Incontriamo il cast di “Tutti parlano di Jamie” al teatro Colosseo di Torino. Giancarlo Commare purtroppo non ci può raggiungere. Durante lo spettacolo si rivela un vero animale da palcoscenico, carismatico, travolgente che prende per mano il pubblico e lo fa immergere nel mondo di Jamie. Giancarlo è un volto cinematrografico e televisivo di successo, ma si destreggia bene anche nel canto, lavorando su un personaggio in realtà molto più giovane di lui. I suoi tempi comici e la capacità di interpretare i cambi emotivi sono eccezionali, porta in scena la timidezza, i timori, le ingenuità di un sedicenne omosessuale, ma anche il coraggio, la determinazione, l’entusiasmo di chi ha un obiettivo da raggiungere e sta facendo un percorso interiore importante. Cammina e balla sui tacchi perfettamente, sa essere al contempo fragile e sensuale, è assolutamente una scommessa vinta! Speriamo di poterlo intervistare alla prossima occasione.
LA CARRIERA ED IL PERSONAGGIO
BARBARA COLA (MARGARET LA MADRE DI JAMIE)
La tua carriera più conosciuta è legata alla musica, pur avendo tu una lunga esperienza anche teatrale con Romeo e Giulietta – Ama e cambia il mondo – come hai vissuto e come ti senti con questo ritorno al teatro ed al musical? La mamma di Jamie è un personaggio molto complesso, ha dei tempi comici, svariati cambi emotivi. Cosa c’è di Barbara in lei? E cosa invece ti è risultato più difficile di questo personaggio?
Prima di tutto occorre dire che per me non è tanto un ritorno al teatro, ma una seconda parte di carriera che è partita con la musica pop leggera, con il Festival, con un debutto molto importante in età molto giovane, ma che poi ha deviato immediatamente nel teatro con l’incontro nel 1996 col maestro Tato Russo quindi, prima ancora di Romeo e Giulietta, ho fatto parte di altre produzioni. Quello che è accaduto con Romeo e Giulietta è stato che c’era David Zard che ha permesso una grande eco di un colossal che è stato la sua sfida, l’ultima sfida ahimè perché è scomparso nel 2018, una sfida vinta in cui io ho incontrato l’opera popolare moderna che è stata il coronamento di un percorso già iniziato da diverso tempo.
Per me è stato molto interessante debuttare con Margaret in “Tutti parlano di Jamie” perché stranamente da come si può pensare il tessuto musicale drammaturgico di un personaggio nel musical è quello che fa la differenza, nel caso di Margaret la drammaturgia legata ai momenti canori e non solo del personaggio, mi ha emozionato e mi ha assolutamente fatta vedere sotto un’altra luce rispetto a Lady Capuleti che proveniva dalla tragedia shakespeariana. La cosa più bella è di riuscire a fare anche ridere il pubblico e, per me, era una quasi una sfida che ritenevo impossibile. Mi è risultato difficile spogliarmi dalla Lady Capuleti protetta dal grandissimo abito rosso, è stato quello forse il sacrificio più grande.
Di Barbara in Margaret c’è molto, infatti stranamente in scena mi dicono che sembro una trentenne, in realtà ho molti più anni… di Barbara c’è la voglia di giocare, forse Margareth mi ha dato l’opportunità di far venire fuori questi tempi teatrali un po’ comici che gli amici mi hanno sempre detto di possedere, ma il teatro mi riconduceva sempre verso le tragedie , le perdite, e quindi in questo caso Margareth dà a Barbara questo senso di vittoria perché nessuno muore nel musical e si parla di amore e si parla anche di corde di materne che, pur non avendo avuto figli, ritengo di avere. Per me avere Giancarlo e il suo grande talento come figlio, è un grande piacere, è un privilegio!
GIOVANNI ABBRACCIAVENTO ( DEAN)
Grandissima carriera ed enorme esperienza nel musical: Flashdance, Priscilla, Newsies, Mary Poppins, We will rock you, Life is musical, Aladin come protagonista… solo per citarne alcuni, per la prima volta ti vediamo nel personaggio antagonista, cosa c’è di Giovanni in Dean e cosa invece ti è risultato più difficile di questo personaggio?
