Glauco Mauri ci lascia il 28 settembre.
Alla soglia del compimento del suo 94° compleanno (sarebbe stato l’1 ottobre) con un piede praticamente ancora sul palco Glauco Mauri abbandona la scena della vita e del teatro!
Glauco Mauri una pietra miliare del teatro italiano e non solo, è morto nella sua casa a Roma.
Non meno di una settimana fa aveva tenuto la sua ultima recita al Rossini di Pesaro, da dove era partito a 15 anni facendo il suggeritore.
Avrebbe dovuto ritornare in scena con De Profundis di Oscar Wild la settimana scorsa, ma le sue condizioni di salute lo avevano obbligato a cancellare le date.
Glauco Mauri nasce a Pesaro nel 1930 da una famiglia povera.
Ben presto si appassiona al teatro e si infila nei palchi per ascoltare la musica.
Inizia, come si dice, dalla gavetta facendo il suggeritore in una compagni amatoriale.
A 18 anni la grande decisione, si reca a Roma all’Accademia di arte drammatica con maestri mitici come Sergio Tofano.
Poi le prime scritture; al lavoro con colleghi di prestigio, lavoro a lungo nella compagnia Albertazzi – Proclemer; poi le tournée.
Frequenta tutti gli autori dai capisaldi dell’assurdo come come Atto senza parole e L’ultimo nastro di Krapp di Samuel Beckett, ai grandi classici si Shakespeare da La bisbetica domata al Mercante di Venezia, per non parlare di Re Lear di cui ha indossato i panni più di 500 volte.
Abbiamo avuto l’occasione di vederlo e di parlarvene un paio di anni fa .
Glauco Mauri affronta anche il mondo del cinema con pochi, ma memorabili film sotto la guida di grandi registi: La costanza della ragione di Pasquale Festa Campanile, dal romanzo di Vasco Pratolini; La Cina è vicina di Marco Bellocchio, L’ospite di Liliana Cavani, Profondo Rosso di Dario Argento e Ecce Bombo di Nanni Moretti.
Reciterà anche in alcuni sceneggiati televisivi tra cui ricordiamo I Buddenbrook e I demoni.
Nel 1961 fonda con Valeria Moriconi, Franco Enriquez,
Emanuele Luzzati, ai quali si aggiungerà in seguito Mario Scaccia, la Compagnia dei Quattro, gruppo artistico che ha rappresentato una forza molto innovativa e significativa nel panorama italiano.
La compagnia dei quattro si scioglierà nel 1965. Nell’81 però ne fonda un un gruppo teatrale privato tutto suo con Roberto Sturno.
La compagnia Mauri-Sturno ha lavorato fino allo scorso anno, quando il 23 settembre 2023 Roberto Sturno è mancato.
L’ultimo anno trascorso non è stato facile per Glauco Mauri, privato del suo compagno artistico ormai da più di 40 anni, ma il suo bisogno di teatro è stato più forte anche di questa perdità
Glauco Mauri da quando è uscito dall’Accademia ha recitato per 70 anni senza saltare una stagione.
Quasi che recitare fosse una necessità, l’aria del suo respiro.
Amava dire:
il teatro e la vita si sono incontrati, son diventati una cosa sola, io non ho portato il teatro nella mia vita, ho portato la mia vita nel teatro.
Nel libro “Ritratto di un artista da vecchio”, la sua autobiografia ci tiene a sottolineare che:
“Vorrei fosse chiaro che non mi servo della vita per parlare di me ma uso me stesso per parlare della vita”
Le parole migliori per salutare questo grande?
Quelle di un altro grande del teatro, Gabriele Lavia:
Non credo che lasci un vuoto! Lascia un pieno!
E’ rimasto qui, nel cuore
La Rai non molto tempo fa ha dedicato una puntata della sua galleria dedicata al teatro e ai suoi personaggi IN SCENA a Glauco Mauri.
Ecco dove è possibile vederla: su RaiPlay e su YouTube