“Il mostro dei mari “ dall’8 luglio su Netflix.
Il mostro dei mari, con la regia di Chris Williams, formatosi alla Disney dove ha lavorato a numerosi film (Mulan, Big Hero 6, Oceania), è una produzione Netflix.
La tematica richiama molto quella presente in “Dragon Trainer” di cui vi abbiamo parlato qualche tempo fa.
La trama di “Il mostro dei mari”
Un immaginario regno marittimo, Tre Ponti, un mondo di mostri marini che continuamente minaccia l’esistenza degli abitanti del regno, un corpo di Cacciatori, navigatori che sono un misto tra pirati, cacciatori di taglie, avventurieri, e solcano i mari del Dregmorr cacciando e uccidendo queste creature per difendere il regno e i suoi abitanti.
Tra questi cacciatori uno emerge tra gli altri, si tratta del Capitano Crow con il suo secondo Jacob Holland, un giovane raccolto dal Capitano nei mari, superstite di una nave su cui c’erano anche i genitori e distrutta da un mostro marino, che è stato cresciuto da Crow come un figlio.
Crow e Jacob, con tutto l’equipaggio, a bordo della loro nave l’Inevitabile, partono alla caccia del mostro più temibile di tutti la “Furia Rossa”.
Il Capitano Crow gli da la caccia da anni anche per un motivo personale, poiché questo mostro è stata la causa della perdita del suo occhio (ricorda un noto personaggio, vero?).
Sulla nave ormai partita per quest caccia è salita una ragazzina, un’orfanella i cui genitori erano dei Cacciatori e di cui lei vuole seguire le orme, la piccola Maisie Brumble.
Maisie sarà l’elemento inatteso di questa caccia.
Lei e Jacob, che inizialmente sono in contrasto, si troveranno a scontrarsi direttamente con la Furia Rossa, isolati dal Capitano Crow e dall’equipaggio dell’Inevitabile.
In questo scontro/incontro con la Rossa, Maisie comincerà a vedere le cose con uno sguardo diverso, le prospettive cambiano e forse le cose non sono così come sempre gli umani hanno imparato a considerarle.
Piano piano trascinerà anche Jacob a cambiare la sua prospettiva.
Come finirà quindi questa caccia?
I mostri marini e gli umani sono destinati a rimanere nemici o c’è una possibilità d’intesa, di convivenza?
Per Jacob e Maisie e anche per il Capitano Crow sarà possibile trovare una vita, una famiglia che non sia quella della nave e del combattimento?
Il trailer di “Il mostro dei mari”
Le impressioni di zia Elena
Bel film, con un buon ritmo, con quelle giuste dosi di drammaticità ed umorismo che lo rendono gradevole e godibile per tutte le età, grandi e piccini.
Tante “citazioni”:
– “Moby Dick” con il Capitano Crow, novello Achab, ossessionato da la Furia Rossa.
– “Dragon Trainer” con il dilemma guerra o convivenza tra mostri marini/draghi ed umani; comprendere e conoscere l’altro che forse non è così “mostruoso” come ci è sempre stato detto.
– “Pirati dei Caraibi”, c’è un po’ anche di loro, avventurosi, fuori dalle regole, con un loro codice di fratellanza da osservare.
Troviamo, ancora una volta, la paura del diverso. Aspetto, cultura, modi di vivere diversi ci intimoriscono, ci fanno sentire fuori posto, scoperti, ci interrogano anche. Quasi sempre la nostra risposta è di chiusura, di rifiuto, di difesa, quando va bene, e di attacco e distruzione quando a tutto ciò si aggiunge la brama di potere.
La soluzione suggerita? Guardare i fatti con gli occhi dell’altro!
L’uscire dal quadro, cambiare il punto di vista permette di vedere altre facce della realtà, della verità e permette di trovare soluzioni diverse.
L’altro grande tema è il rapporto padre e figlio, la famiglia, le radici, la casa.
C’è il rapporto tra il Capitano Crow e Jacob che non è solo quello del capitano e il suo collaboratore più stretto.
Crow vede in Jacob un figlio a cui trasmettere il suo sapere, le sue passioni, la sua nave con tutte le promesse di avventure.
E così per Jacob, il Capitano è colui che lo ha salvato, gli ha dato una casa, qualcosa in cui credere e per cui combattere. Così è diventato un padre per lui.
Nella vita però, da sempre dai padri, come dalle madri, bisogna ad un certo punta staccarsi e volare fuori dal nido.
Così farà Jacob e proprio attraverso l’incontro con Maisie che rappresenterà in qualche modo quello che lui è stato per Crow.
Infine l’ultima cosa che mi ha colpito è che per guardare fuori dagli schemi occorre l’occhio di un bambino, cioè di qualcuno che ancora non ha interiorizzato gli schemi comuni; non solo lo sguardo è si di un bambino, ma di più, è lo sguardo di una bambina e non solo, il terribile mostro con cui Maisie si incontra è, in realtà, una mostra.
Quasi che il punto di vista al femminile (portato per sua natura all’accoglienza che è quella di una madre che accoglie nel suo corpo un figlio) permetta più facilmente di entrare in contatto, di trovare più i punti in comune che quelli opposti.
Dove vedere “Il mostro dei mari ”
Ecco il link per vedere “Il mostro dei mari“ su Netflix.
La nostra recensione

Una realizzazione grafica, veramente eccellente e d'impatto. In alcuni momenti si stenta a credere che sia "animazione".
Diversi piani di lettura, ben mescolati e ben inseriti nel percorso narrativo.
Bella colonna sonora.