Fame Saranno famosi il musical, prodotto dalla Fabrizio di Fiore Entertainment, è il musical che ha appassionato intere generazioni.
FAME SARANNO FAMOSI è stata una delle serie tv più famose e indimenticabili. Ma è stato anche un film e un musical di successo internazionale.
La trama racconta la vita degli allievi e degli insegnanti della rinomata ed esclusiva scuola di Performing Arts di New York. Un gruppo di ragazzi, la loro passione e la loro dedizione per il mondo dello spettacolo, una storia che continua a conquistare ed emozionare nuove generazioni di pubblico ed ispirare miriadi di giovani talenti.
Fame Saranno Famosi è un fenomeno leggendario ed intramontabile della cultura pop.
Un titolo talmente famoso da essere entrato nell’immaginario della gente come sinonimo di desiderio di realizzare il proprio sogno nel mondo dello spettacolo.
Il duro lavoro, la competizione artistica, il sudore, la passione, gli amori, le sconfitte e i successi.
Il cast artistico e tecnico di Fame – Saranno famosi
Barbara Cola (Miss. Sherman) – Garrison Rochelle (Mr. Myers)
Lorenza Mario (Miss Bell) – Stefano Bontempi (Mr. Sheinkopf)
e con
Alice Borghetti (Carmen Diaz), Flavio Gismondi (Nick Piazza), Ginevra Da Soller (Serena Kats), Alfredo Simeone (Joe Vegas), Raymond Ogbogbo (Tyrone Jackson), Alessio Solla (Shlomo), Greta Arditi (Iris Kelly), Arianna Massobrio (Grace), Claudio Carlucci (Goody)e direttamente da AMICI Martina Giovannini (Mabel Washington)
Ensemble: Denise Arria, Gioia Chiarini, Mirco Di Santo, Alessio Polimene, Carmen M. Reynoso, Giorgia Riccardi,Alessandro Savino
Coreografie Luciano Cannito I Coreografo Associato Fabrizio Prolli
Scene Italo Grassi
Costumi Veronica Iozzi
Traduzione e adattamento Luciano Cannito
Direzione Musicale Giovanni Maria Lori
Arrangiamenti Musicali Raffaele Minale, Franco Poggiali, Angelo Nigro, Maurizio Sansone
Vocal Trainer Ivan Lazzara
Traduzione liriche Luciano Cannito e Laura Galigani
Disegno Luci Valerio Tiberi I Video Roberto Loiacono
Regia di LUCIANO CANNITO
Intervista ai protagonisti di “Fame Saranno famosi”:
Garrison Rochelle
Parliamo di “Fame Saranno famosi”, spettacolo che per la seconda stagione consecutiva è in tour, realizza sold out uno dietro l’altro e riscuote successi . Come definiresti questo spettacolo?
Le parole chiave di Fame sono: sogni, passione e cultura. Sono tre cose importantissime che ho ritrovato in questo cast di giovani artisti. La passione è fondamentale, io ce l’ho ancora come il primo giorno dopo 50 anni di carriera e questi ragazzi hanno il giusto approccio. Questo cast è davvero talentuoso e il lavoro è impegnativo. In questo cast i ragazzi sono molto più consapevoli; si dedicano alla ricerca anche culturale e non si accontentano solo delle cose semplici.
Parliamo del tuo personaggio, il Prof. Myers, professore di recitazione.
Cannito ha avuto l’idea geniale di trasformare Garrison, la persona conosciuta soprattutto come insegnante ad Amici, nel professor Myers, docente di recitazione. La prima cosa che ti dico è che io vorrei sposare il Prof. Myers perchè è una persona per bene, capace di dedicare agli allievi la giusta vicinanza emotiva e il giusto tempo ad ognuno di loro, esattamente come faccio io nella realtà. La differenza è che lui scandisce bene le parole e non fa casino, al contrario di Garrison!
Quando ho lasciato Amici avevo le idee ben chiare, volevo tornare a teatro per cantare, ballare e recitare e Cannito me ne ha dato la possibilità, ma io mi sono trovato in difficoltà con la memoria e con le prove, mi hanno aiutato tanto sia Luciano che Laura Galigani e ho fatto un percorso in cui ho imparato tanto a più di 65 anni, oggi ne ho 69 e grazie a questo spettacolo sono ancora nella posizione di imparare e questo è bellissimo !
Qual è la tua scena preferita dello spettacolo?
