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APOCALISSE TASCABILE – La fine del mondo in un centro commerciale!
Scuro Chiaro

APOCALISSE TASCABILE – La fine del mondo in un centro commerciale!

Apocalisse tascabile

“Apocalisse tascabile” di Niccolò Fettarappa Sandri al Teatro Parenti, è il suo primo lavoro ed è anche la sua prima collaborazione con Lorenzo Guerrieri; questo spettacolo è andato in scena per la prima volta a Roma nel 2020, nel corso della rassegna teatrale del Teatro dei Contrari.

Ha ottenuto notevoli consensi ricevendo numerosi premi.

In scena per una settimana al Teatro Parenti che ha sempre un occhio attento per le opere dei giovani.

Apocalisse tascabile
“Apocalisse tascabile” i due giovani protagonisti denunciano tutta la difficoltà del mondo del lavoro.

La trama di “Apocalisse tascabile

Due giovani privi di sogni, speranze ed energie vagano in un centro commerciale della periferia romana.
Narcotizzati dalla cultura del consumo si aggirano dialogando attraverso slogan pubblicitari di prodotti commerciali.
Quando ecco che uno dei due, Niccolò, che si soprannominerà Piccolo Fetta, riceve una chiamata.
Incontra Dio(!?) che lo investe del compito di profeta che deve annunciare la fine del mondo.

Nonostante l’assenza di convinzione e di entusiasmo Piccolo Fetta, con l’assistenza di un improbabile Angelo dell’Apocalisse, tenta di portare l’annuncio della fine del mondo.
In realtà tutto ciò è il pretesto per illustrare un mondo dove si passa da un aperitivo, ad un apericena, ad un personal trainer o psicologo per motivarsi.
Dove si insegue un lavoro, dove l’illusione della laurea, del merito si scontra con una realtà tutta votata al consumismo e al guadagno.

Il cast di “Apocalisse tascabile

Niccolò Fettarappa Sandri
Piccolo Fetta giovane demotivato investito della carica di profeta.

Niccolò Fettarappa Sandri (autore, regista, attore): giovanissimo autore (soli 26 anni); presenta sulla scena un giovane già narcotizzato, privo, apparentemente, di sogni, di aspirazioni. Ben accasato nella sua “comfort zone” come spesso ripete.
Eppure accetterà questo insolito compito di annunciare la prossima fine del mondo a tutti gli uomini.

Si scontrerà così con l’indifferenza, con un mondo di anestetizzati che passa da un aperitivo ad una seduta di psicoterapia.
Questo suo affannoso e fallimentare annuncio di fine del mondo sarà l’occasione per passare in rassegna i modi di vivere, gli stili di vita e di linguaggio attuali che costruiscono un mondo vuoto e privo di un futuro.

Lorenzo Guerrieri
Lorenzo Guerrieri giovane senza illusioni o speranze compagno di Piccolo Fetta nella sua denuncia di un mondo privo di futuro.

Lorenzo Guerrieri: con pochi anni più del suo compagno di questa Apocalisse, questo giovane attore impersona il degno compagno dell’improvvisato profeta.
Anche lui giovane abulico della periferia di Roma, forse meno abulico di Niccolò, con un fare un po’ più aggressivo.
Impersona con fare disincantato e un po’ cinico un incrocio tra una “bestia” ed un “angelo” dell’Apocalisse.

Collaborazione tecnica Andrea Perdighe
Vincitore In-Box 2021
Premio della critica Nolo Fringe Festival 2021
Premio Giurie Unite Direction Under30 2020
Italia dei Visionari Polis Teatro Festival 2021
Dominio pubblico 2020
Produzione: Teatro di Sardegna

Dove vedere “Apocalisse tascabile

Apocalisse tascabile” al Teatro Parenti Sala Tre

dal 27/09/2022 al 2/10/2022

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Chi come me

Sito web: www.teatrofrancoparenti.it

INFORMAZIONI BIGLIETTERIA
Biglietteria
via Pier Lombardo 14
02 59995206
biglietteria@teatrofrancoparenti.it


La nostra recensione


Apocalisse tascabile
Apocalisse tascabile: un profeta abulico ed un Angelo borgataro. Improbabili ed irriverenti.

Uno spettacolo fresco, energico, di movimento.
E’ un continuo rincorrersi, con dialoghi dal ritmo quasi frenetico.
Potrebbe sembrare uno spettacolo dell’assurdo, ma a guardarlo bene un senso c’è e, nonostante le battute e le risate, è abbastanza tragico o per lo meno amaro.
Mette in ridicolo abitudini e frasi fatte molto in voga: gli aperitivi, i suggerimenti forniti a chiunque di “lavorare su se stessi”, uscire dalla “comfort zone”, oggetti di culto come i diversi brand, la Fidelity card come unica fede.

La denuncia di aver venduto l’illusione di conquistare lauree in materie aleatorie, che sembravano essere il mezzo per realizzare i propri desideri ed invece si sono rivelate un treno perso in partenza.
La rabbia di essere rifiutati, costretti all’incertezza del futuro, se non ad una assenza proprio di futuro.

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