“Re Lear” – di William Shakespeare – Teatro Strehler.
Non poteva mancare un’opera dell’immortale William Shakespeare al Teatro Strehler ed ecco qua con una delle sue più oscure tragedie: Re Lear.
Questo spettacolo della compagnia Mauri Sturno, già in programmazione nella stagione 2019-2020, ovviamente rimasto in sospeso in questi due anni, torna finalmente in scena.
La trama di “Re Lear”
Re Lear, ormai anziano e stanco di governare, decide di abdicare e dividere il proprio regno tra le tre figlie, in proporzione dell’amore che le tre giovani sapranno dimostrargli.
Cordelia, la più giovane e la preferita del re, si sottrae a questa gara, giustificandosi che non è abile nell’esprimere con le parole e non può trovare parole adatte per dichiarare il suo affetto.
Questa risposta offende il Re che lo interpreta come un tradimento. Decide perciò di lasciare il suo regno alle altre due figlie Goneril e Regan.
Salvo scoprire ben presto che le due figlie sono ipocrite e false. Ora aspirano a gestire tutto il potere, ad estromettere totalmente la residua autorità che ancora spetta al padre.
Si intreccia a questo punto un’altra vicenda di padri e figli.
Infatti sia Goneril che Regan sono attratte e coinvolte, sebbene entrambe sposate, da Edmund, figlio illegittimo del conte di Gloucester.
Edmund sta tramando sia contro il proprio fratellastro Edgar, costringendolo a fuggire e vivere come un folle mendicante, sia contro il padre che denuncerà al Duca di Cornovaglia (marito di Regan) come traditore facendolo così imprigionare e torturare, e nel frattempo seduce le due eredi di Re Lear.
Re Lear si rende conto del tragico errore commesso, rimpiange di aver allontanato la figlia che forse era l’unica ad essergli sinceramente affezionata ed impazzisce.
Con tutte queste premesse il finale non può che essere una tragica catena di morti.
Il cast di “Re Lear”
Glauco Mauri (re Lear): interprete assolutamente perfetto di questo anziano sovrano. Tutte le sfaccettature sono ben rappresentate. L’orgoglio narcisistico di un padre che vuole sentirsi elogiato, riconosciuto ed amato; la suscettibilità che fa si che si senta subito offeso e tradito; la capricciosità quasi infantile che caratterizza talora l’età avanzata. Tutto è reso con tale verità da apparire in alcuni momenti così tristemente ridicolo da riempire il cuore di profonda tristezza e strapparti una lacrima
Roberto Sturno (Conte di Gloucester): anche questo padre ci porta davanti agli occhi incapacità e cecità che da sempre segnano la paternità.
Il conte di Gloucester è in qualche modo un ingenuo; un padre che prima ancora di essere fisicamente accecato è stato cieco, tanto da non saper vedere e cogliere il rancore che si accumulava e cresceva nell’animo di uno dei suoi figli, Edmund, a causa della etichetta di illegittimo che lo mette in una posizione di svantaggio nella società. Ingenuo tanto da credere a quanto gli viene detto contro l’altro suo figlio Edgar.
Ingenuo nel pensare che la sua fedeltà e compassione per il Re scacciato possa venire apprezzata.
Altri interpreti:
Marco Blanchi (Duca di Albany), Eva Cambiale (Goneril), Dario Cantarelli (il Matto), Melania Genna (Regan), Francesco Martucci (Duca di Cornovaglia), Laurence Mazzoni (Conte di Kent), Woody Neri (Edmund), Giulio Petushi (Re di Francia), Emilia Scarpati Fanetti (Cordelia), Francesco Sferrazza Papa (Edgar).
Traduzione di Letizia Russo
Riduzione e adattamento di Andrea Baracco e Glauco Mauri
Regia Andrea Baracco
Scene e Costumi Marta Crisolini Malatesta
Luci Umile Vainieri
Video Riccardo Frati
Suono Alessandro Saviozzi
Movimenti Antonio Bertusi
Produzione Compagnia Mauri Sturno – Fondazione Teatro della Toscana
Teatro Strehler
Re Lear
dal 5/04/2022 al 14/04/2022
Sito web: https://www.piccoloteatro.org
INFORMAZIONI BIGLIETTERIA
Biglietteria del Teatro Strehler
l.go Greppi 1 (M2 Lanza)
da lunedì a sabato, dalle 12.30 alle 18;
domenica e festivi, chiuso
La nostra recensione
Un grande ritorno ai classici! E tra i classici Shakespeare è il più classico dei classici.
E un piacere tornare a vedere, come già era stato per lo spettacolo di” M Il figlio del secolo”, un’intera compagnia sul palco.
In questo Re Lear direi che si è puntato lo sguardo soprattutto sul rapporto padri e figli.
Sui padri che diventano anziani e che, nelle parole, dicono di voler lasciar il campo ai giovani, ai figli, ma in realtà vogliono ancora poter dare le direttive.
Padri che hanno ancora bisogno di essere ammirati e incensati, che non sono in grado di vedere l’animo, i bisogni dei figli.
Padri che non si rendono conto di avere sguardi e attese sui figli che creano differenze, distanze, rancori.
E dall’altro i figli, insofferenti del continuo controllo, desiderosi di libertà, di percorrere la propria strada.
Figli spesso in realtà incapaci o inadeguati ai compiti che si danno o che gli sono dati, talora mossi dal rancore, dall’invidia, da un senso di inadeguatezza.
Un’attenzione anche alla senilità, al diventare vecchi. Re Lear non è solo un vecchio saggio, è anche un anziano capriccioso, testardo, permaloso; è un vecchio che comincia a dare segni di vaneggiamenti, di pazzia.
Glauco Mauri è perfetto in questo continuo oscillare e scivolare da momenti di grande saggezza a momenti di capricciosità, alla follia.
Un grande tocco la figura del Matto che accompagna re Lear, come fosse l’altro volto del re, colui che si può permettere di dire le cose come stanno, liberamente. Matto, ma forse il più saggio alla fine.
Ancora una volta si conferma che William Shakespeare era attento e profondo conoscitore dell'intricato animo umano. Latragedia di Re lear pur con tutti i secoli che si porta addosso ci parla di sentimenti e passioni, odi ed amori attuali.
A conferma della modernità dell'opera, la scenografia di ambienti contemporanei, tubi metallici, elevatore. Cupo, scuro, fumoso.
Attori indubbiamente bravi e centrati; interessante la scelta di far entrare i personaggi in scena, arrivando dal fondo sala anziché sempre dalle quinte. Soprattutto è imperdibile Glauco Mauri che porta tutta la sua età, la sua esperienza di vita nel personaggio di Re Lear, rendendolo unico.