La compagnia Teatro dell’Elfo ieri sera al Teatro Cristallo con “L’importanza di chiamarsi Ernesto”
Ieri sera al Teatro Cristallo la Compagnia Teatro dell’Elfo ha portato in scena la brillante commedia di Oscar Wilde “The Importante Of Being Earnest” che denuncia con acuta ferocia i costumi della società borghese proclamandosi “una commedia frivola per gente seria”
LA REGIA
La regia di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia colpisce nel segno, ogni intenzione e movimento sono curati nei minimi dettagli e lo spettacolo nel suo complesso risulta convincente.
Il quadro rappresentato mostra fin dall’inizio un’inaspettata freschezza.
SCENOGRAFIA
L’ambiente ricreato è moderno, dagli abiti degli attori agli oggetti in scena e il sipario si apre con “I Will Survive” di Gloria Gaynor.
Proprio come a suo tempo voleva Oscar Wilde, anche se inserita in un contesto più attuale, la Compagnia dell’Elfo, riesce a divertire il pubblico rendendo con ironia quell’espediente letterario del non-senso voluto da Wilde.
Il senso comune delle cose viene ribaltato demolendo così gli usi e costumi tipici della società borghese dell’epoca.
Anche il quadro appeso in scena di Richard Hamilton “Che cosa rende le case di oggi così diverse, così attraenti?” anche se di un’epoca successiva a Wilde risulta una scelta azzeccata e contribuisce a inasprire la critica verso una società che bada troppo all’apparenza piuttosto che alla sostanza.
La storia raccontata, come già detto, è la commedia di Oscar Wilde, recitata fedelmente in ogni sua parte.
LA TRAMA
Giuseppe Lanino interpreta brillantemente Jack Worthing, un giovane che vive la sua vita diviso tra campagna e città. Jack, zio di Cecily (interpretata da Camilla Violante Scheller), volendo mantenere un alto profilo morale, quando si reca in città per dedicarsi ad attività poco borghesi si finge il suo fratello minore immaginario di nome Earnest.
Quest’ultimo è follemente innamorato di Lady Gwendolen Fairfax (Elena Russo Arman), cugina di Algernon Moncrieff (Riccardo Buffonini) che è a sua volta innamorato di Cecily, nipote di Jack.
Tra i personaggi anche Lady Bracknell o Zia Augusta, zia di Algernon e madre di Gwendolen (Ida Marinelli), Miss Prism, governante di Jack ed educatrice di Cecily (Cinzia Spanó), il Reverendo Chasuble (Luca Toracca) e Merriman e Lane rispettivamente un maggiordomo e un cameriere interpretati entrambi da Nicola Stravalaci.
I costumi, anch’essi a cura di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, sono coloratissimi e con fantasie varie tra cui quelle scozzesi richiamano al tema generale dell’ironia creando un’effetto volutamente buffo.
Similmente a Jack, anche Algy, per poter liberarsi dagli impegni familiari e godersi la vita finge di avere un amico disabile estremamente cagionevole di salute, Mr Bunbury.
Le storie dei personaggi si intrecciano in modo chiaro e coinvolgente.
Particolarmente divertente il dialogo tra Lady Bracknell, madre di Gwendolen (Ida Marinelli) e Jack (Giuseppe Lanino) in cui la comicità di Wilde viene resa con arguzia e i continui fraintendimenti tra i due protagonisti suscitano le risa del pubblico.
Emerge tra i personaggi Cecily, più moderna degli altri in un completo da High School e con un carattere apertamente trasgressivo.
Anche i movimenti che caratterizzano ogni personaggio sono molto buffi rendono il tutto molto più spiritoso.
“La questione del nome è una barriera insuperabile”
È il non senso a dominare questa commedia e a renderla ancora oggi così divertente.
VOTO COMPLESSIVO: 8,5 / 10
La lettura registica è vivace, divertente e rende lo spettacolo scorrevole e molto piacevole.
Gli attori sul palco sono dei veri professionisti, rendono le diverse sfumature dei personaggi e risultano nell’insieme molto in armonia l’uno con l’altro.
Uno spettacolo acuto e divertente che merita di essere visto.
Compimenti a Ferdinando Bruni e Francesco Frongia e a tutto il cast!