“Acanto”, di Nicola Russo al Teatro Franco Parenti.
Nicola Russo oltre che l’autore di quest’opera, ne è anche il regista.
Autore di diversi testi che hanno partecipato a numerose manifastazioni o festival.
Questa sua ultima produzione nasce nel 2023 e debutta al Festival Lecite Visioni al Teatro dei Filodrammatici di Milano
La trama di “Acanto“
Siamo in una stanza anonima e priva di arredamento. Vi sono solo 2 file di sedie, delle linee colorate a terra per indicare dei percorsi, un tabellone nero con un numero che non cambia mai.
Entra un uomo sula cinquantina, che si aggira un po’ innervosito, quindi risponde al telefono e così noi veniamo a sapere che questo luogo è la sala d’attesa di uno studio medico/diagnostico. E l’uomo è in attesa dell’esito di esami delicati, particolari.
Parlando al telefono esprime il desiderio che avere un luogo più discreto, con più privacy, vorrebbe mantenere l’anonimato.
Nel frattempo fa il suo ingresso un ragazzo che inizialmente si siede in disparte, ma poi, pur non interpellato, interviene con l’uomo già in attesa. Così tra iniziali imbarazzi, discorsi che iniziano e rimangono sospesi nell’aria, lentamente si instaura un dialogo tra i due uomini in attesa.
Un dialogo che inizia come un confronto generazionale, ma che progredendo diviene un rivivere di ricordi, situazioni vissute, memorie e segreti. Un rivivere che diviene un condividere un entrare l’uno nel mondo, nelle sensazioni dell’altro.
Il fulcro dei ricordi, delle memorie è l’amore, meglio l’eros, l’impulso vitale, il desiderio di conoscenza che li spinge a condividere le prime avventure: nei parchi notturni o nelle piazze per uno, negli incontri nati online, degli eventuali usi di droghe per il più giovane.
Tutto questo diviene terreno per interrogarsi sulla perdita dell’innocenza, sulla bellezza, su chi siamo.
Perché quando arriverà il responso sugli esami, poiché non dimentichiamolo siamo nella sala d’attesa di un centro di analisi per l’HIV, bisogna sapere chi siamo.
Il cast di “Acanto“
Alessandro Mor è il paziente più anziano, quello che ha più dimestichezza con il luogo dove si trova. Quello che ha già familiarizzato con la diagnosi della malattia. Quello che già da tempo segue una terapia ed è li solo per un controllo.
Eppure apparentemente è quello più in ansia. Quello che teme ancora il marchio che si porta appresso questa malattia e vorrebbe un luogo più riservato, schermato.
Eppure è il primo ad avere il bisogno di entrare in contatto con l’unico altro paziente presente nella sala.
Inizialmente lo fa con toni un po’ paternalistici, poi cercando di dare colori romantici e poetici a quelle che sono semplici ricerche di avventure unicamente di natura sessuale.
E’ abile Alessandro Mor a combinare questi aspetti che possono risultare un po’ irritanti con gli aspetti più semplici di un uomo in fondo ancora spaventato ed in cerca di un rapporto alla pari e sincero con qualcuno che si trova nella sua situazione.
Gabriele Graham Gasco: lui è il paziente giovane, poco più che ventenne, apparentemente sereno, libero da preoccupazioni. Desideroso di vivere, di “mordere la vita”, di non lasciare nulla dietro di se, di cogliere tutte le occasioni.
Insofferente di alcuni atteggiamenti paternalistici dell’uomo che ha incontrato in sala d’attesa, eppure è il primo che cerca di entrare nel mondo dell’altro, cerca di vedere con gli occhi dell’altro le avventure narrate e ricordate.
E’ solo procedendo nell’incontro tra i due che ci lascia intravedere la sua voglia di vivere, il suo rifiuto a ad arrendersi o rinunciare a vivere fino in fondo. Ed insieme a questa grande forza vitale solo alla fine lascia trasparire la sua paura di fronte al possibile responso dell’esame che è venuto a sostenere.
La nostra recensione
Una storia semplice, quasi un flash di un momento, più che una storia, ma un flash molto vivido, che porta alla luce numerose questioni.
Riporta all’attenzione, pur senza mai nominarla e anche senza mai parlare di malattie in generale, se non verso la fine, di una malattia che 30-40 anni fa seminava terrore e angoscia. Soprattutto una malattia che metteva addosso alle persone un etichetta, una “stella a sei punte” che le rinchiudeva in un ghetto.
Altro elemento di spunto è l’ambientazione e il sentimento che accompagna questa situazione.
La sala d’attesa, spoglia, anonima fredda e impersonale. La solitudine espressa sia dal luogo, sia dalle persone.
Infatti il primo paziente, quello più anziano, tra le immagini che va raccontando esprime anche il desiderio di essere accolto in un luogo più “accogliente”, più caldo, che gli permetta di riposare, di avvicinarsi con i suoi tempi al problema “malattia”
Non solo il luogo, ma anche la solitudine, l’eccessivo anonimato. E’ vero che il paziente più anziano vorrebbe che fosse ancora maggiore tale anonimato, ma è anche vero che è lui il primo a rivolgere al compagno domande molto personali.
Domande a cui il giovane non si sottrae proprio perché per entrambi vi è il bisogno di condividere, di percepire una vicinanza ed un ascolto.
E’ intrigante la modalità con cui uno ascolta ed entra nei ricordi e racconti dell’altro.
L’uno parte a narrare, ma poi è l’altro che procede descrivendo ciò che vede e sente in prima persona, per poi lasciare di nuovo spazio alla voce del primo.
Una modalità che da movimento al racconto e rende l’idea della condivisione e dell’ascolto profondo.
L’unica perplessità è sulle immagini proiettate a tratti sullo sfondo dell’ipotetica sala d’attesa, che non sembrano aggiungere nulla allo svolgersi del testo e nello stesso tempo, attirando lo sguardo e l’attenzione per cercare di comprendere cosa illustrino, rischiano di essere causa di distrazione dalle parole che scorrono.
Cast Artistico e Tecnico
In scena: Alessandro Mor e Gabriele Graham Gasco
Testo e regia Nicola Russo
Scene e costumi Giovanni De Francesco
Luci Giacomo Marettelli Priorelli
Suono Andrea Cocco
Video Matteo Tora Cellini
Assistente alla regia Isabella Saliceti
Produzione MONSTERA
in collaborazione con Alchemico Tre
Teatro Franco Parenti
“Acanto“. – Sala tre
dal 8/01/2025 al 19/01/2025
Sito web: www.teatrofrancoparenti.it
INFORMAZIONI BIGLIETTERIA
Biglietteria
via Pier Lombardo 14
02 59995206
biglietteria@teatrofrancoparenti.it