“Il venditore di sigari” di Amos Kamil – Teatro Litta
traduzione di Flavia Tolnay con la collaborazione di Alberto Oliva.
Il Teatro Litta porta in scena da più di 10 anni questa opera di Amos Kamil, sempre nel periodo intorno alla Gionata della memoria, come ci ricorda Gaetano Callegaro, uno dei due protagonisti di cui qui potete trovare la nostra intervista
L’opera tratta della questione ebraica dopo la Shoah e della difficoltà, talora quasi dell’impossibilità di continuare a vivere per chi è sopravvissuto, qualunque sia stata la sua storia
La trama di “Il venditore di sigari”
Siamo a Berlino appena terminata la guerra nel 1947.
Una tabaccheria, appartenuta precedentemente ad un ebreo deportato che non ha più fatto ritorno e ora gestita da un nuovo proprietario.
All’interno il proprietario si prepara con una precisa e meticolosa routine all’apertura.
Alle sei e mezza precise un cliente bussa con insistenza alla porta.
È subito chiaro che è un cliente abituale che ogni mattina si presenta ed esige la puntualità dell’apertura perché, afferma, le regole servono a regolare la civiltà.
Il cliente è un habitué, un professore universitario ebreo, fuggito negli anni del nazismo in America, ora tonato, ma in procinto di recarsi in Palestina per fondare un nuovo stato che possa diventare un luogo sicuro per quelli della sua razza.
Il cliente, il Doktor Reiter, si intrattiene fingendo di voler scegliere un sigaro, costringendo il venditore a presentargli nuove marche di sigari e intanto procedendo con una serie di domande e frasi tra l’inquisitorio, l’accusatorio e il disprezzo verso il venditore.
L’argomento è, naturalmente, il nazismo e la guerra che ha quasi distrutto il popolo ebraico.
Il proprietario della tabaccheria, Herr Gruber, appare intimidito, remissivo, mesto e quasi succube del cliente.
Poi si scopre che in realtà entrambi sono ebrei e che se doktor Reiter ha fatto la scelta di fuggire, per salvarsi, herr Gruber invece ha scelto di restare, di nascondere le sue origini e di prestare anche il servizio militare.
Procedono quindi entrambi attaccandosi, rinfacciandosi colpe reciproche e recriminando su torti subiti.
Infine chi è carnefice e chi vittima? Chi i vinti e chi i vincitori?
Il cast di “Il venditore di sigari”
Gaetano Callegaro (Doktor Reiter, il cliente): Doktor Reiter è un cliente puntiglioso, sarcastico e tagliente. Ha torti subiti da recriminare. Si sente in diritto di rinfacciare colpe e di dare giudizi. Si sente vittima innocente, e lo sottolinea e lo rivendica con fare sdegnoso e anche abbastanza arrogante.
Ma forse è una vittima con qualche colpa da nascondere o, quanto meno, con un forte senso di colpa perché infine è sopravvissuto facendo una scelta di fuga.
Paolo Cosenza (Herr Gruber, il negoziante): questo venditore di sigari appare un uomo tranquillo, abitudinario, metodico, mesto e quasi insignificante.
Tormentato da questo cliente che si ostina a presentarsi tutte le mattine per verificare che osservi le regole, come quella dell’apertura in orario.
Cliente che lo tormenta con continue richieste sui sigari che vende, che gli lancia accuse, neanche troppo velate, di essere un traditore.
Si perché Herr Gruber è anch’esso ebreo come il cliente, ma che ha fatto una scelta diversa per la sua sopravvivenza.
Ma ad un certo momento rialza la testa si ribella alle domande inquisitrici del cliente, non è disposto a dare spiegazioni che riguardano la sua vita e le sue scelte personali.
Tuttavia anche quando si oppone, e alza la voce, rimane sempre con un tono di tristezza e rassegnazione.
Regia: Alberto Oliva
Scene e costumi Francesca Pedrotti
Realizzazione scenografica Ahmad Shalabi
Disegno luci Fulvio Melli
Direzione di Produzione Elisa Mondadori
Produzione MTM Manifatture Teatrali Milanesi
Teatro Litta MTM di Milano
Il venditore di sigari
dal 26/01/2023 al 5/02/2023
INFORMAZIONI BIGLIETTERIA
Teatro Litta
Corso Magenta 24
02.86.45.45.45 – biglietteria@mtmteatro.it
La nostra recensione
Sicuramente interessante questo sguardo nel mondo germanico dopo la caduta del nazismo e dopo la Shoah. Uno sguardo che vuole mostrare non lo scontro, il contrasto tra nazismo ed ebrei, ma piuttosto quanto accade nel mondo ebraico, tra gli ebrei stessi, al termine del conflitto.
Qualsiasi scelta fatta per scampare al massacro lascia dentro di loro comunque il senso di colpa di essere sopravvissuti.
Chi è sopravvissuto fuggendo, chi invece rinnegando se stesso e magari agendo contro i fratelli.
Il dialogo tra i due protagonisti assume però le caratteristiche più di una disquisizione filosofica che mette in secondo piano le emozioni e i sentimenti.
Solo a tratti il cliente e il venditore appaiono veramente appassionati di ciò che stanno disquisendo.
Questa caratteristica lascia un po’ distante, un po’ freddo lo spettatore.