“Maria Stuarda” di Friedrich Schiller, traduzione Carlo Sciaccaluga al Teatro Carcano
Davide Livermore ripropone questa tragedia di Schiller mettendo insieme le sue due anime di regista di prosa e regista di opere; Maria Stuarda che ha anche ispirato un opera lirica di Gaetano Donizetti anche in questa realizzazione è accompagnata da musica che va da Purcell a Dowland, ma rivisitata dall’uso della chitarra elettrica.
Un altro elemento caratterizza la rappresentazione di ogni sera.
E’ la sorte, un gioco teatrale, che decide chi reciterà chi tra le due attrici e i ruoli delle due regine.
La trama di “Maria Stuarda“
Il testo di Schiller è riportato fedelmente.
La storia dunque è nota: si tratta di un confronto serrato, tragico e nello stesso tempo a distanza tra la regina Elisabetta I e la cugina Maria Stuart.
Maria Stuarda è prigioniera in Inghilterra a causa dell’omicidio del marito Darnley, in realtà per le sue pretese al trono di Inghilterra.
Elisabetta esita a firmare la condanna a morte della cugina, per motivi politici, volendo conservare il sostegno del popolo e nello stesso tempo cercare di eliminare alla radice la minaccia di una usurpazione.
In questa difficile decisione si intromettono e si sovrappongono interessi diversi, politici, passionali, fanatismi.
La conclusione ovviamente è tragica e tutti perdono.
Il cast di “Maria Stuarda“


Elisabetta Pozzi: a seconda della serata, deciso dalla sorte, riveste ora il ruolo di Maria Stuart ora il ruolo di Elisabetta I.
Nello spettacolo a cui ho assistito la sorte ha deciso per Elisabetta I. Una Elisabetta forte, consapevole della propria forza e potere, preoccupata di scegliere per il meglio del popolo, o forse ancor di più preoccupata di conservare il favore del popolo che è l’unico che le assicura di poter mantenere il potere di fronte ad una Corte tutta al maschile che vorrebbe vederla rientrare nel ruolo classico di sposa e madre.
Una Elisabetta anche stanca di dover sempre fare scelte politiche che non tengono mai conto dei suoi bisogni “umani”, affettivi.
Stanca ed anche impaurita di dover affrontare e sostenere la solitudine del comando.


Laura Marinoni: a lei ovviamente nello spettacolo a cui ho assistito è toccato il ruolo di Maria Stuart.
Donna anche lei alla ricerca, alla conquista del potere. Maria però ha scelto una via diversa, una via che lascia più spazio anche alle sue passioni, ai suoi sentimenti. Utilizza quindi una modalità, nella ricerca del potere, che da più spazio a delle strategie più note ed agite che sono quelle dell’uso del proprio fascino per prevalere sul mondo maschile
e con Gaia Aprea (Lord Shrewsbury), Linda Gennari (Mortimer. angelo), Giancarlo Judica Cordiglia (Lord Burleigh) , Olivia Manescalchi (Amias Paulet, cavaliere, custode di Maria, ambasciatore francese ), Sax Nicosia (conte di Leicester)
chitarra e voce Giua: cantautrice e chitarrista che è sul palco con agli attori, insieme a Mario Conte hanno dato luogo alle musiche che accompagnano e commentano lo spettacolo.
Musiche che spaziano da Purcell a Dowland, musicista che ha scritto per Elisabetta I, e a Davide Rizzio, che fu amante di Maria Stuarda e che scrisse canzoni bellissime. Tutto ciò filtrato da l’uso della chitarra elettrica e da uno stile sonoro dark e contemporaneo.
Regia Davide Livermore
Costumi delle regine Dolce & Gabbana
Costumi Anna Missaglia
Allestimento scenico Lorenzo Russo Rainaldi
Musiche Mario Conte e Giua
Disegno luci Aldo Mantovani
Produzione Teatro Nazionale di Genova, Teatro Stabile di Torino, Centro Teatrale Bresciano
Il trailer di “Maria Stuarda“
La nostra recensione
Di grande impatto e potenza questa messa in scena di Maria Stuarda.
Come sempre le grandi opere, le grandi tragedie, sono sempre attuali in qualsiasi periodo storico vengano realizzate.
La politica, la religione, il potere, le passioni, gli intrighi, sono costanti in ogni stagione della storia dell’uomo.
Così, come non scorgere nel contrasto tra Francia ed Inghilterra, mascherato da accordi, ambasciate falsi sorrisi, i molteplici contrasti e guerre che ancora oggi viviamo nel nostro mondo?
Come non vedere nella guerra di religione tra cattolici e protestanti, gli eterni contrasti religiosi come gli ultimi tra ebrei e musulmani, tra cristiani e musulmani?
Sopra a tutto questo c’è uno sguardo forte sul rapporto tra donne e potere. Elisabetta sceglie di aderire a quello che è il modello maschile di re, in questo caso, ma guardando nella realtà odierna, ricalca il modello maschile di politico, di uomo del potere economico.
Maria Stuarda invece è un tentativo di praticare il potere più nelle sue manifestazioni femminili, che sono però sempre caratteristiche femminili al servizio dell’immaginario e delle passioni maschili.
Forse la scelta di iniziare con un prologo dove una figura d’angelo decide secondo i voleri del caso (da quale lato una piuma cadrà sul palco!) chi indosserà i panni di Elisabetta e chi quelli di Maria, sta anche a voler indicare come le due donne, le due regine, siano le due facce di un unica mela, interscambiabili tra loro.
E forse il fatto che per entrambe la fine sia perdente: una perde la vita, l’altra rimane sola senza affetti, circondata da possibili nemici ed inganni, ci vuol dire che l’umanità intera deve cercare una terza via, un modo differente per vivere insieme.
Teatro Carcano
“Maria Stuarda”
8/11/2023 al 12/11/2023
Sito web: https://www.teatrocarcano.com/
https://biglietti.teatrocarcano.com
INFORMAZIONI BIGLIETTERIA
Corso di Porta Romana, 63 – Milano
Biglietteria aperta tutti i giorni dalle ore12:30 alle ore 18:30 e a partire da un ora prima dell’inizio degli spettacoli.