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MANUEL ZITO: il pianista da 10 milioni di streaming presenta il nuovo brano “Youth”. Intervista esclusiva
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MANUEL ZITO: il pianista da 10 milioni di streaming presenta il nuovo brano “Youth”. Intervista esclusiva

Manuel Zito

Con la sola forza del suo pianoforte Manuel Zito si è fatto conoscere oltre confine rientrando subito tra le migliori selezioni di musica Modern Classical. Fernweh unisce gli standard pianistici all’elettronica portando questo genere in un tempo a noi più vicino, ed al contempo avvicinando molti profani ad un universo musicale inesplorato

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“Youth” è il nuovo brano del pianista napoletano MANUEL ZITO.  

Compositore dai numeri straordinari, Zito si è fatto conoscere, a partire dal 2019, grazie all’exploit su Spotify del suo brano “Ann’s Lullaby” che ha totalizzato ad oggi oltre 4 milioni di ascolti; complessivamente le sue composizioni sono vicine ai 10 milioni di streaming, caso piuttosto raro per un artista di musica strumentale contemporanea.

Youth è un brano che parla di adolescenza, con tutte le sue aspettative, i timori, la voglia di scoprirsi e scoprire.

Chi è Manuel Zito?

Manuel Zito
Manuel Zito, pianista e compositore.

Inizia a suonare e studiare il pianoforte a 5 anni. Nel 2002 ascolta il disco “A rush of blood to the head” dei Coldplay che lo porta ad ascoltare e a suonare anche musica “non classica”. Parallelamente allo studio del pianoforte, per il quale consegue il diploma al Conservatorio “S.Pietro a Majella” di Napoli nel 2012, inizia a suonare con gruppi di vario genere, esibendosi in giro per l’Italia. Nel frattempo inizia a dedicarsi allo studio della Composizione e alla musica per audiovisivi. Nel 2017 frequenta il corso di Musica per Film al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
Registra il suo primo disco “Fernweh”, al “Sundlaugin Studio”a Mosfellsbær di Reykjavik (Islanda), lo studio dei Sigur Ros dove hanno registrato, tra gli altri, Damien Rice, Yann Tiersen, Bjork.
Parallelamente svolge attività musicale nei Licei Coreutici in varie parti d’Italia.

L’intervista a Manuel Zito

Come mai decidi di fare un brano dedicato alla giovinezza?
In realtà il brano è nato da un’improvvisazione, poi col regista del video abbiamo deciso il tema da associare al brano. Con la musica che faccio io, strumentale, non sempre nasce il titolo parallelamente alla musica a volte nasce ascoltando o confrontandomi con amici che ascoltano la demo. L’altro motivo è perché io lavoro con i giovani e confrontandomi con Gabriel, il regista, mi sono ritrovato molto nella sua idea.

Nel video fate un percorso dei graduali passaggi della vita dall’adolescenza in poi ed è una cosa molto bella. Quindi il tuo spirito compositivo iniziale era solo un flusso? Il tuo processo creativo è sempre così?
Il mio processo creativo è molteplice. A volte capita da una improvvisazione a volte invece da cose extra musicali e altre volte da una melodia o una serie di accordi che mi colpiscono in determinati generi musicali. Ho vari modi di comporre. In questo caso avevo l’idea, ho fatto ascoltare l’embrione ad amici e al regista e abbiamo creato.

Tu hai iniziato a studiare il pianoforte a 5 anni e hai fatto tutto un percorso classico. Arrivando da percorsi tradizionali come mai poi fai questa evoluzione?
Si sono diplomato al Conservatorio nel 2012. Io ho fatto un percorso un po’ particolare. Parallelamente agli studi di pianoforte ho iniziato a studiare anche musica leggera e l’ho suonata per almeno 10 anni. Poi ho iniziato ad ascoltare altri generi di musica di stampo nord-europeo e, piacendomi molto il loro approccio musicale, ho iniziato a scrivere quel tipo di musica e poi ho messo un punto alla vita da musicista di band e mi sono dedicato al mio percorso competitivo. Non era del tutto previsto ma mi è successo.

