“In buone mani”, titolo originale Sen Yasamaya Bak, film turco presente dal 21 marzo su Netflix, rapidamente entrato nei primi 10 più visti.
Film un po’ romantico ed un po’ drammatico.
Anche qui come in “Ancora più bello” di qualche mese fa, una giovane donna alle prese con l’amore e la malattia.
La trama di “In buone mani”
Melisa è una giovane donna, con un figlio di quasi sei anni.
E’ una donna single con aspirazioni da artista, ma che lavora in un bar per assicurare vitto e alloggio per se ed il bambino.
La storia inizia con Melisa che apprende dal medico di avere una grave malattia (non precisata, ma non è importante) che le lascia solo 5 mesi di vita.
Questo fatto viene dato per assodato, Melisa sembra accettare con grande serenità questo suo prossimo futuro.
La sua grande preoccupazione è trovare qualcun che le possa voler bene, ma soprattutto che possa volere bene a suo figlio Can, tanto da volersene occupare quando lei non ci sarà più.
La sua scelta cade su un uomo incontrato per caso, così sembra, in un bar.
un uomo che si mostra anche abbastanza scortese e presuntuoso.
Tuttavia dopo il primo incontro burrascoso ed un secondo che inizia più come una sfida che come un incontro, qualche cosa sembra nascere tra i due.
Sarà sufficiente questo sentimento appena nato a legare Firat (così si chiama l’uomo) a Melisa e al piccolo Can, tanto da farlo rimanere accanto a lui quando Melisa non ci sarà più?
Il cast di “In buone mani”
Asli Enver (Melisa): è una giovane donna, pragmatica e nonostante tutto con uno sguardo positivo sulla vita. Lo dichiara fin dall’inizio, quando apprende la notizia della sua malattia, è contenta e soddisfatta della sua vita e delle sue scelte. La sua unica preoccupazione è trovare a chi affidare il giovanissimo figlio dopo la sua dipartita.
I motivi che la portano a scegliere una persona all’apparenza totalmente priva dei requisiti che dovrebbe avere per il compito di futuro padre, restano incomprensibili fino a quasi la fine del film, quando si scoprira un antefatto insospettabile.
Kaan Urgancioglu (Firat): giovane industriale, a capo di una produzione di biciclette di grande successo. Conosciuto come “l’uomo che sussurrava alle biciclette”. Dedito ai divertimenti, alla vita notturna e circondato da belle donne.
Inizialmente si presenta come il classico arrivato, arrogante e pieno di se, ma rapidamente (un po’ troppo rapidamente forse) si ritrova intrigato dalla giovane Melisa e comincia a nascere un sentimento. Anche verso il piccolo Can comincerà a mostrare interesse e affetto che lentamente viene anche ricambiato.
C’è un ma, naturalmente che dovrà essere spiegato e metabolizzato prima di giungere alla conclusione.
Mert Ege Ak (Can): bambino di quasi sei anni, cresciuto senza padre, legato, si può dire a doppio filo alla madre.
Per buona parte del film appare un piccolo tiranno che decide quali devono essere le amicizie e le conoscenze della mamma. Quando, quanto e con chi può uscire.
Suscita un po’ d’irritazione ed è solo quando si interroga, ed interroga, Melisa e Firat sulla morte, sul senso e sul perché della morte che finalmente suscita un sentimento di tenerezza e di affetto.
Altri interpreti: Ezgi Şenler (Fatos), Birce İrem, Sertaç Güder, Defne Ayşe Özpirinç, Gizem Özmen, Vural Şahanoğlu, Latif Koru.
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Il trailer di ” In buone mani “
Dove vedere “In buone mani “
Ecco il link per vedere “In buone mani “ su Netflix.
La nostra recensione
Il film è gradevole, non sbrodola troppo nel melodrammatico e lacrimoso, mescolando con misura parti leggere e divertenti con parti più intense e drammatiche.
Attori molto noti nel mondo del cinema turco, per noi meno conosciuti, ma comunque molto bravi nelle loro interpretazioni che sono realistiche e ben calibrate.
La maturazione e la crescita dei personaggi è un po' troppo precipitosa e di conseguenza appare un po' fasulla e scontata.