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Cabaret il musical. Intervista ai protagonisti : Laura Galigani e Luca Pozzar
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Cabaret il musical. Intervista ai protagonisti : Laura Galigani e Luca Pozzar

Luca Pozzar e Laura Galigani

Cabaret – Il musical – libretto Joe Masteroff – musica John KanderTeatro Alfieri – TO

Lo spettacolo “Cabaret Il musical”

Per il secondo anno consecutivo in scena la produzione Fabrizio di Fiore trasporta il pubblico nella sfrenata Berlino degli anni 30 ad un passo dall’avvento del nazismo, tra eccessi, privazione delle libertà, decadenza e contraddizioni quotidiane.

Cabaret, con la regia di Arturo Brachetti e Luciano Cannito, è irriverente, piccante, spettacolare, divertente, cinematografico ed è uno di più famosi musical di sempre.

L’omonimo film di Bob Fosse con Liza Minnelli vinse ben 8 Oscar e nel 2023 si sono celebrati i 50 anni di quella incredibile cerimonia. Come musical a Broadway e a Londra, vinse innumerevoli premi nelle varie edizioni.

La storia è basata su personaggi ed eventi veri, successi a Berlino e descritti nel romanzo autobiografico “Goodbye to Berlin” di Cristopher Isherwood che passò tre anni della sua vita proprio in questa incredibile città, a cavallo degli anni Trenta. La Berlino che sarà raccontata è la più vicina possibile a quella che era nella realtà, con i suoi Cabaret, i suoi bordelli, la sua frenetica vita notturna, le sue incredibili correnti artistiche che facevano di questa capitale il crogiuolo di artisti, liberi pensatori e gente comune, di cui la maggior parte inconsapevole dell’avvento del nazismo.

Lo spettacolo, messo in scena da Arturo Brachetti e Luciano Cannito, corre veloce, con un ritmo da montaggio cinematografico, senza censura e pregiudizi, snodandosi tra numeri musicali conosciutissimi come “Cabaret, Wilkommen, Money Money“, ricreati al massimo della loro brillantezza e spettacolarità e la storia più umana e toccante delle due coppie di innamorati, poi travolti da un destino ineluttabile.

Cabaret è uno spettacolo rutilante, decadente, lussuoso e scioccante allo stesso tempo, quale era la Berlino di 100 anni fa, ma nello stesso tempo così attuale e vicina agli argomenti che appaiono sulle testate dei nostri quotidiani.

Cabaret, con la sua iconica colonna sonora suonata dal vivo, è uno spettacolo contemporaneo, a tratti provocatorio, che esplora temi di politica, amore, e libertà personale in un’epoca di grande incertezza, offrendo nuovi spunti di riflessione.

Cabaret il musical
Cabaret the musical – Un momento d’insieme con Arturo Brachetti

La trama di “Cabaret Il musical”

Lo spettacolo narra la storia di Cliff un americano sbarcato a Berlino che incontra e si innamora di Sally, ragazza inglese dai liberi costumi. Condividono una stanza in una pensione modesta, tenuta da una anziana zitella tedesca innamorata a sua volta di un fruttivendolo ebreo. Fulcro della narrazione è il Cabaret Kit Kat Club dove EMCEE, un presentatore ambiguo e irriverente (Arturo Brachetti), si prende gioco della libertà sessuale e del potere. Alla fine, l’arrivo del nazismo spegne questa libertà di pensiero e di costumi per lasciar posto al periodo nero che tutti conosciamo e che la storia punirà.

Cast Artistico

Arturo Brachetti (EMCEE), Laura Galigani (Sally Bowles), Luca Pozzar (Clifford Bradshaw), Simonetta Cartia (Fraulein Schneider), Tony Mazzara (Herr Schultz), Giulia Ercolessi (Fraulein Kost), Niccolò Minonzio (Ernst Ludwig)

Ensemble Felice Lungo, Elisabetta Dugatto, Francesco Cenderelli, Ivana Mannone, Simone Centonze, Mia Cassandro, Michele Iacovelli, Beatrice Burelli

Band dal vivo Gian Marco Careddu, Ermanno Dodaro, Paolo Rocca, Roberto Rocchetti

Cast tecnico

Coreografie Luciano Cannito
Scene Rinaldo Rinaldi
Costumi Maria Filippi
Direzione musicale Giovanni Maria Lori
Traduzione e adattamento Luciano Cannito
Realizzazione musicale Pino Perris -Vocal Trainer Ivan Lazzara
Regia di Arturo Brachetti e Luciano Cannito

