Notre Dame de Paris: musiche di Riccardo Cocciante, liriche di Luc Plamondon, versione italiana di Pasquale Panella.
La prima volta che ti vidi fu nel 2002, in uno degli anelli più alti del Forum di Assago, in posto tutto laterale… eppure fu un’emozione enorme.
Poi ti rividi per la seconda, la terza… poi il tour del 2016 in memoria dei 15 anni con il cast originale.
Ecco quell’anno ho fatto veramente una scorpacciata, sono venuta da sola, con amici, cercando nuovi compagni da introdurre alla passione di questa “opera popolare”, sono andata anche in altre città.
Ho provato l’esperienza quasi mistica di vederti all’Arena di Verona, per l’ultima rappresentazione di chiusura del tour.
Se Notre Dame è già di per se un’opera elettrizzante ed emozionane, vista all’interno dell’Arena, praticamente ai piedi del palco, è un’esperienza difficilmente descrivibile.
Sembrava tutto finito e invece no, ecco che nel 2019 riparte un nuovo tour, ottobre vi vengo a vedere!
Poi dovreste tornare a maggio 2020, sono già pronta! Ma… succede quel che succede!
Aspettiamo due anni (immaginando dialoghi impossibili con gli amati personaggi) e finalmente a marzo di quest’anno siete di nuovo qua e io… i biglietti sono lì che aspettano da due anni, finalmente ci siamo!
Notizia inaspettata, viste le grandi richieste, vengono programmati altri 15 giorni di rappresentazione a Milano nel mese di settembre.
Lo giuro ho cercato di resistere alla tentazione! Ma non ce l’ho fatta!
La sera dell’ultimo giorno sono tornata a vedervi!
Notre Dame de Paris da dipendenza
Spesso qualcuno mi prende in giro per il numero di volte che ho rivisto quest’opera.
L’espressione più frequente dei miei interlocutori è “Ancora? Ma è sempre la stessa cosa! Cosa ci trovi?”
E’ vero da vent’anni non solo le musiche e le parole sono ovviamente sempre quelle, ma anche la scenografia (anche se piccoli cambiamenti nelle luci, nelle immagini proiettate ci sono stati), i costumi, i movimenti di scena, sono sempre uguali.
Forse è proprio questo ripetersi di una combinazione magica di musica, parole, gesti, e coreografie che fa sì che ogni volta ci si ritrovi completamente immersi in questa realtà che è del passato, ma anche del presente.
Ogni volta tu sei li, dentro alla storia, dentro alla musica.
La cosa straordinaria è che ogni volta lo vivrai nei panni di un diverso protagonista.
Una volta sarai Esmeralda e tutto verrà filtrato dagli occhi e dal cuore di Esmeralda, ma la volta dopo potrai essere Quasimodo, e poi Frollo, e poi Fiordaliso, e poi..
Infiniti volti e sguardi potrai essere ed avere.
Ogni volta l’ho visto da punti diversi e magicamente ogni volta, non dico che sembra uno spettacolo nuovo, ma sicuramente ho visto aspetti, scene che mi sembrava di non aver mai visto.
Ma non finisce qui!
Ci sono i ballerini, gli acrobati e le coreografie che sono spettacolo nello spettacolo.
Alcuni brani, in particolare non avrebbero la potenza ed il fascino che hanno se non ci fosse la loro presenza.
Per esempio il brano “Liberi”, ogni volta mi chiedo come riesca, io ma anche tutto il pubblico, al termine del brano a non alzarmi con il pugno teso a reclamare “Libertà”
Che impressione e che emozione il brano “Le campane”, quando ti trovi nelle prime file, quasi sotto a quelle tre immense campane ti senti vibrare come se anche tu fossi una campana.
Quando oscillano con i campanari sopra, il fiato ti si ferma in gola!
Ed infine, ma solo perché deve esserci una fine dell’articolo, che intensità e tragicità raggiunge le scene finali del brano “Balla mia Esmeralda”?
La musica è straziante, la voce e le invocazioni di Quasimodo sono intrise di dolore, ma la coreografia che si svolge alle spalle di Quasimodo ed Esmeralda ormai morta, è qualche cosa di struggente!
Come avrete ben capito, Notre Dame de Paris è sempre lo stesso spettacolo, ma non è mai uguale!
E’ sempre una grandissima emozione, ma non è mai la stessa emozione!