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LE MEMORIE DI IVAN KARAMAZOV – Storia di una creatura incompiuta. La nostra recensione
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LE MEMORIE DI IVAN KARAMAZOV – Storia di una creatura incompiuta. La nostra recensione

Le memorie di Ivan Karamazov al teatro Grassi

“Le memorie di Ivan Karamazov” – dal romanzo I fratelli Karamazov di Fëdor DostoevskijTeatro Grassi.

Torna Umberto Orsini almeno una volta per stagione al Piccolo di Milano.
Nella scorsa stagione vi avevamo parlato dello spettacolo “Pour un oui ou pour un non”, in questa nuova stagione Orsini torna ad un personaggio che lo accompagna ormai da più di cinquant’anni, si tratta infatti di Ivan Karamazov.

La trama di “Le memorie di Ivan Karamazov”

Ritroviamo Ivan Karamazov, ormai invecchiato e dimenticato in un vecchio, polveroso e deserto tribunale.
Ivan rivendica di essere stato dimenticato, unica creatura della famiglia Karamazov rimasta incompiuta, senza un finale.

Impedito a suo tempo di portare a termine la sua testimonianza al processo sulla morte di suo padre, a causa di una terribile febbre cerebrale, vuole fare finalmente luce sugli andamenti dei fatti e soprattutto sulle responsabilità di ognuno dei protagonisti.

Le memorie di Ivan Karamazov
Ivan Karamazov in dialogo con il suo doppio.

Una lunga confessione, in parte, ed in parte arringa e difesa al tempo stesso.
Confessa e rivendica la responsabilità dell’omicidio del padre.
Ricorda i momenti di confidenza con il fratello Alëša e il suo racconto riguardante il grande inquisitore, riportando così alla luce la sua ribellione, il suo tormento nell’impossibilità di accettare un Dio che, in nome di un’armonia, permette il dolore degli innocenti.

Si pone le dolenti domande di ogni uomo: può essere l’uomo libero? Può essere felice? Può essere entrambe le cose insieme?
Ancora dilaniato tra la sfiducia nell’umanità, la consapevolezza della fragilità umana ed un amore per la vita nonostante tutto e a dispetto di tutto.

Il cast di “Le memorie di Ivan Karamazov”

Umberto Orsini
Umberto Orsini veste nuovamente i panni di un Ivan Karamazov ormai invecchiato.

Umberto Orsini (Ivan Karamazov): per Umberto Orsini il personaggio di Ivan Karamazov è ormai un vecchio compagno di viaggio.
Incontrato per la prima volta nel famoso sceneggiato di Bolchi nel 1968, lo riprende poi nel 2014 con La leggenda del grande inquisitore, per giungere oggi a queste memorie di Ivan Karamazov.

Trasmette Orsini, da par suo, tutto questo lungo lavoro di maturazione e di rielaborazione, tutto questo intenso dilaniarsi tra responsabilità e libero arbitrio.
Tormenti e domande che appartenevano a Dostoevskij che le ha trasmesse ad Ivan che forse un po’ appartengono ad Orsini e a ognuno di noi.

Drammaturgia Umberto Orsini e Luca Micheletti
Regia Luca Micheletti
Scene Giacomo Andrico
Costumi Daniele Gelsi
Luci Carlo Pediani
Suono Alessandro Saviozzi
Assistente alla regia Francesco Martucci

Produzione Compagnia Umberto Orsini

Teatro Grassi

Le memorie di Ivan Karamazov

dal 4/10/2022 al 16/10/2022

Sito web: https://www.piccoloteatro.org

INFORMAZIONI BIGLIETTERIA
Biglietteria del Teatro Grassi
V. Rovello 2 (M1 Cordusio)
Aperta solo nei giorni di spettacolo a partire da un’ora prima dell’inizio della recita in programma


La nostra recensione


Difficile trovare parole che non siano già state dette per questo spettacolo che è veramente eccezionale.
Domande che accompagnano da sempre l’uomo: esiste Dio? L’uomo è libero? L’uomo è in grado di prendersi responsabilità? Qual è e dov’è la felicità dell’uomo?

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Le luci quasi assenti e la scenografia di un pulpito di tribunale imponente, polverosa e deserta. Tutto questo da quasi l’impressione che Ivan Karamazov sia quasi un fantasma, un’ombra, una sorta di fantasma dell’opera che si aggira tormentato e prigioniero.

Le memorie di Ivan Karamazov
Ivan Karamazov, una creatura senza un finale.

La presenza poi dello specchio e di Ivan che dialoga con un se stesso riflesso, il sopraggiungere di un marchingegno che ci fa riascoltare le parole di un Ivan giovane ai tempi del processo, che è la voce, se pur un po’ distorta dello stesso Orsini ai tempi del famoso sceneggiato, da quasi la sensazione di trovarsi in realtà in qualche meandro di un ospedale psichiatrico.

“In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano che cade nella terra non morirà, resterà solo; ma se morirà darà molto frutto”

Questo versetto è l’incipit del monologo ed è la chiusura.

Così va a chiudere Ivan:

Io, purtroppo per me, e per tutti i fratelli Karamazov, non morii, non mi fu dato un finale. Oggi resto una contraddizione che sopravvive nel tempo…

Questo rimane il dolore, il tormento: non avere un finale, un traguardo da raggiungere, un compito da portare a termine.

Pro

Umberto Orsini, soprattutto nel personaggio di Ivan Karamazov, va visto! Perché, come ha detto il regista di questo spettacolo Luca Micheletti, Orsini, oggi, è il teatro!

L'invenzione di questa misteriosa macchina che riproduce la voce stessa di Orsini dello sceneggiato, come "voci" allucinatorie che Ivan sente è un effetto oserei dire geniale e di grande impatto

Una frase che, soprattutto in questo periodo di guerre incombenti, è come un pugno nello stomaco "Davvero credevi che degli uomini liberi potessero essere felici?"

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