Massimo di Taranto torna dai suoi lettori, dopo il successo dei precedenti lavori, con il suo nuovo romanzo distopico “Ucrònia”.
Dopo la pubblicazione dei due libri gialli: “Le indagini del commissario Colasanti” e “Le verità del commissario Colasanti”, l’autore Massimo di Taranto propone ai suoi lettori un romanzo diverso, innovativo e differente anche nel genere: non più un giallo bensì un distopico, dal titolo: Ucrònia.
La trama di “Ucrònia” di Massimo di Taranto
Il romanzo è ambientato a Roma negli anni del 1951 e 1952. Il protagonista principale è il commissario, capo di Polizia, Marsilio Marsili, che scompare nel nulla. Le indagini verranno affidate al dirigente della sezione omicidi della squadra mobile: il commissario Aurelio Colasanti che accetta a denti stretti di dover interrompere il lavoro della propria sezione per dedicarsi alla ricerca di un collega del quale poco gli interessa, ma, nonostante tutto accetta l’ordine che gli viene comandato.
Colasanti, così, si dirige a casa del commissario capo. All’interno di un diario, scritto con una grafia molto ordinata e grazie alle dichiarazioni della moglie trova gli unici indizi utili per l’indagine. E così inizia una ricerca dello scomparso.
Nel finale del romanzo però, qualcosa di strano accadrà: nell’attimo in cui Colasanti lascerà l’abitazione, anomali lampi di luce di un color azzurro inizieranno ad accendersi. Ma né il dirigente della Omicidi, né il suo autista riusciranno ad avvertire quelle strane luci.
Conosciamo meglio Massimo Di Taranto
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Quattro chiacchiere con l’Autore: MASSIMO DI TARANTO
Un nuovo lavoro e si rimane ancora una volta nel mondo delle indagini. La prima riflessione che mi nasce spontanea è che il suo mondo della scrittura arriva da un percorso di vita vissuta nelle investigazioni.
Sì, è un vissuto che io ho romanzato e in questo caso ho ambientato negli anni ’50 prendendo spunto da quello che mi è capitato in questi venti anni di lavoro.
Quando arriva la scrittura nella sua vita fondendosi al suo mondo lavorativo nella Polizia Di Stato?
Nell’ambiente lavorativo solitamente tra colleghi si dice sempre, quando succede qualcosa di eclatante, “io scriverò un libro di tutto quello che mi è capitato…”, lo si dice e non lo si fa e invece io ne ho scritti tre nel giro di un anno.
La volontà di scrivere l’ho scoperta a ottobre del 2021, mi sono trovato con del tempo libero e l’ho impegnato nella scrittura e così ho avuto modo di scoprire una qualità che non pensavo di avere.
Con “Ucrònia” c’è un cambio di rotta dai primi due. Si resta nel mondo del giallo ma entrando in una realtà distopica.
Sì, una realtà in cui questo Vice Comandante delle Celere di Roma trova per caso su una bancarella di libri usati, in via Nazionale, questo libro sulla meditazione e lo usa in modo “diligente” riuscendo a spostarsi in altri mondi paralleli.
Si trova così in una realtà diversa da quella in cui vive dove ha problemi giudiziari, un divorzio dalla moglie che non accetta ma invece di trovare una situazione migliore ne trova una peggiore!
Il mio libro potrebbe essere anche un modo per dare spunti di riflessioni e motivazionali al personale che lavora nelle Forze dell’Ordine dove il tasso di suicidi è nettamente aumentato.
In questo momento Massimo di Taranto dove si ritrova di più…nella parte di scrittore o nel suo lavoro nella Polizia di Stato
A mie piace scrivere e quando lo faccio mi sento bene, mi sento me stesso. Quando lavoro lo faccio perché lo devo fare e cerco di farlo al meglio delle mie possibilità.
Questo percorso immaginiamo quindi proseguirà e diventerà una costante, arriveranno altri lavori?
Sì certo, e spero di avere un riscontro che mi permetta di poter cambiare radicalmente la professione, questo è il mio obiettivo.
Questo Commissario Colasanti potrebbe essere un cugino alla lontana di un Montalbano come storie per poterne creare un lungo seguito?
Colasanti è un anti-eroe, è un ipocrita carrierista che cerca di avanzare nella carriera senza farsi particolari scrupoli a discapito degli altri.
Crearne una serie di avventure… non so che dire, ora ho l’ispirazione nello scrivere per i futuro non so fare previsioni.
Ma Colasanti rimara al momento protagonista delle sue storie o sta lavorando a qualcosa per spostarsi da lui?
No, per il momento no anche perché ho trovato modo tra un romanzo e l’altro di trovare una sorta di “staffetta” tra una struttura narrativa e l’altra.
Nel primo romanzo ci sono i semi perché si arrivi a leggere il secondo.
Nel secondo ho inserito un capitolo che riguarda il Comissario Marsilio Marsili che con la trama non c’entra molto ma se poi si legge il terzo romanzo si capisce il perché di quella presenza nella storia.
E anche in quest’ultimo libro c’è un’apertura verso indagini di Colasanti che ha dovuto sospendere per cercare Marsili.
C’è quindi anche un sottotesto quindi nel suo libro, oltre al giallo e al romanzo distopico, che nasce dal fatto che Colasanti è un carrierista e non solo la figura che noi immaginiamo sempre dell’eroe che pensa a salvarci e proteggerci…
Si assolutamente i personaggi che descrivo io non sono degli eroi, qualcuno ci prova ma nessuno ci riesce.