“La Puttana dell’Ohio“di Hanoch Levin è in scena al Teatro Out Off dal 13 Maggio al 4 Giugno 2023.
La sinossi dello spettacolo
Il vecchio Hoibitter non ha niente, tranne un sogno e un paio di mutande.
Ad alimentare il suo sogno, la creatura mitologica del titolo: la puttana dell’Ohio, che vive in una grande villa circondata da un immenso parco in fiore, cavalca un purosangue nel suo bosco privato, non vuole soldi e non ha bisogno di clienti.
Nelle mutande giace invece, irrevocabilmente morta, la creatura che si vorrebbe riportare in vita, foss’anche per qualche breve istante, in vista magari di una rinfrancante irruzione in quel paradisiaco Ohio: impossibile lotta contro il tempo in cui si dibatte, da pari a pari, anche il culo di Brontsatski, la più prosaica prostituta che sta appunto sulla stessa barca di Hoibitter, che vive nel suo stesso mondo, schifoso ma piacevolmente familiare, e con cui il vecchio vorrebbe concedersi, possibilmente senza spendere, un improbabile regalo di compleanno.
Ma se le cose per il vecchio non vanno per il verso giusto, perché è impossibile che lo facciano, alla festa si può sempre far partecipare Hoimar, terzo elemento della sgangherata orchestrina, barbone pure lui, figlio ed ereditiere del nulla: e in attesa che qualcosa dentro quelle mutande dia segno o illusione di vita, brutalmente investirlo dei propri fallimenti e delle proprie utopie in un serrato e inesorabile confronto generazionale che è il vero nucleo di questa amara commedia, dove l’irresistibile comicità delle situazioni sembra inevitabilmente destinata a planare nei territori di un allucinato, metaforico lirismo, regno indisturbato della puttana del titolo, che per l’appunto ti lascia fuori dal cancello per tre minuti a guardare la sua cassetta della posta e sbirciare la terra promessa prima che l’enorme portiere nero ti afferri per il colletto e ti getti via come un vecchio straccio.
Uno spettacolo tra risate e riflessioni
“La puttana dell’Ohio” è anche un’opera sulla potenza dell’immaginazione e dunque, indirettamente, una riflessione sulla letteratura come opportunità di riscatto, luogo degli impossibili accadimenti e proprio per questo vitale terreno di coltura per canoniche e non canoniche fantasie: pur nella consapevolezza che, come dichiara amaramente il protagonista, un uomo vive e muore, e le puttane dell’Ohio nemmeno lo sanno.
Hanoch Levin, prolifico drammaturgo israeliano forse ancora troppo poco frequentato sui nostri palcoscenici, ci offre, con questo testo magistralmente scritto ma tutt’altro che comodo, pervaso da un trascinante umorismo che, a dispetto dell’argomento pruriginoso, non lascia mai spazio alla minima volgarità, uno di quei racconti di passione e dolore che, come tessere di un mosaico, vanno a comporre il quadro di un’opera ricchissima e straordinariamente originale, sempre provocatoria ma senza il piacere della provocazione, comica senza ammiccamenti, drammatica senza affettazioni, dove ogni lacrima e ogni risata ci restituiscono semplicemente qualcosa di noi stessi: squarci del nostro comico e imperscrutabile dolore.
Quattro chiacchiere con Mario Sala
Parto subito da una domanda in stile marzulliano per entrare nel vivo di questo vostro spettacolo. Può essere comico il dolore?
Dentro questo testo lo è tantissimo. Noi abbiamo visto un video fatto, con la regia di Hanoch Levin negli ultimi anni della sua vita, da attori israeliani e la gente si scompisciava dall’inizio alla fine.
La nostra aspettativa sotto questo aspetto era alta e, credimi, quando lo leggi fa davvero tanto ridere.
Poi alle prime repliche… il gelo e pochi spettatori e quindi la sensazione che la gente si immergesse più nel dramma di quest’uomo che non vuole rinunciare a vivere.
