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ANDREA RENZULLI: “Benvenga il cinema che fa discutere e riflettere”. Intervista esclusiva.
Scuro Chiaro

ANDREA RENZULLI: “Benvenga il cinema che fa discutere e riflettere”. Intervista esclusiva.

Andrea Renzulli

Andrea Renzulli, esperto di cinema e fondatore della pagina instagram Rainbow_cinema.
Dai film, alle serie e anche i musical, recensioni e consigli sul panorama del cinema e della musica. 

Quattro Chiacchiere con Andrea Renzulli.

Ciao Andrea, come nasce l’idea della tua pagina Instagram RAINBOW CINEMA?
Era un periodo in cui non lavoravo, mi sentivo un pò giù di morale così circa un anno fa ho deciso di incanalare le mie energie in qualcosa che mi rendesse felice.
Fin da piccolo ho avuto la passione per la musica e per il cinema, compro riviste e seguo programmi specializzat ida sempre.
Quindi ho deciso di creare questa pagina che si dedica anche ai film a tematica LGBTQIA+, comunità a cui appartengo.
Quindi Rainbow ha un doppio significato, sia per le tematiche che tratta che per parlare dei vari colori del cinema.
Io mi occupo di vari generi e collaboro con creators che hanno tutti opinioni diverse che accolgo con rispetto e interesse.

Andrea Renzulli
Andrea Renzulli

Il cinema ha attraversato varie epoche dal 1918 in poi. Quale periodo senti più vicino?  
Amo il cinema della vecchia Hollywood, anni 50/60, sono un fan di Billy Wilder, John Schlesinger ma sono anche legato al cinema della mia adolescenza, anni 90 come i film di John Hughes e di Richard Linklater. 
Avevo un debole per Audrey Hepburn e Bette Davis, ma non ho mai scelto  o giudicato i film per gli attori ma sempre per il film nella sua completezza.

Commedia americana, inglese, francese o italiana ? Quale apprezzi maggiormente?
Un po’ di tutto, non ho preferenze basta che sia ben fatta, forse quella italiana di oggi un po’ meno, non rincontra molto i miei gusti.
Comunque i francesi nella commedia hanno una marcia in più, una delicatezza e ironia tutta personale.

Hai anche una grande passione e cultura musicale, quali sono i tuoi artisti preferiti ?
Sono legato alla musica del passato specie quella straniera, da John Mayer, David Bowie, The Cranberries, Tori Amos, Joni Mitchell, Blink 182 e anche ad icone del pop ed R&B come Madonna, Whitney Houston, Spice Girls, Mariah Carey e Britney Spears.

Segui Sanremo ? Cosa ne pensi della ‘Rivoluzione’ dell’ultimo decennio iniziata con Baglioni e portata avanti da Amadeus con grande successo. Spazio ai giovani artisti, molti conosciuti dal web e molti di nicchia …
Sanremo lo seguo dai primi anni 90, mi ci sono avvicinato per guardare gli ospiti internazionali e poi è diventata una bella abitudine che rivivo con passione ogni anno.
Riconosco di non amare la musica italiana attuale, ma capisco l’esigenza dei recenti direttori artistici di avvicinare i giovani a Sanremo.
Credo però che spesso si portino artisti che non hanno bisogno di una vetrina simile, perchè hanno i social, spotify ecc. Darei spazio a cantanti che negli ultimi anni si sono un po’ persi dai radar mainstream e così da dargli una vetrina per promuovere i loro nuovi progetti.

Andrea Renzulli
Andrea Renzulli e la sua passione per il cinema e la musica.

Pensi che la discografia in Italia sia attiva nel ricercare nuove figure o ormai si affida ai social o ai talent ? Una volta avevamo i vari Migliacci, Bardotti, Maionchi Salerno, Caterina Caselli che riuscivano a capire chi veramente aveva l’X Factor, adesso sembra che più nessuno sia in grado di capire chi veramente ha talento. X Factor e sopratutto Amici creano i nuovi artisti rendendo obsolete le figure dei talent scout. Che ne pensi ?
I talent hanno aiutato molto, soprattutto in questa società in cui i social hanno un forte impatto, ma non so se questi artisti avranno un influenza musicale o in futuro veranno ricordati come i grandi artisti del passato.
Ho paura che siano più artisti di moda, di passaggio ma qualcuno come Marco Mengoni potrebbe rimanere nel tempo.

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Ritorniamo al cinema: Oscar e Golden GLOBE sono davvero la cartina al tornasole del cinema di qualità ?
Assolutamente no, i premi non sono sinonimo di qualità specie gli Oscar che sono più che altro un evento della pop culture.
Ovviamente agli Oscar candidano e premiano solo film di qualità, però spesso rimangono fuori film di pari valore o superiori.

Barbie e Oppenheimer sono stati i titoli di punta, insieme al film della Cortellesi, della scorsa stagione Due su tre hanno affrontato il tema del patriarcato tanto discusso in questo periodo in Italia. Che ne pensi ?
E’ un tema importante e delicato, che va affrontato e film come Barbie e “C’è ancora domani” hanno aperto a molte discussioni e confronti, anche se non sempre pacifici.
Però se un film apre al confronto e fa riflettere ben venga!



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