La Divina Commedia è un’opera di chirurgia della parola, un capolavoro pazzescamente erotico…
gipeto
La Divina Commedia Opera Musical, l’acclamato kolossal, che nelle passate stagioni ha incantato i principali teatri italiani con ripetuti sold out, si rianima di nuova potenza e straordinaria bellezza.
Inferno, Purgatorio e Paradiso: proiezioni immersive in 3D inondano il pubblico e lo immergono nell’immensità sublime che solo il padre della lingua italiana ha saputo creare nelle tre cantiche.
E in questo viaggio teatrale, dove la tecnologia è elemento essenziale della narrazione, tutti gli spettatori, anche i più giovani, possono ammirare, comprendendola appieno, la grandezza del Sommo Poeta.
Per la regia di Andrea Ortis, che assieme a Gianmario Pagano ha curato anche i testi, con le musiche composte da Marco Frisina.
Qui sotto trovate una splendida e illuminante chiacchierata con questo grande artista dall’immensa profondità umana e intellettuale con cui avevamo già avuto il piacere di confrontarci qualche anno fa.
Quattro chiacchiere con gipeto.
Come ci si pone davanti all’arduo compito di essere uno dei protagonisti di un capolavoro universale portato in Musical?
Io ci vivo dentro queste cose nel senso che, ad esempio, quando insegnavo nelle scuole di musical, ora lavoro di più in scuole di teatro, le persone erano obbligate ad imparare il Quinto Canto della Divina Commedia.
Ho impersonato Dante nella Vita Nova al Politeama di Palermo con l’orchestra.
Per me l’uso della parola anche nel cantato è fondamentale.
Volevo tantissimo avere in Curriculum questo spettacolo, mi sembrava il minimo per me rispetto a tutti gli altri.
Ho fatto un’audizione da zero, cosa che non avrei mai fatto per altri spettacoli. Ho mandato la mia foto, il brano recitato, tutte cose che normalmente non faccio più.
Ho fatto i confronti, cosa che non avevo fatto, con altri attori (tra cui un mio allievo) anche perché non sono assolutamente competitivo.
Per questa Divina Commedia mi sono davvero “aperto come una ferita”.
Come è stato lavorare con il regista Andrea Ortis?
Mi dicevano, ancor prima di iniziare a lavorarci, che aveva tante affinità con me ed è assolutamente vero.
Con Andrea abbiamo un canale di comunicazione privato che è molto forte. Ci piace approcciare alle cose nello stesso modo, io forse ancor più “feticista”.
Costruisco i miei copioni e lo studio del personaggio è mostruosamente particolareggiato.
Sei diversi personaggi in questo spettacolo. In quale ti ritrovi di più e dove hai fatto più fatica?
Io studio tutti i personaggi, anche se ho una sola frase da dire, nello stesso modo.
Non c’è nessun problema per me ad entrare nei diversi ruoli anche se magari molto differenti tra loro.
Mi trovo a disagio se non capisco cosa dice il regista, se mi manca un canale comunicativo con lui o mi mette in difficoltà fisiche.
Fare l’attore è il mio lavoro e non ho difficoltà anche ad entrare in creature anche mostruose, anche schifose.
Direi anzi che amo molto impersonare creature particolarmente devastanti perché implicano uno studio catartico che a volte può farti star meglio anche nella vita.
In questo spettacolo si parla molto della forte presenza della tecnologia come punto forte di questo kolossal. Può essere questa una modalità per far approcciare al teatro anche il pubblico dei più giovani?
Sì, purtroppo lo penso. Dico così perché io amo “il teatro fatto di niente”, ovvero di un uomo che racconta una storia.
Credo che questo spettacolo con questo apparato tecnologico potrebbe funzionare molto anche all’estero , perché è molto attrattivo.
Questo spettacolo sotto l’aspetto dell’attenzione è qualcosa di psichedelico e credo che i giovani, che conosco bene da moltissimi anni come insegnante, abbiano bisogno di questo.
Qual è stato il tuo rapporto da ragazzo, sui banchi di scuola, con la Divina Commedia?
Direi nullo. Penso che questo testo sia da affrontare da maggiorenne perché lo ritengo uno degli scritti più “pornografici” perché dice le cose come stanno.
Non parla per parafrasi ed è pazzescamente erotico perché Dante Alighieri invento la terzina che usa per tutta la Divina Commedia”.
Se la leggi seriamente rispettando i punti… è un “acido”.
Questo però lo capisci da adulto, perché devi vivere, te stesso e il tuo corpo in un certo modo, per leggere questo capolavoro.
Tu hai fatto tantissimi personaggi, nel tuo profondo, quale sarebbe quello che ancora sogneresti di fare?
Non lo so ma vorrei andare all’estero con uno spettacolo in italiano.
Ho anche sempre detto Cyrano de Bergerac ma è una cosa molto mia, intima e privata il suo stato d’animo.
Io faccio l’attore, per me conta tantissimo avere l’agio di poter studiare il personaggio nei minimi particolari e frequentare persone profonde.
Il regista deve avere l’umanità della profondità e a quel punto il personaggio che creo può essere chiunque.
Personaggi e Interpreti
Dante: Antonello Angiolillo
Virgilio: Andrea Ortis
Beatrice: Myriam Somma
Caronte/Ugolino/Cesare/San Bernardo: gipeto
Francesca/Matelda: Valentina Gullace
Pier delle Vigne/Arnaut: Daniel Antonio Sorrentino
Ulisse/Catone/Guido Guinizzelli: Leonardo Di Minno
Pia de’ Tolomei/La Donna: Sofia Caselli
Giancarlo Giannini: Voce Narrante
Il Tour 2024
- dal 25 al 27 gennaio 2024: SENIGALLIA Teatro La Fenice
- dal 30 gennaio al 4 febbraio 2024: MILANO TAM Teatro Arcimboldi
- dal 13 al 25 febbraio 2024: ROMA Teatro Brancaccio
- dal 29 febbraio al 3 marzo 2024: TORINO Teatro Alfieri
- dal 7 al 9 marzo 2024: CATANZARO Teatro Politeama