Intanto devo ammettere che è veramente stimolante interpretare un ruolo da cattivo perché chiaramente non è la solita parte che crea empatia col pubblico, quindi diventa quasi una sfida creare fastidio nel pubblico. È una reazione opposta a quello che devi suscitare di solito, e lo trovo molto stimolante! Devo ammettere che di mio non c’è molto perché mi reputo una persona buona e non sono assolutamente irascibile, ma nonostante ciò è come se trovassi una sorta di facilità nell’interpretare questo ruolo che, ho scoperto nell’allestimento, essere un personaggio di una cattiveria sottile, lo definirei una serpe. Dean alla fine sotto la corazza è fragile. Nella vita non ho mai fatto il bullo della situazione, io sono sempre stata quella persona che interviene, che odia l’indifferenza, non riesco a star fermo se ci sono ingiustizie.
BENEDETTA BOSCHI (PRITTY)
Tanti anni di studio di canto, recitazione, svariati stili di danza, una formazione completa da performer e varie prduzioni guidata da Andrea Cecchi, molte esperienze nonostante la tua giovane età, e dal 2021 questo ruolo da protagonista: la Pritty di Tutti parlano di Jamie… Cosa c’è di Benedetta in Pritty e cosa invece ti è risultato più difficile di questo personaggio?
In Pritty c’è molto di Benedetta perché è una ragazza estremamente dolce, sempre pronta ad aiutare gli altri, che risponde con un sorriso anche quando viene bullizzata, ma che poi alla fine scoppia, come faccio io! L’unica cosa diversa e importante è la religione, il fatto di indossare un hijab non è stato semplice all’inizio. Mi sono informata con alcune conoscenti musulmane per capirne meglio il significato. Comunque è stato strano soprattutto perché a me piacciono molto i miei capelli, sono una delle poche sicurezze che mi porto sul palco, quindi mi sono sentita come “scoperta”, ma come Pritty insegna nello spettacolo devi smettere di chiedere il permesso di essere te stesso e quindi ho imparato a stare tranquilla e a mio agio anche con l’hijab.
QUALE RISULTA ESSERE IL TUO BRANO PREFERITO E PERCHÉ?
BARBARA COLA
“Tu sei mio” è un brano incredibile e non capisci assolutamente come sia possibile che tutti piangano al momento dell’esecuzione, credo che l’applauso e la commozione siano l’interruzione di qualcosa che non si riesce più a contenere, probabilmente io stessa sul palco entro in questo mondo e quando la canto dimentico praticamente perfino di esistere, perché sono a servizio di un personaggio, sono a servizio delle parole veramente scritte bene, in questo caso dell’adattamento di Piero Di Blasio. In qualche modo io sono su quel palco e non preferisco una canzone, la vivo letteralmente, quindi ci sono sere in cui sento particolarmente mia “Se potessi dirlo a me” e altre ”Lui è mio ” che comunque è la mia sfida perché mi dico sempre: “Barbara stasera contieniti” ma poi io sono generosa di natura per cui cerco di contenermi, ma non ci riesco, anzi mi sono resa conto che contenermi fa arrivare ugualmente il personaggio, e poi rimane sempre e comunque la canzone la protagonista, più di tutto ciò che le gira intorno, compreso il performer. Nel caso delle canzoni di Margareth ha avuto la fortuna di incontrare 2 brani più un concertato che sembrano scritti in qualche modo per favorire la versatilità della mia voce.
GIOVANNI ABBRACCIAVENTO
Il primo brano dello spettacolo, l’opening, perché a parte il livello musicale, che trovo un pop molto interessante, a livello coreografico mi piace tanto ed è uno dei pochi brani in cui questo personaggio balla. Amo anche la presentazione di uomini e donne nella parte finale, coreograficamente è molto bello, tutti vestiti tirati. In questo ruolo è prevalente il recitato, essendo io soprattutto un ballerino, non a caso i miei brani preferiti infatti sono quelli in cui ballo anche!
