ultima moda – L’insostenibile realtà del fashion” Teatro Bruno Munari di Davide Del Grosso.
Teatro Munari o teatro del Buratto, un teatro che da sempre si occupa dei piccoli con stagioni teatrali dedicate alla scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado.
Ci sono anche stagioni teatrali per famiglie e serali.
Si occupa dei piccoli, ma anche di adulti realizzando corsi di teatro per tutte le età, corsi di formazione specifici, per esempio per animatori di teatro su nero o per insegnanti sui temi dell’inclusione.
La trama di “L’ultima moda – L’insostenibile realtà del fashion”
I protagonisti di questa storia saranno Marco e Mahima.
Sono due adolescenti quasi di pari età ma che vivono in due paesi diversi, lontani, due mondi che quasi sembrano non aver nulla a che fare l’uno con l’altro.
Marco ha sedici anni e vive a Milano, ha tutto: pc, tablet, cellulare, armadi straripanti di capi di vestiario di tutte le marche.
È convinto di essere libero di fare scelte, di poter decidere liberamente come essere e come esprimersi.
Non si accorge di essere condizionato da messaggi promozionali, diktat d’immagini e slogan che gli impongono come apparire e di cosa ha bisogno.
Mahima invece ha quattordici anni, vive a Dacca nel Bangladesh e da quando ha otto anni lavora in una fabbrica tessile. Condivide la sorte di migliaia di altre bambine come lei.
Non conosce altri mondi, non è mai andata al cinema, non ha mai messo lo smalto, tra qualche anno si sposerà secondo lo schema Samungali, meccanismo che permette di vendere le proprie figlie alle industrie di moda al fine di accumulare una dote.


Marco crede di essere libero, di scegliere, di desiderare, ma non si accorge che i suoi desideri sono creati dalle industrie che pensano solo al profitto. Marco si sente vuoto e cerca di colmare questo vuoto con il compulsivo acquisto di oggetti.
Mahima non sa cosa sia la libertà, la scelta, il desiderio semplicemente perché nessuno glielo ha mai insegnato. Vive in modo inconsapevole, senza prospettive.
Tra lo scorrere di queste due vite, raccontate su due binari paralleli, c’è un mondo un economia avviata al collasso.
Ci vengono forniti dati inquietanti: l’industria tessile è tra le più inquinanti sul pianeta: produce da sola più emissioni del trasporto aereo, ferroviario e marittimo.
La sua produzione negli ultimi 12 anni è raddoppiata. Ogni occidentale compra
in media 26 chili di abiti all’anno e ne butta 11, che non essendo riciclabili finiscono inceneriti o in discarica.
Questo Marco e Mahima non lo sanno. Il loro mondo è collegato, ma loro non lo vedono.
Il cast di “L’ultima moda – L’insostenibile realtà del fashion”
Marta Mungo (Mahima): ritroviamo Marta Mungo dopo averla vista l’ultima volta in un tenerissimo racconto natalizio, nei panni di questa giovane indiana, che sa rendere con un misto di innocenza infantile e matura consapevolezza di donna.
È bambina che guarda fuori dalla finestra, che corre saltando tra le pozzanghere, che guarda con affetto il ragazzino della bancherella.
È già giovane donna che si alza per andare a lavorare, che sa di dover cucire le sue 8 tasche all’ora, che deve tener duro per qualche altro anno e poi si sposerà per fare figli.
Davide Del Grosso (Marco): Davide Del Grosso è l’autore di questo testo e ne è anche il regista e poi è Marco. Questo sedicenne alle prese con il suo primo appuntamento, con l’angoscia di come meglio apparire.
Perché è importante non sembrare degli “sfigati”, è importante avere la maglietta giusta, le scarpe giuste.
Perché vuole distinguersi dagli altri, essere unico, ma unico il più possibile uguale e mimetizzato nel branco!
Teatro Bruno Munari
Via Giovanni Bovio, 5 – Milano
“L’ultima moda – L’insostenibile realtà del fashion”
dal 14/03/2023 al 19/03/2023
Sito Web: Teatro del Buratto | Milano
Informazioni biglietteria:
Orari:
lunedì – venerdì: 9.00 – 13.00 / 14.00 – 18.00
sabato e domenica: 10.00 – 13.00 / 14.00 – 18.00
È possibile acquistare direttamente sul sito oppure su Vivaticket.it
Tel.: 02 27002476
info@teatrodelburatto.it
La nostra recensione
Spettacolo pensato soprattutto per raccontare ai ragazzi e ragazze come la cosiddetta fast fashion inquina i cieli, i mari, le anime; come questo sia un sistema che è insostenibile sia dal punto di vista ambientale, che sociale ed economico.
Direi che però è uno spettacolo, un messaggio che arriva con violenza anche a noi adulti.
Vi assicuro che arrivata a casa ho guardato con vergogna il mio armadio.
Sono rimasta colpita dai dati riportati delle quantità pro capite di abbigliamento acquistati e della quantità che viene buttata. Sono rimasta stupefatta del potere inquinante dell’industria tessile.
Sono rimasta senza parole nel venire a conoscenza del disastro del 2013 avvenuto proprio a Dacca (e da cui prende l’incipit questo lavoro) dove implose un intero edificio che ospitava diversi stabilimenti tessili assoldati da brand occidentali di abbigliamento di grande prestigio, e che causò 1.129 morti e 2.515 feriti.
Ho dovuto amaramente riconoscere che se i ragazzi sono la fascia più fragile, più facilmente influenzabile e manipolabile dai continui messaggi con cui vengono bombardati, noi adulti credo non lo siamo di meno.
C’è almeno un aspetto positivo.
Ed è che questo giovane autore, questi attori credono e hanno fiducia che cercando di aiutare la generazione più giovane a conoscere e divenire consapevole di queste realtà, possa dar vita ad un processo più critico e riesca a dare inizio a stili di vita più umanamente compatibili.
E guardando al movimento di ragazzi che è riuscita ad animare Greta Thumberg forse qualche speranza ancora c’è.