SanPa: la nuova docu-serie Netflix
SanPa – Luci e Tenebre di San Patrignano, è una docu-serie un onda su Netflix dal 30 dicembre che ha immediatamente suscitato appassionate discussioni.
SanPa è la prima docuserie di Netflix Italia ed è il primo prodotto audiovisivo della società di produzione 42, fondata da Gianluca Neri, scritto in coppia da Carlo Gambardini e Paolo Berardinelli e con la regia di Cosima Spender.
La comunità di San Patrignano ha preso immediatamente le distanze dalla serie.
La critica che viene fatta a SanPa riguarda il tipo di ricostruzione della vicenda, secondo la Comunità troppo sbilanciato a spettacolarizzare alcuni episodi drammatici, troppo incentrata sulle ombre più che sulla storia che dura da più di 40 anni, e sui grandi risultati ottenuti.
LA TRAMA
SanPa: luci e tenebre di questa comunità destinata a diventare nel giro di pochi anni la più grande comunità terapeutica per tossicodipendenti d’Europa.
SanPa si articola in 5 puntate della durata di circa 50 minuti:
Nascita, Crescita, Fama, Declino e Caduta.
La docuserie SanPa è stata realizzata nell’arco di circa 2 anni,.
Un anno per recuperare e visionare tutto il materiale ed una anno per girarlo e montarlo.
Il materiale per realizzare SanPa proviene da 25 testimonianze, 180 ore di interviste e immagini tratte da 51 archivi differenti.
Nel primo e secondo episodio, Nascita e Crescita, si parla del problema dilagante degli anni ’70 e ’80, la tossicodipendenza da eroina.
In quegli anni la facile reperibilità a costi relativamente bassi di eroina aveva fatto si che, sicuramente in associazione a molti alti fattori, soprattutto tra i giovani vi fosse un numero sempre più vasto di soggetti che ne facevano uso e i numeri di morti erano un vero e proprio bollettino di guerra alla fine dell’anno.
Negli anni ’80 arriverà poi anche il flagello dell’HIV.
Muccioli, figlio di agiati proprietari terrieri, acquista tramite il matrimonio alcuni appezzamenti nei pressi di Rimini, nella località di Coriano. Inizialmente è una sorta di fattoria, dove Vincenzo tenta diversi tipi di allevamenti. Nel 1978, accoglie il primo ospite, una ragazza, da lì prenderà il via la grande avventura di SanPa.
Il racconto procede nelle puntate successive dedicate alla Fama, al declino, fino alla Caduta incentrandosi sempre più sulla figura di Muccioli e sui suoi metodi.
Vincenzo Muccioli si rende conto che, a fronte di questa epidemia dilagante che è la tossicodipendenza, lo Stato è quanto meno impreparato, inerme, se non addirittura disinteressato.
Gli unici interventi da parte della Sanità per questo problema era quello dei Sert dove di fatto, secondo il punto di vista di Muccioli, curavano la dipendenza con la somministrazione di un altra droga, il metadone.
Muccioli amava raccontarsi come un padre di figli scapestrati, un buon padre di famiglia che accoglieva ciò che la società rifiutava.
Cominciano a vedersi i risultati, i genitori sono sollevati e grati, i numeri rapidamente aumentano in maniera esponenziale.
Rapidamente si verifica un passaggio da filantropo a leader carismatico.
La sua fama cresce ed è ricercato da politici e personaggi di tutti i tipi.
Anche figli di personaggi famosi trovano riparo tra le mura di SanPatrignano e ne escono mutati e “puliti”.
Questo porta anche benefattori e munifici donatori.
Su questo si sviluppa il terzo capitolo Fama e intanto si intravedono le prime ombre.
Infatti il filo su cui cammina Vincenzo Muccioli è sottile ed è facile passare da Pater Familias a padre-padrone.
Ad un figlio scavezzacollo, che mette a repentaglio la sua vita è doveroso, dare uno scapaccione? Qual è il male maggiore? Qual è il limite della punizione usata come terapia?
Qui vengono alla luce i primi casi che lasciano perplessi i giudici, i giornali e l’opinione si schiera tra chi è fedelissimo a Muccioli e giustifica tutto ciò che fa, perché lo fa a fin di bene e chi rifiuta l’uso della violenza e la negazione della libertà per trattenere i giovani.
La comunità è ormai aumentata a dismisura, Muccioli non può più seguire singolarmente ogni caso è costretta ad organizzare un’amministrazione gerarchica nella quale con più facilità si possono creare situazioni di abusi, sopraffazioni ed eccessi punitivi. Una serie di fatti gravi, di scandali cominciano a travolgere SanPa e gli occhi della magistratura e dell’opinione pubblica si concentra sulla comunità.
Ci sono 2 episodi di suicidio, ed in seguito un omicidio avvenuto appunto per eccesso di metodi punitivi, ma che Muccioli coprirà e tenterà un occultamento che a distanza di anni verrà scoperto.