Intervista a Laura Galigani (Sally)

Lura Galigni
Laura Galigani è Sally

Cabaret è uno spettacolo di grande successo, in scena per il secondo anno consecutivo. Qual è il segreto di questo allestimento? Cosa lo rende nuovo ed originale?
Cabaret è un musical importante che racconta una storia importante, ambientata in un periodo storico significativo. Io sono anche assistente alla regia e lo sono stata dall’inizio, prima ancora di diventarne la protagonista, quindi ho avuto l’onore di poter vivere tutti i retroscena negli uffici con Arturo Brachetti e Luciano Cannito.

La genialità di questa versione sta nell’aver avvicinato il pubblico all’idea del cabaret come lustrini e paillettes, soprattutto con il numero di tip tap che conclude il primo atto. Questa è la filosofia di Luciano Cannito: andare verso il pubblico e mescolare storia, musiche meravigliose, personaggi bizzarri e intrattenimento. Questo mix non era presente nel musical Cabaret originale e permette al pubblico di sentirsi parte
della storia.

Luca e Laura
Laura Galigani e Luca Pozzar in un momento insieme in scena

Stai lavorando a stretto contatto con Arturo Brachetti, sia come regista che come collega. Com’è lavorare con lui?


È una meravigliosa follia! Arturo è sempre presente dietro le quinte e coglie ogni minima sfumatura. Io e Luca Pozzar abbiamo costruito i nostri personaggi più con Luciano Cannito durante questo nuovo allestimento. Ora che siamo in scena mi rendo conto però che con Arturo i personaggi continuano a crescere. Io sono in scena con lui nel numero Money, money ed è divertentissimo perché, prima di entrare in scena, lui è già completamente immerso nel suo personaggio e mi parla come se fossimo già in scena; questo è bellissimo!

Arturo Brachetti
Arturo Brachetti in una foto di scena

ll tuo personaggio è Sally. Un ruolo per cui ti confronti con un film molto conosciuto e con grandi interpreti. Come hai lavorato sul tuo personaggio? In che cosa ti assomiglia?


Essendo una grande appassionata di musical, ho studiato a fondo tutte le versioni di Sally Bowles, dalla più classica fino alla più recente con Emma Stone. Mi piace studiare, ricercare, mi conosci, sono una “nerd”. Ho cercato di assimilare il più possibile per poi dimenticare tutto e ripartire dalle battute. La cosa meravigliosa è che ogni sera, con Luca Pozzar, troviamo qualcosa di nuovo nel personaggio. Se ridiamo o ci commuoviamo in scena, è perché accade veramente. Il mio personaggio continua a crescere di sera in sera…


Sally è totalmente folle, mentre io sono abbastanza quadrata nella vita reale. Forse è proprio per questa differenza che mi piace interpretarla. L’unico aspetto in comune è la libertà: entrambe diciamo quello che pensiamo, anche se io a volte mi trattengo di più. Questo ruolo ti porta a buttare davvero fuori tutto quello che hai dentro. Una sera una signora mi ha detto :” Siete davvero delle persone generose perchè si vede che vi emozionate in scena!” e questa è la cosa più bella che mi abbiano mai detto.


In Cabaret c’è la musica dal vivo con la band sul palco. Qual è il valore aggiunto della musica dal vivo per un performer?

Sono molto fortunata perché sono vicedirettrice e docente all’interno dell’Art Village di Torino, questa meravigliosa Accademia all’interno del Teatro Alfieri. Ti dico questa cosa perchè ai ragazzi dico sempre che la musica è un commento ai pensieri dell’artista. Quando eseguiamo un brano dovremmo immaginare che il Compositore abbia creato la musica per commentare i nostri pensieri. La band, sempre di più, ogni sera, ovviamente con il suo spartito, “commenta” ogni nostra azione.

Fabrizio di Fiore il produttore proprio l’altra sera ha detto che vede sempre di più come la band in scena commenti quello che gli artisti stanno facendo. La musica è magica, amplifica la parte emotiva e la rende più intensa e noi abbiamo dei musicisti con noi veramente meravigliosi.

Parliamo di te: performer, insegnante, regista. Ti senti di più performer o insegnante? Qual è l’aspetto che preferisci dello stare sul palco e quello che preferisci dell’insegnamento e della regia?

