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Lo schiaccianoci – Intervista a Luciano Cannito regista e coreografo della Roma City Ballet Company
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Lo schiaccianoci – Intervista a Luciano Cannito regista e coreografo della Roma City Ballet Company

Lo schiaccianoci Roma City Ballet Company

LO SCHIACCIANOCI è lo spettacolo più popolare del mondo. Questa versione firmata da Luciano Cannito e prodotta da Fabrizio Di Fiore Entertainment per Roma City Ballet Company è una delle versioni di maggior successo rappresentate in Italia negli ultimi anni.
Creata per il Teatro Massimo di Palermo e poi ripresa dal Teatro San Carlo di Napoli, questa edizione con 32 interpreti, scene di Italo Grassi, costumi di Giusi Giustino e luci di Alessandro Caso si avvale della partecipazione di artisti ospiti internazionali del calibro delle star Lana Salenko, Dinu Tamazlacaru, Ksenia Ovsianick, Evelina Godunova che si alternano come guest etoiles nel tour 2023 di Roma City Ballet Company.
Tra gli altri interpreti dello spettacolo, il primo ballerino dell’Opera di Roma Manuel Paruccini, nel ruolo di Drosselmeyer, particolarmente determinante nella versione coreografica di Luciano Cannito.

Roma City Ballet Company, è diretta da Luciano Cannito, considerato uno dei nomi più prestigiosi della coreografia italiana.

Luciano Cannito regista e coreografo
Luciano Cannito regista e coreografo

Incontriamo Luciano Cannito al teatro Alfieri di Torino per una chiacchierata su Lo Schiaccianoci, come sempre disponibile e gentile, ci racconta tutto su questo classico natalizio.

Iniziamo con una domanda semplice che può rispondere alla curiosità di chi ama Lo schiaccianoci, ma magari non conosce bene il mondo della danza.

  • Cosa significa creare un nuovo allestimento di uno spettacolo, perché puoi fare uno schiaccianoci diverso, cosa fa un coreografo, un regista come te quando va a lavorare su un classico di repertorio? Non è sempre uguale?

No, Lo schiaccianoci non è sempre uguale per un motivo semplice: non esiste una versione originale de Lo schiaccianoci perché è andata perduta, l’unica cosa che è sempre uguale è il passo a due, variazione e coda, perché è stato tramandato nel repertorio classico. Chiaramente la struttura drammaturgica è identica a quella originale perché questo è uno degli spettacoli più famosi del mondo, nel periodo di dicembre e gennaio è una delle rappresentazioni teatrali più eseguite. Io, come artista e regista, studio la drammaturgia e studio la musica, che è uno dei fattori fondamentali del successo perché è meravigliosa ed è incredibilmente vicina al senso della danza e dello spirito natalizio, poi creo seguendo l’inconscia sensazione di Natale, di quel piacere delle feste che arrivano e soprattutto di quello che ricordo di quando ero bambino e che mi riavvicina al Natale.

Ballerini in scena
Ballerini in una scena dello spettacolo
  • Qual è la tua visione de Lo schiaccianoci, in cosa è innovativo e differente? Ho letto che l’hai definito “onirico” ci spieghi perché?

Una cosa che amo tantissimo è sapere che i giovani e i bambini adorano Lo schiaccianoci, io amo i bambini e ho voluto fare uno spettacolo che fosse più possibile vicino al senso classico che piace a tutti; dunque balletto classico sulle punte, rigorosamente in costume, ambientato nel 1800 per ricordare il mondo della favola e della danza classica. E’ una scelta dal punto di vista coreografico vicina alla mia tradizione che viene da classico e poi ha vissuto il contemporaneo, però ha nel classico il suo grande amore, senza che sia estremamente formale… perché è un gioco, è una festa, è il sogno di una bambina.