Una scena per me importante è quella in cui Carmen decide di lasciare la scuola. In
quell’istante comprendo che ha dei problemi legati alla droga e alla sua vita. È un
messaggio forte: un insegnante si preoccupa davvero del futuro di questa ragazza.
Quando alzo la voce con lei e mi arrabbio c’è in me una grande emozione.
Stai lavorando a contatto con tanti giovani artisti, tu che sei un’icona del musical, con un’onorata carriera alle spalle, cosa pensi di trasmettere a questi ragazzi e cosa invece prendi da loro?
Sicuramente da loro ricevo la freschezza e la gioia di avere davanti un futuro radioso, io li guardo e vedo così tanto talento che desidero vederli crescere artisticamente parlando, io ero uno di loro, mi rivedo giovane e appassionato. Noi quattro docenti siamo di appoggio a loro che sono i veri protagonisti.
Lavorando a fianco di questi giovani artisti, io spero di trasmettere loro la mia
esperienza e la mia passione. E’ interessante come io riceva un applauso all’inizio appena entro in scena, quello è per il personaggio Garrison, e ci sta, ma l’applauso finale per me è più importante perchè è per quello che ho fatto sul palco vicino a questi giovani talenti.
Dalla tv al palco, quali sono le differenze e un aspetto che ami della tv ed uno che ami del teatro
Io ho lavorato tantissimi anni in televisione e tutt’ora ci lavoro; il rapporto col pubblico televisivo è molto, molto speciale perché le persone mi vogliono bene, Maria De Filippi mi ha dato la possibilità di farmi conoscere, voi mi conoscete, sapete come sono fatto, mi accettate così, io vado in giro tutti i giorni e incontro sempre gente che mi sorride.
È bellissimo la tv mi dà una popolarità assurda, però a teatro senti il pubblico che apprezza quello che fai, è come il mare, l’onda che arriva e poi va via e poi torna. Inoltre il teatro ti permette di essere vero, ma ogni sera in modo diverso, infatti, del mio prof Myers cambio anche le piccole sfumature, non dico una battuta sempre uguale, sono sempre in connessione con me stesso e con le reazioni del pubblico, questo è una continua crescita per me.
Un tuo sogno nel cassetto
Sono contento che mi dia questa possibilità! Io sono un po’ perfezionista, ma sono anche con la testa un po’ per aria…beh c’è un personaggio che si chiama Mr. Magoo che fa casino, ma che ha sempre un messaggio positivo per tutti; io vorrei fare un film come protagonista facendo la parte di Mr. Magoo. Inoltre vorrei fare in tv un talk show con tanti ospiti, come vedi a me non manca la parlantina !
Barbara Cola
Parliamo di “Fame Saranno famosi”, spettacolo che per la seconda stagione consecutiva è in tour, realizza sold out uno dietri l’altro e riscuote successi . Come definiresti questo spettacolo?
Energia, patos e talento. Il talento di questi ragazzi a cui auguro un successo strabiliante e che questo non sia che il primo di tanti musical di grande impatto. La gente riflette, ma soprattutto sorride. Quello che non si deve fare quando si fa teatro è limitarsi a emozionare; bisogna anche alleggerire il cuore delle persone in modo appropriato, senza pretese o volgarità.
E poi è energia, infatti la prima cosa che mi dicono anche i non amanti del musical è che arriva soprattutto l’energia di questi ragazzi sul palco. Non è affatto scontato. Lo diceva anche Cannito giorni fa: “Siete voi a muovere l’energia del pubblico,” quindi dovete emanarne tanta affinché il pubblico possa rispondere energicamente.
Parliamo del tuo personaggio, la Preside Miss Sherman
Questa volta non interpreto una mamma, ma una professoressa con un cuore di mamma, evidentemente un karma che mi rincorre. Ricordo molto tempo fa quando feci il provino per Lady Capuleti: la prima cosa che mi colpì fu lo sguardo dell’esaminatore, così attento che non riuscii a guardarlo negli occhi. La mia timidezza mi costringe a focalizzarmi sul “terzo occhio”, perché davvero non riesco guardare mai la gente negli occhi.
Comunque, questo sguardo indagatore, piuttosto severo, è importante per un’insegnante, che allo stesso tempo deve essere in grado di empatizzare e affrontare le difficoltà degli allievi. Questa è Miss Sherman: uno sguardo severo che mantiene la disciplina ed il rigore, ma sempre con attenzione ai ragazzi e che si lascia andare solo nel finale!