Mio nonno diceva sempre di me : “Ne sai fare troppe!” Senza peccare di presunzione perchè lo diceva lui e non io… Amo entrambe le cose, ma quello che preferisco è la formazione. Per questo motivo ringrazio Luciano Cannito e Fabrizio di Fiore perchè mi stanno dando la possibilità sia di seguire gli spettacoli delle produzioni FDF come assistente alla regia, sia di andare in scena prima in Fame come cover di Miss Bell e ora come Sally la protagonista di Cabaret, sia di insegnare all’Art Village e rivestire il ruolo di Vicedirettrice.

Amo andare in scena , ma ancora di più guidare i ragazzi. Spero di poter trasmettere ai giovani talenti la mia passione, la mia solarità, la mia esperienza e di vederli presto in scena.

Credo molto nelle loro potenzialità e cerco di far capire loro che possono realizzare il loro sogno di lavorare nel mondo dello spettacolo.

Intervista a Luca Pozzar (Cliff)

Luca Pozzar
Luca Pozzar è Cliff

Cabaret è uno spettacolo di grande successo, in scena per il secondo anno consecutivo. Qual è il segreto di questo allestimento? Cosa lo rende nuovo ed originale?

Cabaret ha un grande problema: racconta una storia vera. Questo è il grande problema, purtroppo, lo dico col sorriso, ma c’è molto poco da sorridere. Racconta una storia vera che appartiene al secolo scorso, ma appartiene tantissimo anche al secolo corrente. Quindi credo che il grande segreto di una storia del genere
sia creare un ponte tra passato e purtroppo presente.

Tante persone si possono identificare in tutti i ruoli di questo spettacolo, dai ruoli principali ai ruoli secondari. Anche i ruoli secondari hanno una personalità che viene resa chiara e cristallina sul palco e porta un messaggio talmente forte che riesce, tramite tutti i ruoli principali e secondari, a restare impresso nelle menti delle persone. Musicalmente, Cabaret ha una partitura incredibile. La musica racconta storie immense.


Se dobbiamo parlare nello specifico del nostro Cabaret, credo che il segreto sia l’enorme amore che tutte le maestranze dello spettacolo hanno per Cabaret. Non siamo solo noi attori ad essere innamorati di Cabaret. Qualsiasi tecnico è innamorato di Cabaret, i musicisti, la fonica, tutti quanti; penso che ci sia uno scambio talmente grande tra tutti noi che questa grande forza arrivi al pubblico.

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CABARET
Laura Galigani e Luca Pozzar in una foto di scena

In questo allestimento stai lavorando a stretto contatto con Arturo Brachetti, sia come regista che come collega. Com’è lavorare con lui?


Lavorare con lui è un’esperienza, ovviamente, meravigliosamente positiva, sotto due punti divista. Il primo, perché tutti lo conoscono, Arturo è famoso per un motivo specifico: è veramente uno dei più bravi, se non il più bravo trasformista al mondo. Quindi è incredibile poter condividere il palco con un talento del genere.

Il secondo è una grande ammirazione perché Arturo è il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. Quando noi arriviamo, Arturo è presente sul palco almeno da 2 ore. Ha giustamente un’attenzione molto forte per le luci, per i dettagli. Viene anche dal suo lavoro che è di estrema precisione, chiaramente, ma è una persona attenta, una persona che guarda tutte le scene in quinta. Quindi tanto di cappello perché non è solamente il maestro delle cerimonie, il narratore di questa storia. Fa anche il suo ruolo da regista, controlla e ogni volta ti sa dire su cosa migliorare. Quindi ci si sente protetti dalla sua figura e ci si sente anche sicuri.

Il tuo personaggio in Cabaret è Cliff, un ruolo che ti mette a confronto con un film molto conosciuto e anche con grandi interpreti che negli anni si sono alternati. Come hai lavorato sul tuo personaggio? Cliff in che cosa ti assomiglia?

Cliff è molto simile a Luca, estremamente simile a me! Il treno con il quale arriva Cliff è il treno che mi ha portato via dalla mia città natale, mi ha portato a Milano a studiare. È un treno che rappresenta i sogni. Cliff, come Luca, ha una visione estremamente rosea della vita. Crede molto nei sogni, crede che tutto possa andare nel modo giusto, migliore. Come per Cliff, anche per Luca arriva il momento in cui deve aprire gli occhi, deve crescere e, se non per necessità di crescita, per necessità di cambiare delle cose che non vanno bene, sempre però con alla base un’empatia, un sentimentalismo molto pronunciato.


