“Il mercante di luce” dal romanzo di Roberto Vecchioni al Teatro Parenti.
Il mercante di luce è tratta di un libro scritto da Roberto Vecchioni e che ha vinto il Premio Cesare Pavese 2015.
La trasposizione teatrale del testo, per stessa ammissione dell’autore Roberto Vecchioni, non era un operazione facile.
Ivana Ferri che è l’artefice dell’adattamento nonché la regista dello spettacolo ha operato questa magia ed il risultato è veramente eccellente.
La trama di “Il mercante di luce”
Stefano Quondam è il protagonista, colui che ci narra attraverso capitoli non sempre in ordine cronologico, la sua storia. La sua e quella di suo figlio.
Stefano è un professore di letteratura greca. Il greco e gli scrittori greci sono la sua passione ed in qualche modo occupano tutta la sua vita.
Con questa sua passione e questa sua vasta conoscenza conduce la sua vita, combatte le sue battaglie.
Con questa sua passione in qualche modo vuole trasmettere al figlio quello che ha di più prezioso. Vuole fargli un dono importante.
“Doveva lasciargli un dono, il più grande possibile, oltre la felicità o l’infelicità, l’amore e il disamore, il destino e Dio, la casualità inspiegabile di nascere e morire. E il dono è l’orgoglio di essere uomini e di vivere con questa rivelazione: perché non importa quanto si vive, ma con quanta luce dentro.”
E’ un rapporto particolare quello tra questo padre e questo figlio poiché Marco (questo è il nome del figlio) è affetto da una rara malattia, la progeria, che determina un invecchiamento precoce.
Dunque il tempo a disposizione per padre e figlio è poco, ha una scadenza breve, entrambi ne sono consapevoli.
Questa consapevolezza rende i loro momenti, i loro scambi molto più intensi, quasi concentrati per non perdere, non dimenticare nulla nel poco tempo che è dato loro.
Il cast di “Il mercante di luce”

Ettore Bassi: noto al grande pubblico soprattutto per la sua partecipazione ad alcune fiction di successo. Ettore Bassi ha nel suo bagaglio grande esperienza di attore sia di teatro che di cinema.
Nell’interpretare il personaggio di Stefano Quondam è stato perfetto.
Misurato, intimo, appassionato. Uomo consapevole delle proprie mancanze, difetti, ma soprattutto padre appassionatamente “innamorato” del proprio figlio.
Desideroso di trasmettere al figlio le proprie passioni, le proprie conoscenze e anche, in molti aspetti, quasi materno nel suo accudire, proteggerlo, cullarlo.
Profondamente immerso nel suo personaggio, tanto che in alcune occasioni la commozione, le lacrime non erano solo recitazione!

Massimo Germini: musicista di notevole spessore. Ha lavorato con molti artisti ma da parecchi anni è il collaboratore inseparabile di Roberto Vecchioni con il quale ha condiviso sia l’attività concertistica, che quella discografica ma anche quella di insegnamento all’Università di Pavia.
Forse per questo il suo accompagnamento musicale è stato così profondamente fuso con l’andamento della narrazione.

Roberto Vecchioni: cosa dire che già non sia noto di Vecchioni?
Noto cantante e cantautore.
Appassionato della letteratura, tanto che ha sempre mantenuto la sua attività di insegnante.
E da alcuni anni anche scrittore.
Adattamento e Regia: Ivana Ferri
Voce fuori scena: Patrizia Pozzi
Musiche originali eseguite dal vivo: Massimo Germini.
Citazioni musicali Roberto Vecchioni – W.A. Mozart
Produzione: Tangram Teatro con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Piemonte
con il patrocinio della Fondazione Falcone.
Trailer di “Il mercante di luce”
Teatro Franco Parenti
“Il mercante di luce”
19/07/2022
Sito web: www.teatrofrancoparenti.it
INFORMAZIONI BIGLIETTERIA
Biglietteria
via Pier Lombardo 14
02 59995206
biglietteria@teatrofrancoparenti.it
La nostra recensione
Il mercante di luce è un opera in cui non ti puoi distrarre un attimo perché ogni parola, ogni frase è piena di significato, di sentimento, di pensieri nascosti.
Quasi che, come per Marco il tempo breve della sua vita, il tempo ristretto di uno spettacolo obblighi a togliere ogni parola superflua e usare frasi che sono dei concentrati.
C’è nel racconto tanto di personale di Vecchioni, come la malattia grave di un figlio, c’è anche dell’autoironia come quando il professore e maestro di Quondam, improvvisamente si domanda perché abbia buttato via tutta la sua vita a studiare le tragedie di personaggi della mitologia, anziché vivere la vita.
Il grande argomento, più che il dolore, è il “tempo”, come lo percepiamo, come lo viviamo.
Come dice ad un certo punto Stefano Quondam:
Perché non importa quanto si vive, ma con quanta luce dentro!