“(S)legati” – ATIR – Teatro Ringhiera e Estate al Castello Sforzesco 2024. di e con Mattia Fabris e Jacopo MariaBicocchi
Questo racconto è il primo di una trilogia. L’alt(r)o Everest di cui vi abbiamo parlato poco più di un anno fa è il secondo quadro.
La storia vera degli alpinisti Joe Simpson e Simon Yates e del sogno ambizioso di essere i primi al mondo a scalare il Siula Grande.
Si tratta di una trasposizione teatrale di questa scalata di cui uno dei due protagonisti, Joe Simpson, scrisse un libro, “La morte sospesa”, da cui fu tratto anche un film documentario.
La trama di “(S)legati”
1985, Ande Peruviane, vetta del Siula Grande. L’impresa sarà aprire una nuova via sul lato ovest. Impresa fino ad ora mai riuscita.
I due amici Joe Simpson e Simon Yates, dopo aver raggiunto il campo base, affrontano l’ultimo tratto per giungere in cima.
Si muovono in parete, condividono ansie e pericoli, il maltempo, numerosi bivacchi in parete (più di quelli previsti). Poi, la cima.
Pochi attimi di entusiasmo e stupore: missione compiuta! Ora bisogna intraprendere la discesa.
La discesa si rivela quasi più complessa della salita, complice anche il fatto che Joe e Simon che avevano accuratamente studiato il percorso di salita, non sono stati altrettanto accurati per quello di ritorno. Le condizioni atmosferiche decisamente avverse e soprattutto imprevedibili. Forse anche una certa fretta e distrazione.
Ed ecco l’imprevisto! L’incidente!
Simpson scivola, cade e si frattura la gamba. Impossibile continuare con ancora mille e più metri di dislivello a separarli dal campo base.
La logica vorrebbe che Yates lasci il compagno in un luogo riparato e proceda verso valle a cercare soccorso. Invece. Simon dopo aver ragionato sulle possibilità prende le loro due corde le unisce a formarne una unica e lunga vi lega il compagno e inizia a calarlo. Avanti così per tutta la giornata, finché sopraggiunge un nuovo imprevisto e Joe si trova sospeso nel vuoto impossibile raggiungerlo e mettersi in sicurezza. Simon per più di un’ora tiene sospeso l’amico Joe, ma poi, allo stremo delle forze, giunge ad una decisione estrema: Tagliare la fune che li tiene legati!
Joe precipita in un crepaccio. Simon lo crede ormai morto e lacerato dai sensi di colpa, prosegue il cammino sino al campo base.
Ma Joe non è morto! Caduto all’interno di un crepaccio è riuscito a mettersi in sicurezza e poi ad uscirne grazie a un passaggio laterale. Nuovamente sul ghiacciaio, trascinandosi, con la gamba fratturata, spossato dalla fame e dalla sete, con una vera e propria lotta per la sopravvivenza riesce a tornare al campo base dopo tre giorni.
Intanto Simon, tormentato dai sensi di colpa, non ha trovato il coraggio di smontare il campo base e si è trattenuto un giorno in più rispetto agli accordi.
Ed è così che i due amici si ritrovano e Joe contro tutte le aspettative si salva.
Il cast di “(S)legati”
Mattia Frabris e Jacopo Maria Bicocchi ovvero Compagnia Slegati: Mattia e Jacopo sono attori di lunga esperienza, sono anche degli amanti della montagna e alpinisti a loro volta.
Quindi quando incontrano questa vicenda, decidono di farne un testo teatrale, ma non solo!! Si costituiscono come compagnia, Compagnia Slegati per l’appunto e danno vita ad un loro sogno: rappresentazioni itineranti nei rifugi di montagna, dopo aver percorso durante il giorno i cammini da un rifugio all’altro, per i montanari, alpinisti presenti nel rifugio.
Sono veramente meravigliosi! Ti ritrovi li con loro, riescono a farti vedere la montagna, la sua meraviglia e la sua riverenziale imponenza.
Riescono a farti vivere le ansie e le paure, il dolore anche quello fisico (Jacopo Bicocchi è straordinario in questo).
Insomma sono teletrasportati in un altro luogo e in un’altra dimensione e riescono a portare con loro tutto il pubblico, nonostante (o forse grazie) una scenografia assolutamente spoglia. Una corda, giochi di luce, un togliere e indossare di due giacche e due luci da “minatori”.
Trailer di “(S)legati
La nostra recensione
Potrebbe essere il racconto di una sfida dell’uomo alla natura.
Una storia di uomini che si mettono sempre in gioco per raggiungere i loro limiti e superarli.
E’ tutto questo, ma è anche la storia di una profonda amicizia.
E’ anche metafora di vita.
Cominciando dalla domanda di vita, di quale sia la meta finale. Si chiedono i protagonisti arrivati per primi in cima ad una vetta “vergine”: E ora? Perché sono giunto fin qui? Dove andrò ora?
E’ guardarsi dentro, nel profondo, scoprire e guardare in faccia le proprie paure, il proprio egoismo, il proprio istinto di auto conservazione. E’ anche saperlo superare in nome dell’amicizia, della solidarietà.
E’ anche scoprire che i legami sono essenziali per la sopravvivenza, ma che talvolta è necessario tagliarli, lasciare andare per il bene e la vita di entrambi.
E’ scoprire che proprio questa decisione, apparentemente crudele ed egoistica, è invece quella vitale, che permette di andare avanti, di salvarsi ed infine anche di ritrovarsi.
Cast Artistico e Tecnico
In scena Jacopo Maria Bicocchi e Mattia Fabris
Luci Alessandro Verazzi
Musiche Sandra Zoccolan
Produzione ATIR
Estate al Castello Sforzesco 2024
nel Cortile delle Armi
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