Qual è la tua scena preferita dello spettacolo?
È difficile dirlo; ho un rapporto particolare con le mie canzoni. Ci sono momenti che mi colpiscono di più, e ci sono anche quelli più impegnativi dal punto di vista emotivo. Devo dire che la litigata con Miss Bell mi piace molto ed è anche impegnativo vocalmente, poi certo il mio brano è quello che mi trasporta di più, facendomi arrivare al fondo con un grande picco. Ogni sera, mentre canto, mi sento come una persona incapace di stare ferma, e la mia gestualità riflette questo. Alcuni performer potrebbero storcere il naso vedendomi muovere il corpo in quel modo, ma è semplicemente il mio modo di essere, la mia firma.
Stai lavorando a contatto con tanti giovani artisti, tu che sei un’icona del musical, con un’onorata carriera alle spalle, cosa pensi di trasmettere a questi ragazzi e cosa invece prendi da loro?
Non dimentichiamo che insieme a me ci sono anche Lorenza Mario, Garrison e
Stefano Bontempi, dai quali attingo molto, e a volte mi sento anche meno esperta di loro. Rispetto ai ragazzi sicuramente sono una persona di grande esperienza, ma per certi versi più fragile di loro perchè andando avanti nel tempo si sente la responsabilità di calcare il palco.
Io prendo da loro energia, sorriso, allegria, ai giovani voglio comunicare che questo è un mestiere delicato e difficile, che richiede disciplina e sacrificio, io ho speso la vita per questo mestiere, non si fa una vita normale, si fanno tante rinunce per preservare il nostro strumento di lavoro, la voce. Se non sei rigoroso e disciplinato, non puoi sostenere uno spettacolo di tre ore. Spero che, man mano che acquisiranno esperienza, capiranno quanto sia fondamentale rispettare la propria voce e il proprio corpo durante tutta la carriera artistica.
Qual è il segreto del successo di questo spettacolo ?
Credo risieda nel fatto che cerchiamo di essere veri sul palco, trasmettendo
pezzi di vita autentica, dai drammi giovanili ai temi sociali, con grande impegno, energia e passione. Quando il pubblico esce, sono sicura che vada a dire a tutti di
venire a vedere lo spettacolo.
Lorenza Mario
Parliamo di “Fame Saranno famosi”, spettacolo che per la seconda stagione consecutiva è in tour, realizza sold out uno dietri l’altro e riscuote successi . Come definiresti questo spettacolo?
Definisco Saranno Famosi sicuramente giovane, frizzante, coinvolgente. Questi sono tre aggettivi diversi che però stanno bene insieme. Io entro in questa compagnia come Miss Bell quindi da insegnante e da persona che ha già fatto tanti anni di carriera prima in tv e poi in teatro, è chiaro che mi sia sentita un po’ catapultata dall’altra parte, perché io ho iniziato molto giovane.
Ho lavorato con dei grandi, Lauretta Masiero, Ernesto Calindri, Paola Quattrini, Christian De Sica. Sono stata per tanto tempo io la giovane nella compagnia, anzi la piccola,
addirittura la bimba. Ai tempi nostri non c’era la scuola di musical, io mi sono
formata separatamente nelle tre discipline, studiando danza, poi canto e recitazione, in tre realtà diverse, mentre ora sono circondata da ragazzi talentuosi che hanno studiato nelle accademie di musical.
Parliamo del tuo personaggio Miss Bell
Il mio personaggio ha un’evoluzione bellissima, insegnante di danza all’inizio molto rigida, amante della disciplina, bacchettona.
Anch’io un po’ lo sono perché ho avuto una formazione di danza,
però nel personaggio esaspero questo aspetto e il palcoscenico mi
permette anche di giocare con queste cose. Io mi diverto tantissimo!
E’ bello perché faccio l’insegnante di danza ed io appunto ho avuto una solida formazione di danza classica, poi sono passata alla danza moderna e poi dopo alla tv, per cui sono molto simile in realtà a Miss Bell.
La cosa che mi piace molto di questo personaggio, proprio parlando tecnicamente e artisticamente, è che nonostante non abbia una presenza costante in scena, perché i nostri sono quattro prof marginali rispetto ai ragazzi, ha una bellissima
evoluzione perché abbraccia invece il talento, anche quando questo talento porta a una realtà diversa della danza come con Tyrone.