BENEDETTA BOSCHI
Il mio brano preferito è forse la canzone sul letto perché lì sono proprio me stessa e dico cose, canto parole che provengono dal cuore, invece nell’altra magari sto un po’ più attenta anche alla tecnica, mentre in quella nella stanza, più intima, se anche sbaglio una notina, sono serena perché arriva tanta “altra roba”. In realtà è comunque difficile scegliere tra “Sei tu la luce” e di “Sei di più” , le amo tutte e due.
QUALE MESSAGGI SI PORTA A CASA CHI VIENE A VEDERVI?
TUTTI PARLANO DI JAMIE COINVOLGE TUTTI, OGNUNO PUÒ RITROVARSI IN UN PERSONAGGIO IN BASE ALLA SUA ETÀ ED ALLE SUE ESPERIENZE, RISVEGLIA RICORDI, VISSUTI, TIMORI CHE TUTTI VIVIAMO O ABBIAMO VISSUTO, COME RAGAZZI, COME ADULTI O COME GENITORI.
BARBARA COLA
Io credo che il motore sia di essere curiosi di scoprire qualcosa che non è così conosciuto in Italia e infatti per il pubblico ci sono tante sorprese dietro questa scelta così ardita da parte della produzione del Brancaccio di presentare una storia vera fatta d’amore, che può essere una storia italiana a tutti gli effetti, con la differenza che cambiano i nomi dei personaggi che sono inglesi, ma che potrebbe avere benissimo dei connotati fortemente italiani perché di bullismo si tratta e il bullismo è diffuso in tutto il mondo. Quello che si portano via i genitori è quella consapevolezza che non è facile essere genitori perché qualsiasi ragazzo decida di essere se stesso, sia che abbia un orientamento sessuale diverso, sia che decida di intraprendere una strada difficile e piena di insidie per il suo futuro, essere genitore è un’impresa incredibile e non è facile non sbagliare. Quando escono da qui i genitori piangono perché capiscono che i loro errori sono comprensibili e che non devono sentirsi così tanto in colpa e che è essere genitori significa rialzarsi in piedi, ricominciare, migliorare il proprio approccio con i propri figli, parlare ed essere sempre accanto a loro anche quando avranno spiccato il volo… c’è sempre una parte di noi che non lascerebbe mai soli propri figli ma dopo lo spettacolo credo i genitori decidano di continuare a fare il genitore con più consapevolezza. Per quanto riguarda gli adolescenti c’è stato un tripudio di cuori, escono consapevoli che la loro unicità è la cosa più bella del mondo.
GIOVANNI ABBRACCIAVENTO
Io credo che faccia riflettere sul fatto che siamo tutti diversi e che la nostra bellezza sia la diversità che deve essere anche inclusività. Questo spettacolo dimostra come tutti abbiamo un nostro modo di esprimerci del tutto personale che nessuno ci può vietare di tirare fuori. Jamie è un ragazzo esuberante che può dar fastidio a determinate persone come alcune tipologie di professori, il bullo, un genitore tradizionalista, ma che in realtà può dare un qualcosa di molto personale al gruppo. Il messaggio è quindi l’importanza di accettare se stessi e il prossimo senza giudizio.
BENEDETTA BOSCHI
Che domandona! Hai detto bene, chiunque viene a vederci si rispecchia in qualcosa, non per forza nella storia di Jamie, lo spettacolo scuote qualsiasi persona anche la più fredda . Il messaggio più importante è assolutamente la frase che dice Pritty “Devi smettere di chiedere il permesso di essere te stesso” . Guardando lo spettacolo ti chiedi perché a volte ti fai tanti problemi… io da quando faccio questo spettacolo, quando mi sento insicura mi ripeto: “Smettila, smettila”.
PERCHÈ IL PUBBLICO NON DEVE PERDERSI QUESTO SPETTACOLO?
BARBARA COLA
Perchè tutti escono da questo spettacolo pensando di essere veramente unici proprio per le diversità e le scelte personali.
