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MILANO TRA INFERNO E PARADISO – Milano della “ligera”, Milano da bere. La nostra recensione
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MILANO TRA INFERNO E PARADISO – Milano della “ligera”, Milano da bere. La nostra recensione

Milano tra inferno e paradiso

Milano tra inferno e paradiso” di e con Piero ColapricoTeatro Gerolamo.

Il teatro Gerolamo riserva sempre delle sorprese con spettacoli originali e in qualche modo alla memoria come già altri due spettacoli di cui vi abbiamo parlato… “E bastava solo un’inutile carezza a capovolgere il mondo” o “Io provo a volare”.

Anche “Milano tra inferno e paradiso” nasce dal desiderio di Piero Colaprico, che oltre ad essere l’autore ed interprete è il nuovo direttore artistico del teatro Gerolamo, di fare un omaggio a Didi Martinaz, scomparsa nel 2017, considerata l’ultima cantante della “ligera”, la mala milanese degli anni ’70-’80

Didi Martinaz
Omaggio a Didi Martinaz, l’ultima cantante della “ligera”.

La trama di “Milano tra inferno e paradiso”

L’ingresso è in un ambiente che si sta ancora riscaldando con il “padrone di casa” Piero Colaprico che ci accoglie ed invita a prendere posto e, nell’attesa che la sala si riempa, ci lascia alle prime musiche in milanese cantate da un personaggio ormai in via di estinzione, il cantante di trattoria, El Pelè.

A sala piena si dà il via ad un percorso che è uno sfogliare un po’ l’album della memoria della storia di Milano.
Non si tratta di ricordare in modo nostalgico luoghi o cose, ma di fare memoria di persone.
Condotti dai dialoghi tra una giovane milanese (Virginia Zini) a cui mancano alcune delle radici forti del “milanese” ed un milanese (Valerio Bongiorno) invece con qualche anno in più che ha più presenti e radicate in se le memorie di una Milano non solo intorno al Duomo, ma anche quella più periferica, tra le facce e le vite di personaggi di questa Milano di piccoli malavitosi.

Racconto punteggiato da canzoni, ovviamente in dialetto, che parlano proprio di questi personaggi.
Con la prima canzone che parla di donne della “ligera” milanese, cantata da Sarah Stride, scorrono anche immagini di Didi Martinaz, l’ultima cantante della mala milanese (così era considerata). Cantante che ha avuto tra i suoi ammiratori anche Renato Vallanzasca, e fondatrice del gruppo dei Gufi, con canzoni del suo repertorio riprese anche da cantanti come Enzo Jannacci.

Oltre al ricordo di questa cantante c’è presente un altro elemento che è una “specie” in via di estinzione e cioè El Pelè, cantante di osteria con uno strumento “il tolofono”, introvabile!
El Pelè introduce i suoi pezzi con una serie di aneddoti su piccoli malandrini della periferia milanese.

Il cast di “Milano tra inferno e paradiso”

Valerio Bongiorno e virginia Zini con Guido Baldoni e PieroColaprico
Valerio Bongiorno e Virginia Zini, le due voci che cuciono il filo della memoria. Guido Baldoni alla fisarmonica e Piero Colaprico.

Valerio Bongiorno e Virginia Zini: la coppia V & V entrambi impegnati da sempre in comunicazione, teatro sociale, di comunicazione, nelle scuole e con persone fragili o con disabilità. Sono una coppia perfetta per condurci in questo percorso di riscoperta e conoscenza di un mondo di persone un po’ al margine, alla periferia della società in una città come Milano.

Guido Baldoni(fisarmonica): fisarmonicista di professione, collabora da anni con cantautori, compagnie teatrali, complessi di musica etnica e jazz, artisti di strada.
Anche in questo spettacolo sostiene la “colonna sonora”, accompagna la voce di Sarah Sride, ma anche tutti gli altri cantanti con arrangiamenti originali.

Sarah Stride(voce), Raffaele Kohler(tromba), e Luca Bartolommei (chitarra e voce): Sara Stride è la cantante, voce di quelle donne del mondo della piccola malavita milanese, ora la puttana, ora la donna di un piccolo gangster. Fa sua e reinterpreta l’eredità di Didi Martinaz a cui lo spettacolo offre un omaggio.
Raffaele Kohler dà fiato alla tromba, in realtà alle trombe, poiché ne suona più d’una, dà pennellate sonore ai momenti e alle musiche delle spettacolo, rimanendo in qualche modo nell’ombra, spostandosi da un palco all’altro fino al fondo della platea. Solo al termine lo vedremo insieme a tutta la compagnia dare sfoggio della sua abilità suonando contemporaneamente due trombe.
Luca Bartolommei: musicista e compositore, con simpatia e delicatezza accompagna soprattutto El Pelè nelle sue canzoni, non solo con la chitarra, ma anche con la voce e facendogli un po’ da spalla.

Giancarlo Peroncini
Giancarlo Peroncini detto el Pelè con il suo “tolofono”.

Giancarlo Peroncini “El Pelè”(tolofono): così come la donna della ligera, el Pelè, al secolo Giancarlo Peroncini, è una figura ormai in via di estinzione. Infatti Piero Colaprico lo presenta come l’ultimo campione vivente del suo genere, il cantante di osteria, del “trani”, munito di uno strumento di fatto sconosciuto: il tolofono. Uno strumento dall’aspetto misterioso potrebber ricordare un grossa “Caccavella” munito però di una cordae che funziona ed ha un suono un po’ come se fosse un “basso”.
Voce da basso quella del Pelè, canta e accompagna le sue canzoni con degli aneddoti di vita vera dei personaggi che presenta come Carletto due pistole o il ragioniere che decide di diventare un “pappa”.

Teatro Gerolamo – Milano

Milano tra inferno e paradiso

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Sabato 3/12/2022 Domenica 4/12/2022

Sito web: https://www.teatrogerolamo.it/

INFORMAZIONI BIGLIETTERIA
02 36590120 (attivo da lunedì a venerdì, dalle 10.00 alle 18.00) o 02 45388221 (attivo nei giorni e orari di apertura della biglietteria),
oppure inviare una email a biglietteria@teatrogerolamo.it.


La nostra recensione


Non è uno spettacolo nostalgico, vuole essere invece uno spettacolo di memoria.
Come dichiara l’autore Piero Colaprico, non vuole crogiolarsi nella nostalgia, ma ricordare le persone assenti.
Vuole raccontare lo spirito dell’osteria, perché non venga perduto e perché possa rappresentare l’identità, la radice della milanesità. Perché non si è milanesi per nascita, ma per scelta per amore.

Così tutto il gruppo sa creare il clima, la sensazione di essere davvero tutti insieme in un locale, in una osteria della vecchia Milano, intorno ad un gruppo di amici che ricorda persone, aneddoti, fatti e canta, canta insieme.
In alcune occasioni non c’è proprio bisogno che gli attori invitino a cantare o battere le mani perché sorge spontaneo a tutto il pubblico accompagnarli con la voce ed il ritmo.

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