Lui non è proprio un esempio di ballerino classico, ma ha un talento così incredibile che la conquista subito. Fino al punto di scontrarsi con Miss Sherman, la preside, la quale non vuole metterlo al Junior Festival perché non ha superato l’esame di inglese, che è la sua materia. Invece il mio personaggio davanti a un talento del genere vuole andare oltre. Porto in scena sicuramente molto di me e l’assoluto bisogno di difendere il talento. Porto in scena anche qualche tratto della mia prima insegnante di danza, che alzava anche la voce perché, giustamente perchè la disciplina con i ragazzi è fondamentale.
Qual è la tua scena preferita dello spettacolo?
Sicuramente lo scontro fra i due titani, Miss Bell e Miss Sherman. Mi diverte
tantissimo; all’inizio in verità era anche un po’ il momento più di ansia perché
in questo duetto mi aspetta una prova canora abbastanza impegnativa tutta sul range alto, sul passaggio del registro, faccio la voce più alta e tutto abbastanza in voce piena. E quindi non è proprio sulle mie corde e ho dovuto studiare molto con il vocal coach Ivan Lazari; è stato grandioso trovare questi suoni, tra l’altro in posizione un po’ scomoda perchè sono sulla scala, guardando verso l’alto, per cui non con una posizione confortevole per la laringe.
Passate le prime recite, ho acquisito un po’ di confidenza con la scena ed ora è assolutamente il momento che mi piace di più di tutti perché entro, ho una parte recitata con i due ragazzi del passo a due, quindi con Iris, la ballerina classica, e con Tyrone, mostro dei passi velocemente costruendo un momento divertente. Arriva una risata, il pubblico si diverte , perché l’insegnante parla molto velocemente, fa vedere i passi che accenna con i piedi, con le mani, e il ragazzo sbarra gli occhi perchè non capisce! E poi questa scena si evolve nel contrasto con la Sherman e con il duetto che è un brano bellissimo.
È bello cantare con Barbara, ci siamo trovate proprio in affinità con le voci. Lei è una bravissima cantante live, di grande esperienza. Mi ha dato anche dei consigli tecnici, insomma è un momento molto bello per me.
Stai lavorando a contatto con tanti giovani artisti, tu che sei un’icona del musical, con un’onorata carriera alle spalle, cosa pensi di trasmettere a questi ragazzi e cosa invece prendi da loro?
Siamo tutti insieme con la forza di questo spettacolo. Sicuramente ricevo dai ragazzi
frizzante energia, divertimento, spensieratezza, è bellissimo, fanno parte delle caratteristiche della loro età e che mi piace ritrovare.
Quello che mi sento di suggerire loro, è di restare molto in ascolto, perché l’ascolto è un elemento dell’attore che sta in scena che troppo facilmente si perde. Siamo ovviamente concentrati a ricordare le nostre battute, a ricordare le correzioni che ci sono state, le note, a cercare di ottenere sempre la miglior performance, tutte cose assolutamente giuste, per carità, ma a volte si perde l’importanza dell’ascolto, che invece sulla scena è importante alla stessa maniera. Anche un attore che sta fermo in scena e che ascolta gli altri ha una forza incredibile, se è illuminato ovviamente.
Dalla tv al palco, quali sono le differenze e un aspetto che ami della tv ed uno che ami del teatro
Io ho fatto TV negli anni novanta, quindi io ti posso parlare di quella perché poi c’è stata un’evoluzione e adesso è molto cambiata rispetto a quello che ho fatto io quando c’era il varietà.
Mi sono divertita, la tv mi piaceva tantissimo, però nonostante ci fosse un grande lavoro di prove, preparazione, fosse tutto dal vivo e ci fosse un grande studio che era molto simile a quello che si fa in teatro, comunque è sempre un po’ “inscatolata” in qualche modo. Nello studio televisivo, ci sono le telecamere che girano, i tecnici che fanno cenni, l’animatore del pubblico…
Anche se mi piaceva, mi mancava il palcoscenico, e infatti alla prima occasione, quando mi è arrivata la chiamata di Franco Miseria con De Sica, che mi hanno offerto il mio primo musical Un americano, a Parigi, tributo a George Gershwin, io ho detto subito sì, e da lì poi ho
continuato nel teatro. Mi piace di più, mi sento più a mio agio, però ho un ricordo fantastico della televisione e ritornerei anche volentieri con qualcosa di giusto per me, insomma.
