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Jery Mitchell, un workshop illegale!
Scuro Chiaro

Jery Mitchell, un workshop illegale!

Jerry Mitchell

E anche questa settimana siamo giunti al workshop del week end organizzato sempre dagli amici di TAB (The Artist Bridge).
Ieri, domenica 2 maggio, l’insegnante d’eccezione era Jerry Mitchell, star e coreografo di tantissimi Musical.
Il workshop precedente abbiamo ballato con Simone Moncada sulle note di Michael Jackson, ieri invece, l’ormai famosissimo quartetto Giorgio Camandona, Mauro Simone, Martina Ciabatti e Phil Mennel, ci hanno fatto aperto le porte del Musical “Legally Blonde”.
Traduttrice di questo workshop è Giada, sempre attenta e precisa nella traduzione.

Jerry Mitchell è anche l0ideatore di “Broadway Bares” spettacolo nato per raccogliere fondi per la ricerca contro l’AIDS che negli anni ha raccolto l’incredibile somma di 24 milioni di dollari. Spettacolo che poi il nostro Giorgio Camandona ha portato in Italia con il titolo “Italy Bares”.

La lezione

Inizia la lezione con Jerry Mitchell che usa un approccio diverso rispetto alle altre lezioni.
Partiamo subito con un riscaldamento veloce, senza musica e incentrato su stretching e addominali.
Prima di iniziare la coreografia spiega che fare tutto senza musica e solo una volta impartì i passi userà la musica. Inoltre dice che:

Ballare è meraviglioso ma se non recitate quando lo fate non ha senso

Jerry inizia a spiegare i passi, ripete le sequenze più volte e controlla che tuti abbiano capito.
Finalmente il momento della musica è arrivato e si balla sulle note di “Positive” dal Musical “Legally Blonde“.
Balla un paio di volte insieme ai ragazzi e poi si concentra su di loro, divide, non in gruppi, ma in pagine di zoom, e osserva con attenzione ogni allievo.
Corregge, controlla e fa anche tanti complimenti.
I ragazzi hanno la possibilità di fare più e più volte la coreografia fino ad arrivare al momento delle domande…

Jerry Mitchell
Jerry Mitchell durante con il premio per “Broadway Bares”.

Jerry Mitchell risponde a:

Hai dei consigli per fare Elle di “Legally Blonde”?
I suoi genitori sono ricchi, lei è bellissima, bionda, qual’è il problema quindi?
Una cosa sulla quale lavoro molto è sul perché sia cosi vulnerabile. Il pubblico si innamora delle persone vulnerabili. Lei non crede in se stessa, ha tutto, all’apparenza, ma dentro non ci crede e come attrice devi riuscire a rappresentare una persona insicura. Le parole di alcuni brani dello spettacolo raccontano questa insicurezza. L’importante è raccontarla davvero, è stata scritta pensando ad una persona vera.

Qual è l’esperienza lavorativa migliore che tu abbia mai fatto? Cosa hai imparato?
Ho avuto tantissime belle esperienze lavorative e, come ballerino, una delle mie esperienze preferite è aver ballato con Fred Astaire agli Academy Awards negli anni ’80. E’ stata un’esperienza bellissima, davvero speciale.
Come coreografo lo spettacolo “Hairspray” perché era uno spettacolo nuovo, che nessuno conosceva. Quello spettacolo per me era un regalo. E’ uno show molo speciale per me.

Come si affronta la preparazione di uno spettacolo di Broadway?
Quando mi viene chiesto di preparare uno spettacolo il primo step è scegliere la mia squadra. Quando iniziamo a lavorare insieme è sempre la storia anche conta. Mi mandano la musica e la ascolto in continuazione finche nella mia testa non si formano delle immagini. Quindi prendo dei ballerini che sono con memoria in sala prove e cominciamo a creare. Ascoltavo “Hairspray” in continuazione. Per “Goodbye Baltimore” non riuscivo ad avere un’idea finché una mattina mi sono svegliato, stavo guardando il sofitto e ho avuto l’idea “lei sarà nel letto e si sveglia”.
Ho imparato a credere in me stesso e a non voler affrettare le cose.

Nel Musical utilizziamo molti stili di danza, come coreografo come mixi tutti questi stili di danza rendendoli armoniosi?
Lascio che la musica mi guidi. Se la canzone è un brano generico che non ha uno stile, decido di creare uno. In “Kinky Boots”, per esempio, alla fine del primo atto non c’era una canzone ma serviva, quindi ho chiesto che la scrivessero e ho cominciato a creare. Sapevo solo che doveva essere qualcosa di importante!

Vorrei un consiglio su come rappresentare Brooke.
Credo che il consiglio più grande sia quello di sapere che lei ha un grande segreto. Lei è un’insegnate di fitness che però ha subito un’operazione di liposuzione. Lei si comporta come una che ha un segreto che non può rivelare a nessuno.

Qual è il consiglio che ti ha aiutato di più nella tua carriera?
Di sempre di si. Fai sempre il tuo meglio in qualunque posto tu vada. Io lavorando così ho lavorato per 41 anni. Quando entri in sala devi dare il meglio di te. Anche se a volte ballare può essere difficile c’è sempre qualcosa da imparare, specie se vai sempre col cuore aperto, pronto a imparare qualcosa.

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Delirio a due

Vorrei sapere se il personaggio di Serena ha qualche segreto? So che è una Cheerleader molto energica.
Lei è sempre la Boss di tutti. Lei è il capo, è sempre “lo facciamo come dico io”. E’ anche una persona dolce e farebbe qualsiasi cosa per Elle, potrebbe anche uccidere per lei.

Il potere della coreografia come strumento narrativo.
Io cerco sempre opportunità per ballare, la danza può farti sentire euforico. Ballare è un fenomeno fisico. E’ come volare. Le persone che guardano qualcuno ballare , dentro vorrebbero farlo anche loro. Ballare può essere emozionale, cosa che le canzoni non sempre riescono ad esserlo.

In un musical come “Legally Blonde” quanto è importante essere un ballerino tecnico?
Per nulla. In molti spettacoli che io faccio nessuno deve essere un ballerino tecnico. In “Kinky Boots” ho solo due ballerini, tutti gli altri sono attori cantanti che si muovono bene e io insegno loro. Quando andate all’audizione di danza non sentitevi non bravi abbastanza perché il mio lavoro come coreografo è quello di farvi imparare. Voi dovete solo farmi vedere che voi potete imparare.

Se vuoi partecipare anche tu

Anche per questo incredibile workshop è tutto!
Gli amici di TAB però continuano la loro avventura domenica 9 maggio con ‘Pretty Woman’ Workshop – Katie Monks’. Se vuoi partecipare puoi iscriverti a questo indirizzo: https://bookwhen.com/it/theartistbridge.

I ringraziamenti sono d’obbligo a Giorgio Camandona, Mauro Simone, Martina Ciabatti e Phil Mennel per essere sempre dei perfetti padroni di casa e un grazie anche a Giada per la traduzione dell’evento e naturalmente un grazie davvero speciale a Jerry Mitchell per il tempo dedicatoci!

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