Poi domenica la situazione (non so perché) si è sbloccata e la gente rideva davvero tanto e questo va benissimo perché il tempo per la riflessione arriva sicuramente anche in un tempo successivo data la grandezza del testo.
Ma quindi chi troviamo sul palco…
In scena ci sono “tre disperati”, tre vite allo sbando, tre derelitti, sogni infranti, ma tutto questo è messo in modo irresistibilmente comico.


Non ti ha stupito il fatto che l’autore di questo testo arrivi dal mondo israeliano, che, nella nostra immaginazione, lo vediamo rispetto ad altre realtà molto più chiuso?
Sì, ma il mondo israeliano, che ammetto non conoscere così approfonditamente, è comunque una realtà molto complessa e articolata.
A noi arriva una parte sempre molto legata all’aspetto religioso, ma esiste anche un Israele del tutto laico di cui Hanoch Levin è sommo esponente e vedendo lo spettacolo questo è molto evidente.
Siamo di fronte ad un grande umorismo, molto raffinato, a cui forse non siamo più abituati…
Noi, infatti, siamo ormai abituati alla simbiosi umorismo-volgarità e qui invece si riesce a far ridere senza necessariamente dover trascendere, anche se il titolo è abbastanza forte…
Noi lottiamo per andare contro questa forma di umorismo e la parola “puttana” ci piace che ci sia e sicuramente da una parte avvicina il pubblico curioso e dall’altra blocca quello dei perbenisti.
Nel testo ripeto, non c’è nessuna volgarità e leggendolo ci sono cose molto forti e dirette anche nell’ambito dei rapporti sessuali, dei desideri, della libido di questo anziano protagonista ma scritte con una lingua molto alta anche se cruda.
Tutto questo fa si che quando la macchina parte e intoni lo spettacolo sulla nota giusta tutto scivoli perfettamente e nulla stride anche per il pubblico.
Voi siete tre attori in scena e gestite insieme anche la regia dello spettacolo.
Sì, anche se dobbiamo dire che Lorenzo Loris ha dato una mano importante alla messa in scena. Dato che siamo sempre tutti e tre sempre in scena un’occhio esterno era necessario.
Come mai un attore decide di affrontare una sfida come questa piuttosto che giocarsela tranquillamente con un titolo acchiappa-pubblico?
Perché sono un cretino sostanzialmente… tanto per fare una battuta!
Io credo che non bisogna lisciare troppo il pelo al pubblico, sapendo che siamo anche in un momento in cui il teatro è vissuto più come un momento di svago senza pensieri più che altro.
Bisogna quindi avere il coraggio, a parer mio, di provare a mettere qualche ingrediente in più in questa minestra che rischia di essere sempre più sciapa, di convenzione, un gesto sociale legato all’immagine.
Il cast di “La Puttana dell’Ohio”.
In scena: Mario Sala, Antonio Gargiulo, Stefania Ugomari di Blas
Regia: Mario Sala, Antonio Gargiulo, Stefania Ugomari di Blas
Pianoforte e musiche originali: Ariel Bertoldo
Scene: Gianluca Sesia
Luci: Saba Kasmaei
Traduzione: Pino Tierno
Produzione: Teatro Out Off
Spettacolo inserito nell’abbonamento Invito a Teatro
Info e biglietti
Teatro Out Off: martedì, mercoledì, giovedì, sabato ore 19.30
venerdì ore 20.30
domenica ore 16.00
Biglietti: Intero 20,00€, Under 26 – 14,00€, Over 65 – 10,00€
Info e prenotazioni:
0234532140
biglietteriaoutoff@gmail.com
lunedì › venerdì ore 10.00 › 16.00
Abbonamenti:
50€ 4 ingressi a scelta per uno o più spettatori
J&S Card – Junior(under26) & Senior(over65)
45 € 6 spettacoli
Passepartout Promozione riservata ai residenti del Municipio 8;acquistando la tessera a 10 Euro ingresso a 6 Euro per tutti gli spettacoli in OutCard.