Per quanto riguarda la preparazione del personaggio, ho studiato Cliff sbirciando il film, ma pochissimo.
A volte è più utile osservare le movenze e i dettagli, perché è sempre molto pericoloso ispirarsi troppo a qualcosa. Ho pensato che la cosa più importante di Cliff fosse il viaggio che fa. È estremamente importante vedere l’evoluzione del carattere, l’evoluzione da ragazzo a uomo. E soprattutto si deve sentire che è l’unico personaggio che capta cosa sta succedendo. Quindi, più che ispirarmi realmente a qualcuno, ho deciso quali dovessero essere i principi fondamentali del personaggio.

Per me è stato fondamentale il ruolo di Luciano Cannito perchè con la sua sensibilità è stato in grado di toccare delle mie corde interiori, tirare fuori tutte le sfaccettature del personaggio e spiegarle. E’ davvero un regista straordinario.

Luciano Cannito
Luciano Cannito – Regista

In Cabaret c’è la musica dal vivo con la band sul palco. Qual è il valore aggiunto di avere la musica dal vivo per un performer?
Ti riassumo il valore della band con una parola: tutto.
Non è neanche un valore, è una una vibrazione proprio parlando tecnicamente, senza andare sulle energie. È una questione di vibrazione, nel senso noi vibriamo davvero perché stiamo parlando, stiamo fonando, quindi stiamo creando delle onde. La musica deve fare la stessa cosa con noi. La musica registrata ha purtroppo per natura fisica dei tagli di onda di emissione.


Con la band invece riusciamo a creare un’amalgama talmente potente che non c’è proprio paragone soprattutto in uno spettacolo del genere che ha tante Vamp dove si deve parlare nel tempo.
Avere della musica dal vivo ti aiuta, è sempre una cosa meravigliosa, ti fa sentire un tutt’uno con quello che sta accadendo. In più loro sono dei musicisti straordinari con un talento uno meglio dell’altro. Sono allucinanti, ci si sente in famiglia, si parla tutti la stessa lingua, nello stesso modo. È molto bello.

Parliamo di te. Teatro ed eventi musicali sono due aspetti differenti della tua carriera, della tua vita. Qual è l’aspetto che preferisci del teatro? Cosa invece ti arricchisce di più del creare show, eventi, cantare in giro per l’Italia?


L’aspetto che preferisco del teatro non si può descrivere, non saprei trovarti un aggettivo o una definizione specifica. È quella cosa che ti fa “mancare lo stomaco” in senso positivo. Quella sensazione che provi quando devi fare lo spettacolo è forte. Mi sento come se il mondo si fermasse a teatro, perché penso che creare veramente dell’arte sia la cosa più incredibile che può accadere a livello di energia. E’ qualcosa che viene da dentro, una sensazione che è nata con me ed è purtroppo la benzina più grande di tutto.


Del creare show ed eventi musicali, mi arricchisce il fatto che si parli comunque di arte. La musica è meravigliosa, anche quando è fine a se stessa, semplicemente in esecuzione da cantante. Mi arricchisce non allo stesso modo del teatro, ma non è un modo superiore o inferiore, è un arricchimento diverso.

Nel teatro resta una purezza, un sentimento viscerale che viene da dentro. Il resto invece fa parte di un sentimento un pochino più pensato, più ragionato, più nell’ottica di impressionare delle persone che stanno pagando per avere un
intrattenimento specifico nel loro evento.

Nel teatro non si impressiona, non è quella la finalità, è raccontare una storia. Questa è la grande differenza.
Narrare una storia, avere l’onore di raccontare, è una delle più grandi fortune che ti possano accadere.
Raccontare soprattutto storie, come quella di Cabaret, che hanno un peso e un messaggio potente, è una grande fortuna. Mi sento molto onorato e anche molto in colpa. Mi sento in colpa per il finale di Cabaret che racconta un grande crimine nei confronti dell’umanità, tutto quello che l’uomo è stato capace di fare in quegli anni, quello che si spera l’umanità non farà mai più.

Biglietti e tour

https://www.ticketone.it/artist/arturo-brachetti/cabaret-the-musical-con-arturo-brachetti-3685648

Esamble di Cabaret
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