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SUPPLICI – Noi madri, figlie, sorelle, nonne, mogli, noi donne, le vittime!
Scuro Chiaro

SUPPLICI – Noi madri, figlie, sorelle, nonne, mogli, noi donne, le vittime!

Supplici al Teatro Carcano

“Supplici” – di Euripide, traduzione di Maddalena Giovannelli, al Teatro Carcano, con questa opera Serena Sinigaglia torna ai classici greci.
E con questa traduzione e rilettura ha vinto Premio della Critica 2022 dall’Associazione nazionale dei Critici di Teatro (ANCT).

Tradotto da Maddalena Giovannelli e Nicola Fogazzi, adattato da Gabriele Scotti che ha realizzato la elaborata, ed in parte complessa, storia solo con le sette attrici in scena che oltre ad interpretare le sette supplici si incaricano di assumere anche le altre parti.

La trama di “Supplici”

Le supplici sono 7 madri di guerrieri di Argo, morti nell’assalto di Tebe terminato con la sconfitta degli argivi.
Queste sette donne si recano all’altare di Demetra per supplicare gli ateniesi di aiutarle ad ottenere i corpi dei loro figli per darne una degna sepoltura. I tebani infatti negano loro la restituzione dei cadaveri.
Teseo, re ateniese, tramite l’intercessione della madre Etra, decide di aiutare le madri.

Vi è un incontro con tra l’araldo tebano che giunge con il compito di intimare a Teseo di non intromettersi negli affari di Tebe.
Invano Teseo cerca di convincere l’araldo ad osservare, piuttosto, la loro legge che impone di onorare i morti.

Supplici
Supplici – sette donne tormentate dalla perdita dei loro figli e di non poterli piangere sul loro corpo.

Si instaura tra i due un dibattito in cui il re difende i valori della democrazia ateniese in contrapposizione alla tirannia tebana.
La mediazione, come troppo spesso accade, non da esito favorevole e quindi tra le due città è guerra.
Vincerà Atene, ottenendo così la restituzione dei corpi degli eroi argivi.
Il re di Argo, Adrasto, che accompagna le madri ha il compito di recitare l’elogio funebre per i caduti.

Vi è una celebrazione a parte, ordinata da Teseo, per Capaneo per onorare il fatto che sia stato ucciso direttamente da Zeus. La moglie Evadne non regge al dolore della sua morte e si getta tra le fiamme del rogo del marito.
Infine i figli dei caduti sfilano con le ceneri dei propri padri invocando una futura vendetta contro chi ne ha causato la morte.

L’intervento ex machina di Atena che obbliga ad impegnarsi tra loro, Teseo ed Adrasto, con solenne giuramento in una eterna alleanza che porterà a coinvolgere Atene ed Argo in future guerre che porteranno distruzione e morti.

Il cast di “Supplici”

Supplici
Francesca Ciocchetti, Matilde Facheris, Maria Pilar Pérez Aspa, Arianna Scommegna, Giorgia Senesi, Sandra Zoccolan, Debora Zuin.

Francesca Ciocchetti, Matilde Facheris, Maria Pilar Pérez Aspa, Arianna Scommegna, Giorgia Senesi, Sandra Zoccolan, Debora Zuin: queste sette attrici hanno formazioni e provenienze diverse, la maggior parte di loro fa parte di Atir, comunque tutte sono legate da collaborazioni e lavori precedenti con la regista Serena Sinigaglia.
La scelta di questa edizione è stata per l’appunto che le sole sette attrici, oltre ad interpretare le sette supplici a turno, indossando una corazza, piuttosto che reggendo un oggetto simbolo, interpretano anche Teseo, Etra sua madre, Evadne, moglie di Capaneo ed anche il padre di Evadne, il re Adrasto e l’araldo tebano.
Non solo si alternano nei ruoli, ma sono chiamate anche ad intonare cori molto potenti e suggestivi.

Drammaturgia a cura di Gabriele Scotti 
Regia di Serena Sinigaglia 
Cori a cura di Francesca Della Monica
Scene di Maria Spazzi
Costumi di Katarina Vukcevic
Luci di Alessandro Verazzi
Assistente alla regia Virginia Zini
Assistente alle luci Giuliano Almerighi
Musiche e sound design di Lorenzo Crippa
Movimenti scenici e training fisico a cura di Alessio Maria Romano 
Assistente al training Alessio Tudda 
Produzione ATIRNidodiragno/CMCFondazione Teatro Due, Parma
in collaborazione con Cinema Teatro Agorà, Cernusco sul Naviglio

Trailer

Teatro Carcano

“Supplici”

14/02/2023 al 19/02/2023

Sito web: https://www.teatrocarcano.com/

INFORMAZIONI BIGLIETTERIA

https://biglietti.teatrocarcano.com/

corso di Porta Romana, 63 – Milano 
Biglietteria aperta tutti i giorni dalle ore12:30 alle ore 18:30 e a partire da un ora prima dell’inizio degli spettacoli


La nostra recensione


Diciamolo! Non è uno spettacolo facile!
Richiede impegno e concentrazione.
Per tanti motivi, a cominciare dall’ambientazione scura, cupa. Vi è una sorta di rupe intorno a cui, ma anche sopra e dietro, si aggirano le figure delle sette madri, supplici, piene di dolore.

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La scena è scura, con luci, a volte veri e propri fari, che improvvisamente illuminano facce, corpi, ma anche abbagliano lo spettatore.
L’altro aspetto che richiede di non distrarsi mai è la scelta di far interpretare alle stesse supplici gli altri ruoli presenti nel racconto.
Per alcuni personaggi c’è un oggetto che li contraddistingue, ma per altri l’individuazione è data solo dall’attento ascolto delle parole.

I temi in compenso sono di una tragica attualità.
Il dialogo, in realtà un dibattito, quasi uno scontro tra Teseo e l’araldo ambasciatore tebano sulla democrazia ateniese e sulla tirannide tebana è machiavellico e infine ti porta a domandarti se e quale sia la vera democrazia; se sia sempre e davvero da preferire ad un uomo solo che comanda.

Supplici
7 donne in cerca della “pietas”.

La politica, le leggi sono insensibili talora, spesso, ai bisogni, ai dolori dei singoli.
Così non è in grado di comprendere il bisogno di adempiere ad una tradizione, il bisogno della celebrazione di un rito.

La guerra chiama la guerra, la morte chiama altre morti, così i figli degli eroi morti, ricevute le ceneri dei loro padri si preparano alla vendetta, si preparano ad una nuova guerra, ci saranno altri morti.

L’unico uomo che merita fiducia è colui che impara a perdere. Solo così avrà sconfitto il mostro che si alimenta nel trionfo

In tutti questi discorsi che si svolgono ci si rende tragicamente conto che potremmo sostituire voci e nomi di personaggi odierni, politici, capi di stato e potrebbe tranquillamente essere un telegiornale di oggi.
In tutto questo ci ricordano il coro delle supplici sia all’inizio che al termine della rappresentazioni:

Siamo noi, siamo noi, noi madri, noi figlie, noi mogli, noi sorelle, noi nonne. Siamo noi le vittime e sempre lo saremo.

Triste verità che vediamo ogni giorno nei telegiornali che parlano di guerre sparse su tutto il globo terraqueo, alcune vicinissime a noi, ma non impariamo mai!

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