“Grazie ragazzi” è un film del 2023, distribuito nelle sale il 12 gennaio 2023 e poi trasmesso inizialmente sul Sky Cinema Uno e quindi ora visibile in forma libera su Amazon Prime Video.
La regia è di Riccardo Milani alla sua quarta collaborazione con Antonio Albanese.
Il film è un remake di un film francese Un Triomphe del 2020 con la regia di Emmanuel Courcol, a sua volta tratto dal documentario Les Prisonniers de Beckett (2005) di Michka Saäl che narra l’esperienza dell’attore svedese Jan Jönson nelle carceri del suo paese negli anni ’80.
Richiama anche il docufilm dei fratelli Taviani: “Cesare deve morire“.
La trama di “Grazie ragazzi”
Antonio Cerami attore di teatro, da tre anni non sale su un palcoscenico, l’unico lavoro che riesce a fare per guadagnarsi da vivere è il doppiatore di film porno.
Il suo amico Michele, con cui ha iniziato la sua carriera di attore, oggi direttore di un piccolo teatro romano, gli trova un incarico come insegnante di recitazione in un progetto del Ministero nelle carceri.
Dovrà insegnare per sei giorni recitazione a dei carcerati (presso il carcere di Velletri) per mettere in scena una serie di favole.
La direttrice, Laura, ha accettato senza grandi entusiasmi e con scarsa fiducia nella bontà del progetto, Michele si è liberato di un obbligo pensando di fare un favore all’amico in difficoltà.
Antonio accetta perché è comunque un lavoro e affronta l’esperienza con più rassegnazione che entusiasmo.
Sarà proprio Antonio ad entusiasmarsi ed appassionarsi all’esperienza, tanto da voler mettere in campo un progetto ben più ambizioso, mettere in scena Aspettando Godot di Samuel Beckett, perché i detenuti:
“sanno cosa vuol dire aspettare: non fanno altro”
Così con il suo piccolo manipolo di carcerati/attori: Mignolo (con una moglie focosa che lo segue in ogni spostamento), Aziz nato a Tripoli e giunto in Italia su un gommone all’età di 6 mesi, Damiano giovane semianalfabeta e balbuziente, Diego piccolo boss del carcere e Radu addetto alle pulizie rumeno, iniziano un percorso per interpretare questo testo impegnativo e dalle molteplici difficoltà.
Con quali risultati?
Insperati e sorprendenti!
Il cast di “Grazie ragazzi”
Antonio Albanese (Antonio Cerami): un uomo triste, solo, con un unico affetto, una figlia che vive e lavora molto lontana.
Un uomo dai molteplici fallimenti, anche e soprattutto nel lavoro dove si trova a tirare avanti facendo il doppiatore di film porno.
Affronta questa nuova avventura con una sorta di triste rassegnazione.
Durante il percorso però da un lato la sua passione per il teatro e dall’altro la conoscenza della vita del carcere e delle vite dello scarno gruppo che aderisce all’iniziativa, lo portano a riaccendere il “sacro fuoco” per la magia del teatro e l’interesse sincero per gli animi dei suoi attori/compagni di viaggio di questa avventura.
Fabrizio Bentivoglio (Michele): attore, direttore di un piccolo teatro.
Ha dovuto sicuramente accettare qualche compromesso, ha fatto nel tempo la scelta di seguire più quello che il pubblico, la folla, cerca piuttosto che i sacri ideali del teatro, ma si è creato un piccolo spazio, un teatro tutto suo.
Può apparire un po’ spocchioso, un po’ “bauscia” (si direbbe a Milano), ma in fondo tiene al suo amico Antonio e cerca di fornirgli un opportunità per uscire dalla solitudine e depressione.

Sonia Bergamasco (Laura, direttrice del carcere): Apparentemente una donna fredda, burocrate, costretta ad accettare questi progetti del Ministero in cui non crede molto.
Il suo lavoro è conciliare l’esecuzione della pena dei detenuti, il tentativo di procurargli mezzi di redenzione, e il mondo di regole e piccoli poteri delle guardie carcerarie.
In realtà non è così fredda e insensibile come appare e si farà coinvolgere e contagiare dall’entusiasmo e dalle sorprese che il progetto teatrale sembra far nascere.





Vinicio Marchioni (Diego), Giorgio Montanini (Mignolo), Andrea Lattanzi (Damiano), Giacomo Ferrara (Aziz), Bogdan Iordachioiu (Radu): uno scombinato manipolo. Abbiamo Diego che è il boss del carcere, sia gli altri carcerati che le guardie lo temono. Ottiene il posto in questa “compagnia” con le minacce e il sopruso, ma dietro si nasconde il cuore di un uomo, un padre che vuole apparire sotto una luce migliore al suo bambino.
Mignolo un piccolo delinquente, un po’ del tipo “I soliti ignoti”, senza grandi aspirazioni se non quello di vedere la moglie (molto focosa) il più spesso possibile.
Damiano ragazzo borgataro, privo di cultura, semianalfabeta con anche il difetto della balbuzie, scopre che recitare lo fa stare bene, gli permette di mostrare capacità insospettate.
Aziz un extracomunitario solo da un punto di vista burocratico. In realtà dall’età di 6 mesi cresciuto in Italia, ha cercato di crearsi il suo spazio, di seguire le regole, ma i pregiudizi, la diffidenza degli altri hanno avuto la meglio e si è ritrovato in carcere.
Infine c’è Radu, non è neppure li per il corso, è un addetto alle pulizie, ma a forza di guardare, di assistere, di aiutare Antonio, finisce per portare anche lui il suo apporto fondamentale allo spettacolo.
Il trailer di “Grazie ragazzi”
Dove vedere “Grazie ragazzi”
Ecco il link per vedere “Grazie ragazzi“ su Amazon Prime Video
La nostra recensione
Un film delicato e commovente.
Mi ha spesso richiamato alla memoria il film dei Fratelli Taviani “Cesare deve morire”, d’altronde è il remake di un film che si rifà ad un documentario su una esperienza analoga a quella del film dei Taviani.
Grande bravura di Antonio Albanese nel dar corpo a quest’uomo sicuramente affaticato dai molti fallimenti e delusioni, ma non ancora abbattuto che di fronte alla possibilità di dar voce, attraverso un testo teatrale, alle domande di vita di questi uomini che sicuramente hanno sbagliato, e continuano a sbagliare, si rianima e combatte come un leone.
Ancora una volta la magia del teatro permette a uomini che di cultura ne hanno poca, anche i sogni o i progetti sono scarni, di trovare il modo di guardarsi dentro, di chiedersi chi sono e cosa cercano.
Il teatro dona loro il modo di vedersi e di essere visti come uomini.

Scoprire ancora una volta il potere delle parole, del mettere in scena una storia per raccontare se stessi, per lenire le proprie ferite.
Grande bravura di tutti gli interpreti dai "veterani" ai più giovani.
Bravi per aver evitato uno scontato lieto fine, pur lasciando aperto uno sguardo di speranza gioiosa.