Fondamentale è la figura di Drosselmeyer che è una figura molto strana, ma non cupa come nel racconto di Hoffman, io l’ho reso invece un personaggio molto più da cinema hollywoodiano, una specie di mago elegante, raffinato, che nel giorno di Natale aiuta questa bimba a sognare. Uno dei sensi della mia vita è aiutare i giovani a sognare, me lo sono posto proprio come obiettivo della mia vita e soprattutto, in altri termini, fare in modo che le persone non abusino dei sogni dei giovani. Quindi è onirico perchè il sogno di Clara, in cui Drosselmeyer le fa vivere questo mondo magico fatto dalla Fata Confetto, dal Principe, dai topi, dal re dei topi e molti altri personaggi, è al centro dello spettacolo.

Drosselmeyer
Drosselmeyer
  • I ballerini sono della Roma City Ballet Company, come scegli chi entra a far parte della compagnia e ci saranno degli etoile a interpretare il principe e la Fata Confetto in questo nuovo tour 2023?

Sì, scelgo io personalmente i ballerini della Roma City Ballet Company con audizione pubblica internazionale, ho molti ballerini da La Scala di Milano, alcuni danzatori diplomati all’Art Village, alcuni della scuola dell’Opera Roma e del San Carlo di Napoli, insomma vengono dalle più grandi scuole italiane e mi fa piacere essere uno di coloro che contribuisce ad offrire lavoro a questi artisti, chiaramente con Fabrizio Di Fiore e tutto lo staff. L’audizione è assolutamente meritocratica ovviamente verte sulla qualità, sulla tecnica e anche sulla capacità interpretativa che tante volte non è così scontata nei ballerini, il fatto che io faccia anche musical e che sia un regista oltre che un coreografo, mi fa avere sempre un occhio molto, molto attento alla parte interpretativa.

Gli artisti ospiti quest’anno in tutta Italia sono quattro guest che si divideranno nelle varie città :

Date e guest internazionali presenti

  • EVELINA GODUNOVA e DINU TAMAZLACARU
    2/3 Dicembre – BARI Teatro Team
  • KSENIA OVSYANICK e DINU TAMAZLACARU
    22 e 23 Dicembre – TORINO Teatro Alfieri
  • IANA SALENKO e DINU TAMAZLACARU
    6 Dicembre – GENOVA Politeama Genovese
    10 Dicembre – BOLOGNA Teatro delle Celebrazioni
    12 Dicembre – TRIESTE Politeama Rossetti
    25 e 26 Dicembre – TORINO Teatro Alfieri
    27 Dicembre – FIRENZE Teatro Verdi
    29 Dicembre – MONTECATINI Nuovo Teatro Verdi

DINU TAMAZLACARU è il primo ballerino del Teatro dell’Opera di Berlino e lui farà per tutte le date il principe, poi ci sono EVELINA GODUNOVA straordinaria  prima solista allo Staatsballett Berlin, IANA SALENKO che è una delle più grandi ballerine al mondo e KSENIA OVSYANICK, una fata, una principessa meravigliosa, lei prima era la principal dell’English National Ballet poi è diventata principal a Berlino quindi unisce il gusto anglosassone a straordinaria capacità tecnica.

Una scena dello spettacolo
Una scena dello spettacolo
  • Tu sei sempre molto attento ai dettagli, alle scenografie, ai costumi, nei tuoi spettacoli la qualità è sempre massima in tutti gli aspetti. Cosa puoi dirci di scenografie e costumi di questo allestimento del Lo schiaccianoci?