I tuoi brani hanno avuto insuccesso di streaming pazzesco!
Si, sono stato anche fortunato perché tutto il successo è arrivato per caso e io sono super contento ma anche molto sorpreso. In qualche modo la musica strumentale arriva in modo più soggettivo alle persone perché non sono condizionate dal testo. Poi con tutti questi store digitali si arriva molto più facilmente rispetto a anni fa.

Il tuo primo disco lo registri in Islanda, quanto ti ha influenzato il fatto di aver lavorato all’estero?
E’ stata un’esperienza incredibile, c’è un atteggiamento molto sereno e molto tranquillo verso la musica e verso l’arte. I musicisti e gli artisti sono visti come lavoratori come gli altri e questa sorta di isolamento che hanno loro secondo me influisce molto. L’esperienza fatta in studio è stata incredibile. Ho registrato nello studio dove sono passati i più grandi. Il fonico che ha lavorato con loro è stato il fonico che mi ha registrato l’album e ha esaudito tutte le mie richieste artistiche e ha dato quel qualcosa in più.

Manuel Zito
Manuel Zito ci presenta il suo nuovo brano “Youth”.

Come mai la scelta di dare sempre titoli in inglese?
Perché il mio genere è proiettato verso l’estero. In Italia gli esempi sono pochi e probabilmente è più difficile emergere. O si emerge come compositore di musica per film, cosa a cui io aspiro, però all’inizio è molto difficile. Nel 2017 ho fatto un corso al Centro Sperimentale di Roma con insegnanti come Piovani, Bonvino, ma soprattutto Pivio che ha vinto il David di Donatello e ha musicato alcune serie Rai.

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Quindi vorresti entrare anche nel mondo delle colonne sonore?
Assolutamente! Infatti la scelta del regista, sia per questo brano che nel mio primo singolo del 2018,è proprio quella di far confluire la musica nel video che è una storia e viceversa. Ho deciso quindi di non fare un classico video clip musicale ma di rendere la Musica sia protagonista che commento al video.

Quali sono gli autori che un po’ influenzano il tuo stile musicale sia del mondo classico sia nel successivo mondo più pop?
Nel mondo classico il primo è Debussy che adoro in tutte le sfaccettature. Nel mondo più moderno Frahm e Arnalds sono due pilastri che mi influenzano di più ma ce ne sono anche molti altri. Anche i Codplay hanno avuto un’importanza fondamentale nella mia scelta musicale. Nel 2002 ho ascoltato l’album “A Rush of Blood to the Head” e c’è stato un pezzo in particolare di quell’album, “Clocks”, che mi ha portato a iniziare suonare la musica “non classica” come la chiamo io.

Tu svolgi anche attività come insegnante. Quanto è importante per te portare avanti la didattica?
Io faccio un lavoro abbastanza particolare. Faccio il pianista per la danza. Lavoro nei licei coreutici, licei in cui fanno danza. Principalmente suono nelle lezioni e ho scritto anche delle musiche per delle coreografie. Per me è molto bella questa cosa perché mi piace unire più arti. Anche la copertina del disco “Fernweh” è un quadro che era stato fatto molto tempo prima da un mio amico.

Prossimi progetti?
Il 4 giugno esce un EP di cinque brani, dove è compreso “Youth”. Poi sto valutando la situazione perché dovrei registrare un disco da un anno ma lo vorrei registrare in un altro studio importante. Comunque nel futuro c’è anche una colonna sonora che ho scritto per un documentario ma non so ancora di preciso quando uscirà.

Il video di Youth

Youth è uno spaccato di vita, con le persone presenti nel video che hanno come comune denominatore la giovinezza. 
Non ho voluto attingere a uno stereotipo ma piuttosto entrare nella sfera più intima del “momento”, rievocando con le immagini un carosello di avvenimenti come il divertimento puro e innocente, le prime relazioni sociali e amorose, i primi timori.
Sono delle finestre su alcune possibilità, ricordi di un periodo della vita che è una pagina bianca su cui scrivere la propria esistenza, il proprio futuro.

Gabriele Paoli – Regista del Video
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