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#CONVOCATECIDALVIVO: 30 maggio l’arte in piazza

L’EMERGENZA

“sono sospese manifestazioni, eventi, spettacoli di qualsiasi natura, compresi quelli cinematografici e teatrali, in qualsiasi luogo, pubblico o privato.”

Così è iniziata una chiusura totale di tutte le attività umane, compresa quindi anche quella che riguarda il mondo dell’arte e della cultura.

Mantenimento solo dei servizi essenziali, tutto il resto congelato, in letargo.

IL LOCKDOWN

E’ cominciato così una fase di vita sconosciuta per tutti, piena di ansie e di paure, relegati negli ambiti ristretti della propria abitazione, ridotte la minimo qualsiasi attività, quasi come se fossimo tutti in un carcere, dove l’unica cosa che si può fare è respirare, mangiare, dormire e lasciare che il tempo scorra.

Tempo che improvvisamente scorre con una lentezza esasperante.

Dopo un primo stupore e stordimento, in tutti i campi si sono cercate vie alternative per mantenere vive le attività.

Insegnamento on–line perché il mondo dei giovani, l’istruzione, gli insegnanti potessero mantenere in vita le loro relazioni e la loro attività vitale.

Smart-working in tutte le forme, per permettere di proseguire le attività lavorative, per mantenere in vita le aziende ed il lavoro.

Ed intanto piano piano e sicuramente tra mille difficoltà il governo ha cercato di mettere in atto provvedimenti per aiutare, sostenere e fornire i mezzi per attraversare questo momento di inattività e riprendere lentamente i propri mestieri.

Tutto questo per tutti i vari generi di attività, certo con una certa graduatoria, cercando di stabilire un ordine d’importanza.

E L’ARTE?

In tutto ciò che posto ha in graduatoria, che importanza ha il mondo dell’arte e della cultura?

Purtroppo credo che sia agli ultimi posti in classifica!

Anche tutto il mondo degli artisti si è dato da fare per cercare e trovare modalità che permettessero loro di esprimersi, trasmettere e continuare a “lavorare” con i loro talenti, le loro capacità.

Tour virtuali nei musei e pinacoteche più famosi, letture di attori, recitazioni di poesie o monologhi, cortometraggi girati in remoto, video lezioni di danza, ginnastica, canto, recitazioni, canali come YouTube o Vimeo che hanno reso disponibili interi spettacoli teatrali registrati, MyMovies che ha creato una sala cinematografica virtuale per permettere in qualche modo la nuova uscita dei film in programmazione.

Tutte iniziative bellissimi che hanno tenuto compagnia, mantenuto i legami con il mondo del pubblico, che hanno alimentato la fame ed il bisogno di queste forme di espressione che arricchiscono l’animo e la mente.

Tutto questo intenso lavoro è stato del tutto gratuito e comunque dimentica che dietro alla fruibilità del, chiamiamolo così, prodotto finito, c’è tutto un mondo di lavoratori indefessi, silenziosi e sconosciuti: elettricisti, fonici, video-operatori, sarti, produttori…e sicuramente molti altri che non mi vengono in mente.

Tutto ciò è fermo da 3 mesi e se qualcuno del settore osa alzare un po’ la voce per rivendicare un attenzione viene più o meno gentilmente azzittito con la motivazione che in fondo tutto questo aspetto è un lusso, un di più, un abbellimento e che le cose fondamentali e necessarie sono altre.

Come disse un nostro ministro qualche anno fa: con la cultura non si mangia! (sic)

Ecco perché una la” Petizione Charge org ConvocateciDalVivo”

“Siamo lavoratrici e lavoratori dello spettacolo e della cultura italiana, riuniti in un Coordinamento nazionale di realtà, collettivi e movimenti autonomi indipendenti, che si riconoscono negli art. 4, 9 e 33 della Costituzione Italiana, nella cultura etica del lavoro, nei suoi doveri e nei suoi diritti.

Ma siamo anche tutte le cittadine e i cittadini che hanno fame di cultura!

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Il 19/05/2020 abbiamo inviato il Documento Emergenza alle Istituzioni, chiedendo espressamente di essere ricevuti con urgenza entro il 30/05/2020”

Ecco perché la manifestazione del 30 maggio.

Oserei dire la NECESSARIA manifestazione del 30 maggio.

Una manifestazione che si è svolta su diverse piazze d’Italia.

Una manifestazione che è servita anche a dimostrare che dove c’è cultura c’è anche saggezza e rispetto delle regole e “dell’altro”.

Infatti tutti in piazza regolarmente distanziati, regolarmente con la mascherina (portata nel modo corretto!).

Manifestazione con la presenza di tutte le categorie coinvolte in questo mondo compresa la categoria di quelli che potrebbero sembrare gli utenti, coloro che usufruiscono di questo lavoro e che invece sono da considerarsi parte viva, attiva e costruttiva, in poche parole il pubblico!

Come diceva il grande maestro Bosso, che proprio nel corso di questo periodo di sofferenza  e chiusura ci ha lasciati, “la musica si fa insieme” e “chi ascolta sta suonando anche lui uno strumento”.

Credo che questo concetto si possa estendere a tutte le forme di espressione dell’uomo, chi guarda un quadro, chi legge un libro, chi assiste ad uno spettacolo o guarda un film, sta anch’esso partecipando al manifestarsi di quell’opera.

Ascoltiamolo, guardiamolo, sosteniamolo, difendiamolo tutto questo popolo di artisti.

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