Mi piacciono gli spettacoli molto grandi e imponenti e Lo schiaccianoci come tutti i balletti ha bisogno di spazio perché essendo tutto danzato non puoi avere scenografie troppo ingombranti che tolgano spazio al danzatore e ai suoi virtuosismi; dunque ho chiesto allo scenografo Italo Grassi che sarà lo stesso di Fame, Saranno famosi , di realizzare l’impianto scenografico lasciando grandi spazi alle 32 persone che in certi momenti balleranno contemporaneamente. Volevo una scenografia che avesse grande imponenza, ma che permettesse anche di aprirsi e diventare altro. Ho così creato lo spettacolo facendolo partire da un esterno della casa di questo nobile e poi l’edificio a un certo punto si apre e noi entriamo nella stanza dove si svolge tutta l’azione, è come se questi muri costruiti si aprissero e diventassero le pareti del salone sul cui fondo c’è l’albero di Natale.

Ho ottenuto questa dispersione anche con l’ausilio di Alessandro Caso che è un mago delle luci e i costumi di Giusi Giustino che è la responsabile della sartoria del teatro San Carlo di Napoli.

  • Puoi raccontarci un aneddoto legato a questo spettacolo? Un tuo momento creativo particolare? Un incidente di percorso? Un’ispirazione inaspettata?

Beh innanzitutto sono curiosi i ruoli del nonno e della nonna che ho reso un pò ironici ispirandomi alla grande tradizione del Royal Ballet che io ho frequentato tanti anni fa quando la mia compagna era una star lì. Ho visto tante edizioni de Lo schiaccianoci soprattutto quelle Peter Wright e mi ha molto colpito il loro modo di rendere molto teatrale il primo atto e mi sono avvicinato a questo gusto anglosassone.

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Un’altra curiosità riguarda la bambolina che esce magicamente da una scatola e prima è una bambolina piccola e poi diventa una bambola di dimensione reale creando il il senso del magico.

Potrei raccontarti molti aneddoti divertenti perchè ho visto tantissime star interpretare questo spettacolo! Una volta è capitato in uno spettacolo che una di queste star sia scivolata, è qualcosa può capitare, e mi ricordo il modo in cui è caduta e si è saputa rialzare con una tale grazia ed eleganza per continuare la variazione come se non fosse accaduto nulla, che mi ha fatto riflettere sul fatto che più sei grande e più non ti spaventa cadere.

Attenzione a queste parole perché sono molto simboliche: cadere è una cosa che fanno i grandi che sanno come rialzarsi, come questa ballerina che si è rialzata, ha continuato a danzare naturalmente riprendendo il controllo del proprio corpo e la reazione del pubblico inconsapevolmente è stata tre volte superiore a quella ordinaria. Da quella volta dico spesso ai ragazzi: impariamo a cadere perchè più sei grande più dovrai cadere nella vita perché rischi. I grandi artisti sperimentano, cioè vanno fino alla fine del movimento per capire fino a che punto poter spingere il proprio corpo, quindi chi studia danza deve capire che l’evoluzione della danza avviene da quanti coraggio e generosità si mettono nel movimento.

Grandi guest in scena
Grandi guest in scena ne Lo schiaccianoci
  • Sicuramente sarà uno spettacolo di grande impatto per grandi e bambini, qual è il messaggio che lascia? Perchè il pubblico non deve perdere questo spettacolo?

Il pubblico non deve perdersi Lo schiaccianoci perché è Natale, non c’è Natale senza Lo schiaccianoci. Questa è una tradizione che ormai negli Stati Uniti e in Inghilterra è diventata importantissima, è diventata simbolica, io mi auguro che accada anche in Italia anche perchè è un’occasione per andare a teatro e avere la certezza di portare i nostri bambini e ragazzi sicuri che trascorreranno un momento in cui saranno felici, si riempiranno gli occhi di sogno….

Non ci sarà la minima stonatura in questo sognare, non ci sarà nessuna interpretazione personale, nessuna interpretazione concettuale, il pubblico vedrà Lo schiaccianoci in purezza come si direbbe oggi.

Il messaggio che lascia è la vittoria del bene sul male, vittoria simboleggiata dall’albero di Natale sempre in scena a ricordarci l’importanza dei sogni.

Il grande albero simbolo del Natale
Il grande albero di Natale
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