Stefano Bontempi
Parliamo di “Fame Saranno famosi”, spettacolo che per la seconda stagione consecutiva è in tour, realizza sold out uno dietri l’altro e riscuote successi . Come definiresti questo spettacolo?
Userei tre aggettivi: il primo energizzante, il secondo ritmico, il terzo vitale.
Credo che ripercorra quelli che sono stati gli inizi anche per noi, i quattro prof, quando all’età di questi ragazzi abbiamo inseguito il nostro sogno.
E’ bellissimo perché come in uno specchio mi rivedo nei ragazzi e quindi è una cosa preziosa ogni sera ritrovarmi in alcuni di loro, nei dubbi, nelle gioie, nel percorso, sapendo che ci possano essere degli insuccessi dietro l’angolo, ma nonostante tutto nella voglia di continuare a lottare spinti dalla passione che è il motore principale.
Parliamo del tuo personaggio Mr. Sheinkopf
E’ il professore di musica, credo che pochino mi assomigli, è in linea con la preside Sherman, con Miss Belle e anche con Myers, crede fortissimamente nella gavetta e quindi nel fatto che i ragazzi necessariamente debbano passare anche
attraverso i grandissimi classici della musica, che qualche volta possono magari anche annoiare un giovane che ha voglia e scalpita; ma che però sono le basi
fondamentali anche per decidere qual è lo stile musicale che ti
rappresenta di più come compositore.
In questo aspetto mi assomiglia. Per il resto è sicuramente un po’ più borderline, è il figlio della pandemia, quindi molto fissato con la sanificazione, viaggia sempre con delle soluzioni igienizzanti.
Come Sheinkopf cerco di invogliare gli studenti allo studio e sicuramente riconosco il talento e mi schiero dalla parte dei ragazzi.
Qual è la tua scena preferita dello spettacolo?
Il brano che canta Carmen Diaz, la nostra Alice Borghetti, grandissimo talento emergente. Amo il pezzo della mensa, perché parla di chi sogna ad occhi aperti
di avere il nome in cartellone, di far diventare una mensa un palcoscenico, di far
diventare i tavoli dei pazzeschi mezzi scenici scenografici per il proprio numero…
Ogni volta che Carmen, nel cuore del primo tempo, ci proietta verso quello che è il
suo grandissimo sogno, devo dire che c’è il brivido; sognare in grande non costa
nulla ed è chiaro che Carmen faccia un triplo salto carpiato in questo sogno, però mi
sono ritrovato molte volte in quella situazione da giovane ed è un pezzo che mi sta molto a cuore anche perché è scritto veramente bene. Lei condivide la gioia con tutta la scuola, se devo scegliere un brano preferito, scelgo quello.
Stai lavorando a contatto con tanti giovani artisti, tu che sei un’icona del musical, con un’onorata carriera alle spalle, cosa pensi di trasmettere a questi ragazzi e cosa invece prendi da loro?
Io dai ragazzi prendo l’energia, l’incoscienza, il non avere timori, prendo anche il: “Stasera spaccherò il mondo”.
Spero semplicemente di trasmettere loro che bisogna continuare ad essere umili in questo mestiere, non mi piacciono le sgomitate e le finzioni, mi piace il lavoro sodo e onesto e credo che si possa anche imparare molto dalle battute d’arresto. Credo di aver imparato nella mia carriera anche tanto dalle sconfitte, dal sapermi rialzare diventando un pochino più forte nella mia ripartenza.
Quindi io consiglio ai ragazzi sempre di rimanere tenaci, forti, ma incredibilmente umili.
L’umiltà non si vede sempre, non parlo in questo gruppo, ma in generale e,
siccome non credo che l’Italia sia proprio il paese della meritocrazia e mi prendo la responsabilità di questa affermazione, credo che sia necessario mantenersi umili
e non aver mai paura di rimettersi in gioco, di rimettersi a studiare e di incassare
qualche colpo per diventare più forti.
Un tuo sogno nel cassetto
Nel cassetto ci sono sogni che riguardano spettacoli particolari che vorrei fare. Mi
auguro in particolare di poter avere, non subito ovviamente, un altro ruolo che mi consenta di gioire sul palco come nel caso di Sheinkof, e magari anche di cantare un pochino di più.