Da qui i processi , siamo ormai nel Declino e Caduta, ed infine la condanna perfavoreggiamento.
Da questo episodio Muccioli non si risolleverà e pochi mesi dopo la fine del processo si spegne nella sua casa.
Anche il momento e la causa della morte sono un po’ avvolte nel mistero.
CAST
SanPa è un documentario, quindi non vi è un cast vero e proprio.
Possiamo però ricordare i vari protagonisti intervistati che hanno permesso di ricostruire la storia da diverse angolazioni.
Abbiamo Andrea Muccioli, figlio di Vincenzo, che dopo la morte del padre è stato a capo della comunità dal 1995 al 2011. Ricorda con entusiasmo, soprattutto i primi anni di quell’esperienza. Ovviamente difende l’agire e le scelte del padre. Riconosce che vi sono stati errori, ma dovuti in parte ad ignorare alcuni aspetti e in parte per il troppo “amore” per i suoi ragazzi.
Antonio Boschini ex tossico e ospite di SanPa, divenuto medico e rimasto a tutt’oggi a collaborare nella comunità come responsabile terapeutico. Anche lui rifiuta in toto l’idea che vi fosse un uso strutturato della violenza e della costrizione, ritiene che siano stati episodi sporadici, occasionali.
Alcuni personaggi del mondo esterno che hanno lavorato e anche collaborato con Vincenzo Muccioli.
Il giudice Vincenzo Andreucci, Leonardo Montecchi responsabile del Sert di Rimini.
Sergio Pierini che fu sindaco di Coriano in quegli anni.
Il giornalista Luciano Nigro che a più riprese si occupo delle vicende di Muccioli e di San Patrignano.
Red Ronnie, conduttore televisivo molto vicino alla comunita di San Patrignano ed amico di Vincenzo Muccioli.
Due ex tossici- ospiti Fabio Mini e Antonella De Stefani
Poi abbiamo altri due ex tossici e ospiti di SanPa, che sono divenuti anche due stretti collaboratori di Vincenzo Muccioli.
Fabio Cantelli. Intellettuale e sensibile, arrivato con problemi di dipendenza, diventa il responsabile delle relazioni pubbliche di San Patrignano e durante i vari brani della sua intervista colpisce molto il suo animo diviso, quasi lacerato tra la riconoscenza per quello che Vincenzo e SanPa hanno fatto per lui e la condanna nei confronti dei metodi e dei comportamenti che lo stesso Muccioli aveva avuto verso di lui.
Terminerà infatti dicendo:
“Vincenzo ce l’ho sempre con me, quello che io sono è anche grazie a SanPatrignano e grazie a Vincenzo, anche se mi tocca riconoscere anche nonostante Vincenzo e nonostante San Patrignano”
L’altro ex tossico, ex ospite ed ex collaboratore stretto di Vincenzo è Walter Delogu.
Piccolo gangster nella Milano da bere, arrivò a SanPa perché era tossicomane come molti altri ospiti, ma invece di rifiutare la situazione, capì che era ora di cambiare vita. Cambiò e divenne in seguito autista e guardia del corpo di Vincenzo Muccioli.
Poi qualche cosa si ruppe, in concomitanza con l’omicidio di Maranzano. Anche per Delogu si presentò il dubbio tra essere fedele a Vincenzo a prescindere di qualsiasi cosa facesse, oppure prendere le distanze. Delogu alla fine sarà anche testimone al processo contro il fondatore di SanPa.
Anche in lui è forte in dibattito interno tra la riconoscenza per quanto ricevuto, l’ammirazione per ciò che ha saputo costruire Muccioli e il disagio per certe derive prese dalla conduzione della comunità.
IL TRAILER
3 MOTIVI PER VEDERLO
- Perché del problema dilagante della droga di quel periodo sembra che tutti se ne siano dimenticati. Si parla degli anni di piombo, degli attentati, ma che in quegli anni una parte importante della popolazione più giovane morì a causa della droga e un po’ più tardi a causa dell’AIDS, sembra essere caduto nell’oblio;
- Perché è avvincente. Nonostante sia un documentario, con neanche una voce narrante, ma costruito tutto con le testimonianze, i filmati d’epoca, le interviste, ti avvince come un film, un giallo. Ti tiene legato fino alla fine dei 5 episodi;
- Perché non ti da una risposta. Sei chiamato tu spettatore in prima persona a dare una valutazione. A mio parere i fatti sono presentati in modo abbastanza privo di un pregiudizio. Sono presentati i fatti e i punti di vista delle diverse persone coinvolte; di chi era coinvolto più da vicino, di chi seguiva dall’esterno, di chi ha collaborato in modi più o meno stretti. Giusto? Sbagliato? La verità si presenta sempre con diversi volti, allo spettatore tocca prendere la sua posizione.
IL VOTO: 9
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