“LidOdissea” di Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari – Teatro Litta.
Torna la Compagnia BerardiCasolari con un nuovo testo che ripercorre le tappe di Ulisse nell’Odissea .
Anche in questo caso, come già in occasione dello spettacolo andato in scena un anno fa al teatro Gerolamo, Io provo a Volare, dove per la prima volta si fece questo esperimento, connettendosi durante lo spettacolo al sito Ekphrasys, un audiodescrittore trasforma le immagini in parole e suoni. Gli utenti possono accedere in due modi immediati e differenti: tramite Qr Code stampato su ogni singolo programma di sala o tramite Tag NFC distribuiti in posizioni strategiche per tutto il teatro.
L’audiodescrizione così realizzata ha il merito di rendere più completa l’esperienza teatrale anche per persone con disabilità visiva.
La trama di “LidOdissea“
Ulisse, Penelope e il figlio Telemaco sono una famiglia in vacanza in uno stabilimento balneare, tra flashback e flashforward, vengono ripercorse le tappe del viaggio di Ulisse e dell’attesa di Penelope con il figlio Telemaco.
I personaggi, le dinamiche e le tematiche sono però calate nel presente ed è così che viene in qualche modo riscritta una nuova storia. potremmo dire un’Odissea 2.0
Il cast di “LidOdissea”
Gianfranco Berardi (Ulisse): è un Ulisse inquieto, infastidito dal mondo. Sofferente di un rapporto (quello con Calipso) che lo lega, lo controlla, impedisce un bisogno di ricerca di movimento. Eppure anche quando torna al mondo, che in questo caso è una spiaggia affollata, è sofferente. Sofferente di questa umanità urlante, assordante che non lascia sentire il rumore della natura, che invade. Rimanda, rimanda l’incontro con Penelope, l’incontro con il figlio. Tutto è ansia e fatica per questo Ulisse.
Gabriella Casolari (Penelope): principalmente Penelope, ma anche Calipso e Circe. Figure di donne che usano tattiche diverse, moderne ovviamente rispetto all’Odissea originale, ma in fondo non così innovative, sempre subordinate ad un maschio.
Così Penelope è la donna che aspetta, che perdona; Calipso è la donna giovane che irretisce e lega con l’eterna giovinezza del corpo e con il desiderio fisico; Circe invece è la donna combattiva che ha deciso di non fidarsi, di scegliersi il ruolo di comando per non essere diretta o costretta.
Ludovico D’Agostino (Telemaco): un giovane uomo ormai, ma sempre accudito, protetto, non lasciato crescere. Incapace di ribellarsi alle prepotenze ed angherie di bulli che minacciano lui e la madre.
Perso nelle immagini e di cellulare, tablet, televisione.
In attesa di un padre che non arriva mai, che mai è presente.
Silvia Zaru (aedo, alias Omero) cantante, compositrice e musicista non vedente, accompagna i viaggi reali ed interiori dei personaggi con i suoi canti, come un novello Omero che narra.
Regia Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari
Elaborazioni musicali Ludovico D’Agostino
Disegno Luci e direzione tecnica Mattia Bagnoli
Costumi Giada Fornaciari
Decorazioni di scena Sara Paltrinieri
Organizzazione Benedetta Pratelli
Produzione IGS APS, Fondazione Luzzati Teatro della Tosse, Teatro Stabile Friuli Venezia Giulia, Manifatture Teatrali Milanesi, Accademia Perduta Romagna Teatri SCRL, Comune di Bassano del Grappa
con il sostegno del MiC
Direzione Generale Spettacolo e del Centro di Residenza della Toscana (Armunia CapoTrave/Kilowatt), Comune di Sansepolcro
si ringrazia il Teatro dei Venti
Teatro Litta MTM di Milano
“LidOdissea” Teatro Litta
dal 23/11/2023 al 3/12/2023
INFORMAZIONI BIGLIETTERIA
Teatro Litta
Corso Magenta 24
02.86.45.45.45 – biglietteria@mtmteatro.it
La nostra recensione
Questa Odissea 2.0 approfondisce una riflessione su una società contemporanea sempre più inadeguata.
Inquietudine, richieste sempre alte a cui ci si sente inadeguati, vietato sbagliare.
Tutto questo malessere viene alla luce pur tra qualche sorriso e risata.
Anche le figure femminili mostrano come sia nel passato che oggi ci sono modelli da cui è difficile distaccarsi.
Questa volta però forse qualche cosa cambia, Penelope ha deciso di non aspettare più.
Anche i giovani, Telemaco, faticano a trovare la strada, l’aria.
Da un lato protetti, guardati a vista, privati di qualsiasi ostacolo. Dall’altro attese eccessive, l’errore non è contemplato, ci si attende sempre la perfezione.
E allora ecco che si rifugiano in un mondo a parte; nel cellulare, nel tablet o televisione.
Personaggi che si sentono inadeguati, che si chiedono ragione del loro essere.
Nonostante lo spettacolo in se risulti leggero, ti strappa più di qualche risata, al termine lascia alcune inquietanti domande e riflessioni sul attuale modo frenetico e senza tempo di vivere.