Più che i giovani però servirebbe educare chi gli sta intorno; i professori e gli educatori devono stimolare i ragazzi, senza imporre niente, a essere curiosi di capire qualcosa in più del mondo giovanile che non è solo quello di avere il telefonino di ultima generazione o l’ultima PlayStation o di guardare le serie televisive, ma è avere le risorse per impattare con una vita non sempre di facile. Amnesty International, che ha il patrocinio di Tutti parlano di Jamie, ha caldamente invitato i giovani a venire a vedere lo spettacolo e quello che abbiamo riscontrato è stato un assenso straordinario da parte dei ragazzi, a volte un po’ meno da parte degli educatori. Credo che Jamie sia destinato, qualora la produzione decidesse di continuare, ad essere visto da molte scuole, perché permette di riflettere su qualcosa di importante andando vedere uno spettacolo molto, molto bello e fatto da professioni.
GIOVANNI ABBRACCIAVENTO
Perchè questo spettacolo è il connubio perfetto tra tematica e spettacolarità nel senso che non è il classico musical che magari uno si aspetta, ma sposa benissimo una tematica forte, importante e totalmente attuale con musiche e coreografie e recitato perfettamente in sintonia.
BENEDETTA BOSCHI
A Firenze che è la mia città sarà super emozionante, a Reggio Emilia dove chiuderemo il tour, anche… La gente deve venire a vedere Jamie perché si deve fidare che sarà una cosa speciale! Perché non dovrebbero venire?
QUALI SONO I TUOI SOGNI NEL CASSETTO DOPO JAMIE?
BARBARA COLA
I miei progetti sono quelli di continuare a essere sul palco in qualche musical con questo main stream che non è sempre facile da trovare, di riuscire a calcare sempre il palco chissà in quali altri ruoli, magari un’altra commedia…
Inoltre ho un progetto acustico che si chiama Futuri possibili che avrà alcune date con la direzione artistica di Eleonora Beddini dove raccontiamo il post pandemia con le voci di Fossati, Dalla, Battiato , Sting, Paul Mc Cartney, il futuro visto dai loro occhi, ed è molto emozionante per me cantare e mettermi su questo palco in acustico con dei musicisti molto bravi. E poi mi piace molto insegnare, mi auguro di continuare a dare a i ragazzi la mia esperienza, di comunicare, condividere quello che ho attraversato io come ex adolescente, ex giovane artista sui palchi compreso quindi il fatto di utilizzare la voce come estrema forma di comunicazione, perché la voce viene da un “altrove” e bisogna a capire il senso per cui siamo finiti su un palco tutti noi a coltivare questo sogno, quest’urgenza meravigliosa.
GIOVANNI ABBRACCIAVENTO
A livello artistico posso già ammettere che non ho ancora dei programmi certi, la domanda sogno nel cassetto è sempre stata complicata perché questo lavoro mi dà un senso di appagamento molte forte cioè credo che sia quella cosa che mi fa sentire realizzato già. Questo lavoro è la mia felicità quindi desidero continuare questo avendo sempre modo di far parte di spettacoli in cui interpretare cose sempre più coinvolgenti, dove io possa dare il mio contributo e dove possa esprimermi al meglio come è stato con Aladin. Il mio sogno nel cassetto resta quello di poter dare il più possibile di me sul palco.
BENEDETTA BOSCHI
Da qualche tempo faccio il doppiaggio cantato, principalmente per Disney, cartoni animati o sigle dei cartoni, ho un progetto importante in questo campo che ancora non posso dire. Il mio sogno è poter continuare anche su quella strada perché teatro e doppiaggio sono due realtà molto diverse che però mi fanno stare davvero tanto bene. A livello non artistico vorrei girare un po’ di città, andare all’estero, visitare la Spagna, per cambiare un po’, mi piace da morire viaggiare finora non ho avuto molte possibilità, spero di poter lavorare di più anche permettermi di poter viaggiare perché apre la mente!
Video promo di “Tutti parlano di Jamie”