Confrontarci con loro, nelle loro case, nei loro teatri, alle più diverse latitudini d’Europa, indagare il senso stesso del fare teatro, la sua forma, i metodi, le modalità e le nuove strade, ci avrebbe aiutato a trovare le chiavi per comprendere meglio noi stessi e il nostro tempo, ponendo le basi del nostro domani.
Corrado d’Elia e Sergio Maifredi
Corrado d’Elia, di cui vi abbiamo parlato in occasione del suo indimenticabile Cyrano De Bergerac e Sergio Maifredi ci regalano un nuovo libro ovvero Strade Maestre, i maestri del teatro contemporaneo edito da Cue Press Edizioni.
Scopriamo e conosciamo meglio il libro
In un viaggio che tocca alcuni dei luoghi cardine della cultura europea (Berlino, Tolosa, Gent, Roma, Palermo, Parigi e Losanna), Corrado d’Elia e Sergio Maifredi indagano e ci rivelano il pensiero più vero e profondo di alcuni dei grandi maestri del teatro contemporaneo, riuscendo a carpirne segreti, ricordi e spesso opinioni inaspettate e del tutto inedite.
Eugenio Barba, Lev Dodin, Stefan Kaegi, Antonio Latella, Ariane Mnouchkine, Thomas Ostermeier, Milo Rau, Peter Stein, Krzysztof Warlikowski.
Grandi uomini e grandi donne di teatro che, proprio a partire dalle domande, dai dubbi, dalle riflessioni e dalle urgenze dei due registi si sono fermati a ragionare con loro di teatro, di arte, di bellezza e di vita.
Strade Maestre prende spunto e forma nell’incerto periodo della pandemia, che ha costretto il teatro a un arresto globale. Frutto di uno scrupoloso lavoro di ben tre anni, il libro si è mosso di pari passo con l’attualità e le difficoltà del quotidiano, come la guerra in Ucraina, che ha impedito a Lev Dodin di presenziare all’intervista e di contribuire invece con una toccante lettera o come le mancate coincidenze aeree e i gli imprevisti che hanno costretto i due autori a inseguire Ariane Mnouchkine in mezza Europa.
Un libro tanto personale quanto sorprendente, un quaderno di viaggio e di pensiero, che ci prende per mano, accompagnandoci nei luoghi fisici e spirituali del grande teatro, sempre avendo come riferimento ben chiaro e costante quell’atto straordinario, intimo e creativo che è il lavoro teatrale.
Strade maestre, suggellato da una dedica iniziale di Peter Brook, si rivela una narrazione emozionante che, non a caso, diventerà presto anche un docufilm.
Conosciamo meglio Corrado D’Elia
Corrado D’Elia, un vero istrione con il teatro nel sangue. Per conoscere meglio questo grande artista , clicca qui.
Quattro chiacchiere con uno degli Autori: Corrado D’Elia
Mi piace iniziare la nostra chiacchierata commentando la frase “Quaderno di viaggio e di pensiero”...
Io e Sergio Manfredi, durante il Covid, tra le varie iniziative che abbiamo fatto abbiamo pensato di andare and incontrare quelli che riconoscevamo come nostri Maestri.
Per fare questo ci siamo messi in viaggio per circa 2 anni in tutta l’Europa e questo ci ha dato modo di pensare, parlare e confrontarci tantissimo.
Ogni volta che iniziavamo un viaggio partivamo con un’ interprete, un video maker e un fotografo e così ci sono tanti video che ci vedono impegnati a discutere, a capire e ragionare sulle nostre domande iniziali che si sono così declinate in nuovi pensieri a volte anche prima di incontrare i grandi registri. Dopo il loro incontro però ci si aprivano “nuovi mondi” e così la riflessione ricominciava.
Tra pensieri e veri e propri diari di viaggio, come pellegrini ci siamo rimessi per la strada per andare a incontrare i nostri punti di riferimento.
E’ stata un’esperienza che ci ha regalato tanta umanità e ritrovate nuove certezze!
Cosa ha fatto scaturire in voi questa “necessità” di tornare alle origini?
Diverse cose. Durante la pandemia si facevano tante ipotesi sul mondo del teatro, su quanto fosse importante ma alla fine tutto questo parlare è stato “come un sasso nello stagno” e tutto è tornato come prima .
La necessità è nata sicuramente dall’avere più tempo per riflettere e dalle speranze che sembravano prender forma in quel periodo.
Un altro motivo credo sia l’età. Passati i 50 anni ti rendi conto che il tempo che ti rimane è meno del tempo che è passato e questo ti fa riflettere sulla strada che hai preso ragionando sul fatto se sia davvero quella giusta e ti prepari in qualche modo, non dico ad un lascito, ma a mettere in ordine le carte.
In ultimo l’incontro con le persone, anche quelle che ci sembravano inaccessibili tra cui Berman, per me e Stefano è sempre stato fondamentale.
Cosa pensi possa dare questo libro alle nuove generazioni?
Questo libro è scritto soprattuto per i giovani. Il nostro tornare all’origine è per rimettere ordine in un settore come il nostro dove fare questo lavoro è più difficile che in altri Paesi, una realtà l’Italia dove la gente va molto meno a teatro rispetto a altri Paesi europei.
Le nostre riflessioni sono proprio per chi la strada la deve fare non per chi l’ha già fatta.
La nostra è una vera e propria indicazione di viaggio poi ovviamente ognuno può prendere la strada che vuole.
Cosa significa per te la parola Maestro?
Oggi la richiesta è di ciò che serve a me e quindi oggi un Maestro può essermi utile e domani un altro.
Ma questo non è portare il magistero: Magister è colui che più di tutti gli altri si staglia per i suoi allievi.
Il Maestro è qualcosa che ha la forma della nostra anima nel momento in cui cresci con lui, è qualcosa che va al di là.
Diventerà anche un docu – film film questo libro?
Già sul mio canale youtube c’è una play list di 8 clip dove ci raccontiamo sotto diversi aspetti.
Non possiamo non ricordare che la dedica iniziale di questo vostro libro è di Peter Brooke…
E’ una cosa splendida in effetti. Abbiamo fatto davvero un bagaglio di esperienze anche a livello umano indescrivibili e pazzesche.
Dove trovare “Strade Maestre, i maestri del teatro contemporaneo”.
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