
GL’INNAMORATI – IL MUSICARELLO – La nostra recensione!
dal 17 al 22 dicembre – dal 27 al 30 dicembre – dal 7 al 19 gennaio
Teatro Litta
- PRESENTAZIONE
- LO SPETTACOLO
- IL CAST
- CONCLUSIONI
PRESENTAZIONE
Una simpatica ed originale fusione tra l’opera di Goldoni, Gli Innamorati e il genere cinematografico del Musicarello.
Genere che si è sviluppato negli anni sessanta per supportare ed incrementare le vendite dei dischi di cantanti allora in voga.
Si tratta di un divertente miscuglio tra il linguaggio aulico strettamente teatrale e il linguaggio più immediato ed altrettanto potente della canzone.

LO SPETTACOLO
Lo spettacolo è metateatrale: una piccola compagnia, in ristrettezze economiche, si trova ogni lunedì, giornata in cui gli spettacoli teatrali ufficiali fanno riposo, a provare, in teatri sempre diversi, utilizzando le scenografie che trovano il loco, prima di poi andare in scena.
Ogni lunedì potrebbe essere l’ultima, ma questa volta c’è un motivo particolare in più per provare prima della rappresentazione, c’è la speranza che in sala ci sia un produttore amico che se saranno convincenti potrebbe finanziare loro una tourneé.
Lo spettacolo che devono mettere in scena, come dicevo, è Gl’Innamorati di Goldoni.
Alla storia dello spettacolo che vanno provando, s’intrecciano le storie personali degli attori, che rappresentano anche gli stereotipi spesso presenti in una compagnia teatrale.
I due innamorati dell’opera goldoniana, sono veramente fidanzati nella vita e così come nella pieces teatrale continuano a farsi dispetti e a litigare, non fidandosi l’uno dell’altro, entrambi “prime donne” sia sul palco che nella vita.
Il primo attore, un “vecchio “ del teatro, che fa intendere di aver lavorato con i grandi del palcoscenico e che vorrebbe seguire una linea più rigorosa, più classica.
C’è l’aiuto regista, timido, che si trova a fare il jolli, che deve fare i salti mortali per trovare soluzioni scenografiche , dove si trova a dover recitare e sostituire più personaggi; l’attrice, brava, ma sempre tenuta un po’ in secondo piano, che fa di tutto per tenerli uniti, per creare un atmosfera familiare di cui ha bisogno; il regista, un po’ marpione, come il personaggio che si è riservato nella recita, che cerca in tutti i modi di modernizzare, di mettere in scena riletture moderne, talora un po’ azzardate.
In tutto questo gli elementi musicali, canzoni ben note del repertorio italiano, si inseriscono in modo preciso ed adeguato.
Così calzanti al momento e così note, che si è spesso indotti a canticchiare insieme agli attori.

CAST
Tutto i cast è ben amalgamato, coeso, brillante e molto abile nel passare dall’interpretare il personaggio della commedia goldoniana al personaggio in scena sul palco.
PIETRO DE PASCALIS -Carlo
Abbiamo Pietro De Pascalis che interpreta Carlo è il regista della compagnia(ma anche nella realtà dello spettacolo) e si è riservato la parte del conte Roberto d’Otricoli.
JACOPO FRACASSO – Gianni
Jacopo Fracasso è Gianni, il sensibile, timido aiuto regista, innamorato della prima attrice, ma che non trova il coraggio di dirglielo. Veramente molto abile nel passare dal timido ed impacciato al rapido e guizzante.
LORIS FABIANI – Leonardo
Loris Fabiani è il giovane innamorato Leonardo, attore di fiction sconosciute e Fulgenzio nella commedia che andrà in scena. Abile nel portare in scena in modo comico, la presunzione e supponenza che talvolta si trova nei ”belli e famosi”.
ISABELLA PEREGO – Beatrice/Eugenia
Isabella Perego è la corteggiatissima ( da Leonardo, ma anche da Carlo e nel segreto da Gianni) prima attrice Beatrice e Eugenia nell’opera di Goldoni.
VALERIA GIRELLI ELEONORA – Flaminia
L’altra donna della compagnia è Valeria Girelli Eleonora per la compagnia, Flaminia nel lavoro teatrale, sempre in cerca di approvazione, di riconoscimenti professionali, ma anche affettivi.
GAETANO CALLEGARO – Ambrogio
Infine abbiamo Gaetano Callegaro il maturo e borbottante Ambrogio e zio Fabrizio nella commedia, brillante ed irresistibile, soprattutto quando il regista lo obbliga a recitare in milanese.

CONCLUSIONE
Uno spettacolo che ha mostrato un modo brillante di rivedere un classico della commedia italiana.
Divertente ancora di più di quanto poteva essere l’originale Gl’Innamorati, per l’inserimento del genere Musicarello che ben dosato, non risulta invadente e le scelte musicali molto azzeccate sono anch’esse d’irresistibile comicità, ma anche appassionate in taluni momenti (come è il caso di “Io che ho avuto solo te”).
Un modo divertente per sottolineare le piccole manie, i tic e tutti gli stereotipi delle figure del teatro e nello stesso tempo dimostra la potenza della musica e della canzone ad esprime e sottolineare i momenti della vita.